Ripresa in vista per il mercato del lavoro in Lombardia. In tutto sono 732mila le nuove assunzioni nel primo semestre 2011, con un incremento del 5,5% rispetto alla seconda metà del 2010. Le persone lasciate a casa dalle imprese, perché licenziate o per lo scadere del loro contratto a tempo determinato, diminuiscono invece del 10,7%, mentre i rinnovi delle assunzioni a termine aumentano del 10,8%. Sono i dati per la Lombardia rilevati dall’Agenzia Regionale per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro (Arifl). Ilsussidiario.net ha chiesto di commentarli al direttore della Piazza del Lavoro, Stefano Galignani.
Quali sono i principali segnali positivi per il mercato del lavoro in Lombardia?
In primo luogo l’aumento dei nuovi contratti e dei rinnovi di quelli già in essere. Inoltre, come rilevato anche dall’Istat, sta diminuendo la disoccupazione: a livello nazionale è scesa al 7,9%, mentre all’inizio anno superava l’8%. E dal maggio scorso c’è una caduta nelle richieste di ore di cassa integrazione, che oggi ha raggiunto il -29% rispetto allo scorso anno. Nell’insieme quindi i segnali che emergono per il mercato del lavoro sono confortanti.
Ma questa tendenza prelude a una crescita della nostra economia, o è solo una parentesi che precede una nuova crisi?
Io prevedo una crescita. Certo, da parte delle aziende c’è prudenza, come dimostra il fatto che il contratto più utilizzato oggi per inserire nuove persone è il rapporto subordinato a tempo determinato, utilizzato nel 38% dei casi. Anche se poi il 45% dei contratti a termine sono trasformati a tempo indeterminato, e questo è un segnale del fatto che i datori di lavoro hanno interesse a investire nel capitale umano. Oggi però il 96% delle aziende sono sotto i 15 dipendenti, e non possono permettersi di assumere una persona sbagliata, perché sostituirla sarebbe poi una perdita di tempo e di denaro insostenibile. Quindi vogliono fin da subito diminuire il rischio di un inserimento errato, mentre una volta scelto un lavoratore si impegnano a “fidelizzarlo”. Inoltre occorre tenere conto del fatto che il periodo di crisi ha accorciato la possibilità di prevedere investimenti nel medio e lungo termine.
Dai dati Arifl emerge che in Lombardia il settore con la maggiore crescita è l’industria, mentre per commercio e servizi la ripresa è più lenta. Perché?
L’aumento dell’industria è la cartina di tornasole della ripresa, perché di solito il settore produttivo è il primo a subire gli effetti di un momento di crisi e a riprendersi quando questa finisce. I nuovi avviamenti nell’industria quindi sono sinonimo dell’inizio di una nuova fase positiva. I servizi che stentano un po’ a riprendersi dalla crisi sono invece il riflesso della tendenza a portare la produzione all’estero, che ha caratterizzato gli ultimi anni.
Quali sono i mestieri e le professioni più richieste sul mercato del lavoro?
Uno dei settori con più richiesta è quello della sanità e della cura della persona: c’è sempre molto bisogno di figure come l’infermiere, il medico, l’operatore socio-sanitario (Oss), l’assistente socio-assistenziale (Asa). Spesso il mercato del lavoro ha difficoltà a reperire personale di questo tipo e deve quindi rivolgersi a dipendenti stranieri. Ma c’è molta richiesta anche nel settore commerciale, perché la crisi ha acuito l’esigenza di vendere di più: se ieri un agente portava a casa dieci clienti, oggi occorrono due dipendenti per ottenere lo stesso risultato. Anche con la crisi le figure amministrativo-contabili inoltre sono sempre indispensabili. Infine vanno sempre bene anche gli esperti di informatica e molte figure specializzate, come l’ingegnere, il perito-tecnico e l’idraulico.
Che cosa consiglia a uno studente che deve scegliere su quale percorso formativo investire?
A un giovane suggerisco innanzitutto di fare esperienza, perché quest’ultima è decisiva per mettere piede nel mercato del lavoro. Oggi le aziende più che il sapere vogliono il saper fare. Consiglio quindi di fare delle esperienze all’estero durante il periodo di studi, per imparare a conoscere nuovi mondi e apprendere lingue straniere. Inoltre le scuole che insegnano un mestiere, soprattutto per le mansioni più ricercate come idraulici, elettricisti, geometri, cuochi e ragionieri, avviano a un lavoro sicuro.
Fino a che punto la situazione in Lombardia riflette quella delle altre regioni italiane?
La Lombardia, essendo la regione più ricca anche come numero di imprese, è quella che fin da subito ha risentito di più della crisi. Non a caso ancora oggi è quella che richiede più ore di cassa integrazione: ad agosto 2011 manteniamo gli 11 milioni di ore autorizzate. Ma proprio perché la Lombardia è la regione più densa come numero di aziende, quando ripartirà sarà il motore della crescita del Paese. In tre regioni si registra ancora un lieve aumento delle richieste di ore di cassa integrazione: Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Umbria. Mentre nelle altre regioni italiane la Cig resta stabile o in lieve calo, e questo documenta una ripresa seppure parziale.
Di chi è il merito se in Lombardia il mercato del lavoro sta migliorando?
La ripresa nasce grazie alla voglia di fare degli imprenditori, che sono stati in grado di riadattare le loro ditte alla nuova situazione. Sono le aziende a rinnovare i loro prodotti, a cercare di internazionalizzarsi e ad aggiornare il loro personale. Anche se le recenti politiche della Regione Lombardia sul tema dell’internazionalizzazione, dell’innovazione, della formazione del personale e degli investimenti in infrastrutture sono sicuramente state di aiuto agli imprenditori. L’auspicio inoltre è che anche l’Expo possa essere un’opportunità per la nostra economia, anche se i lunghi tempi di attesa rischiano di ridurne la credibilità.
In particolare, quali sono stati gli effetti occupazionali della dote Lavoro introdotta dalla Regione?
La dote Lavoro ha supportato le persone che hanno perso l’occupazione, facendo sì che non fossero lasciate da sole. Gli operatori incaricati assistere i disoccupati hanno offerto loro tutta una serie di servizi, come l’aiuto nella stesura del curriculum, l’orientamento, il bilancio delle competenze e un supporto allo scouting aziendale.
(Pietro Vernizzi)