Quinta giornata dell’Heineken Cup, che vede impiegante Le Zebre e la Benetton Treviso. Le Zebre giocheranno a Parma contro la formazione francese del Biarritz, venerdì 11 gennaio. La Benetton Treviso invece scenderà in campo a Tolosa, sabato 12 gennaio. Finora le due squadre italiane hanno faticato molto in questa competizione. 0 i punti raccolti da Le Zebre, 1 solo dalla Benetton. La differenza tecnica con gli altri club che partecipano a questa manifestazione si sta rivelando evidente. Sconfitte pesanti, passivi che non sono molto incoraggianti, sembra che le due squadre italiane partecipino a un altro campionato. Marco Bollesan fu il fondatore delle Zebre, un club “ad inviti” composto dai migliori giocatori del campionato italiano. Altre selezioni del genere in Italia furono I Dogi e I Lupi. Negli anni Le Zebre affrontarono squadre di diverso valore tecnico, comprese alcune nazionali straniere in tour, fino al 1996 quando cessarono ogni attività. Poi, nel 2012, la Federazione Rugby decise di nominare la franchigia federale, proprio in omaggio a quella che fu la prima vera squadra di rugby italiana. E così Le Zebre hanno ripreso la loro attività, accompagnando la Benetton in questo cammino nell’Heineken Cup. Proprio a Marco Bollesan ilsussidiario.net ha chiesto in esclusiva un parere sul comportamento e le possibilità delle due squadre in questa competizione.
Come giudica il cammino delle squadre italiane di rugby nell’Heineken Cup sino ad oggi? Finora è stato deludente, sia per quanto riguarda la Benetton, sia per quello che riguarda le Zebre. Non abbiamo fatto grandi cose certamente, un punto per la squadra trevigiana, zero per le Zebre: sono dati eloquenti.
La scarsa competitività delle nostre squadre è dovuta all’inesperienza? Penso che in fondo, al di la dell’esperienza, il problema ha radici tecniche: le nostre squadre non lavorano abbastanza sui settori giovanili, così che i ragazzi non crescono nel modo migliore per eccellere in questo sport.
In questa giornata le Zebre giocheranno contro i francesi del Biarritz: c’è qualche possibilità? Poche, è una partita difficile contro una squadra temibile, appartenente ad un luogo, Biarritz, dove il rugby è molto popolare. Gente col carattere indomito, la parte basca della Francia, forte, pronta a mostrare questo temperamento anche nel rugby.
Cosa devono fare Le Zebre per ottenere un buon risultato?
Non sarà sicuramente, perchè le Zebre sono una franchigia che prende questo nome dal fatto che riunisce giocatori da diverse squadre di serie A1. Si ritrovano poco tempo prima della partita, e non hanno molto tempo per allenarsi.
Fu proprio lei nel 1973 a avere l’idea di far nascere questa franchigia, Le Zebre, la prima del rugby italiano… Avevo voglia di costruire una squadra che riunisse i migliori giocatori stranieri e quelli italiani e anch’io desideravo giocare con loro. Così ebbi l’idea di far nascere Le Zebre, la prima franchigia del nostro rugby. La cosa ebbe successo, disputammo tante partite, e lasciammo un segno importante nella storia del rugby italiano.
Mentre la Benetton andrà a Tolosa, cosa si aspetta da questa partita? Tolosa è un campo difficile. I giocatori della Benetton non stanno mostrando tutto il loro valore. E’ anche per questo che la squadra sta subendo molto nelle partite di Heineken Cup.
Quali giocatori delle due squadre secondo lei si sono messi in evidenza? Se devo essere sincero, non mi sembra di poter distinguere dei singoli in queste prime partite. Purtroppo non ci sono giocatori che hanno giocato particolarmente bene da meritare una menzione sugli altri.
Quale squadra vede favorita per il successo finale nel torneo? Vedo favorite le squadre anglosassoni, hanno qualcosa di più, specialmente le formazioni irlandesi potrebbero avere molte chances di vittoria.
Sembra che a livello di club soffriamo più che in Nazionale, come mai? A livello di club non abbiamo ancora fatto un salto di qualità, mentre in Nazionale questo è successo, come si è visto nella partita contro l’Australia. Devo ammettere che anche io sono rimasto sorpreso dalla prestazione degli azzurri in quell’occasione. Significa che in Nazionale si sta riuscendo a colmare il divario con le squadre più forti, si sta lavorando bene con la prospettiva di far crescere ancora di più il nostro rugby.
(Franco Vittadini)