Campo de’ Fiori, mitico luogo romano conosciuto in tutto il mondo anche grazie all’omonimo film girato nel 1943 con Aldo Fabrizi, Anna Magnani e Peppino De Filippo, diventa ora anche un musical. In scena al Teatro Sistina di Roma fino al 25 novembre, vanta la regia di Pino Quartullo, le musiche di Roberto Giglio, i testi di Gianni Quinto e Rodolfo Laganà che, con Milena Miconi, ne è anche protagonista. Trama dell’opera, l’amore due vicini di bancarella, Cesare (Rodolfo Laganà), fruttivendolo, e Claudia (Milena Miconi), fioraia. Il clima di questa Roma verace è reso con maestria da Pino Quartullo, raggiunto da IlSussidiario.net.
Ci parli della storia narrata in “Campo de Fiori”.
È una storia che vuole raccontare la vera anima di questo luogo, famoso per il suo mercato e non solo, piazza per i turisti ma in cui risiedono anche i romani da tante generazioni. Un posto che ha anche valenze storiche: è qui, infatti, che Giordano Bruno fu messo al rogo, tanto per raccontarne una. Raccontando la storia d’amore tra Cesare e Claudia, abbiamo focalizzato l’attenzione su personaggi della Roma tradizionale, per far conoscere l’aspetto più intimo e “genuino” di questo luogo. E, grazie anche alla presenza di un cast veramente valido, penso che siamo riusciti a centrare l’obiettivo. Un musical che definirei “proletario”, proprio perché guarda alle figure più popolari della città.
Esordite su un palcoscenico importante, il Teatro Sistina di Roma. Crede che proseguirà in altre città italiane?
Debuttare al Sistina è una bella soddisfazione. Lavorare, mettere in scena un musical come questo in un teatro così importante è una gratificazione immensa per il lavoro di un regista. Proseguire in tournée sarebbe bello, infatti non è una possibilità che escludiamo anche perché lo spettacolo sta riscuotendo un grande interesse.
Il rapporto tra attori e regista è molto importante per la riuscita di uno spettacolo. Qual è il suo rapporto con quelli presenti in “Campo de’ Fiori”?
Con Rodolfo Laganà, che ha contribuito molto anche alla scrittura dei testi, c’è un rapporto d’amicizia che va al di là dell’ambito strettamente professionale. Ci conosciamo da tantissimo tempo, da quando frequentammo insieme il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. Rodolfo incarna bene il personaggio romano, anche se certo la sua professionalità e la sua bravura gli consentono di interpretare diversi ruoli. Importante è anche la presenza di Milena Miconi, altra attrice molto valida e conosciuta, di grandi capacità artistiche. Tutto il cast è comunque di alto livello, selezionato attraverso provini molto impegnativi sia per gli attori sia per i danzatori.
In un musical, ovviamente, è fondamentale la scelta delle canzoni…
Direi che è fondamentale perché sono l’asse portante dell’opera. Grande merito quindi a Roberto Giglio e alla sua scelta e cura delle musiche.
Cosa può dirci della scenografia?
Questa è forse stata la parte più semplice: è bastato riadattare nello spazio scenico la splendida scenografia naturale di piazza di Campo de’ Fiori.
Il musical ripropone una storia semplice ma coinvolgente, come quelle presentate dai film neorealisti italiani degli anni Cinquanta…
Direi di sì, d’altra parte la storia che rappresentiamo era già al centro dell’omonimo film interpretato da Aldo Fabrizi e Anna Magnani. Il nostro fine, d’altronde, è appunto quello di fare un affresco di un luogo così suggestivo e speciale come Campo de’ Fiori dove, dietro una cortina un po’ turistica, si dipanano ancora vicende semplici ma belle di personaggi “veracemente romani”.
(Franco Vittadini)