Iniziativa bizzarra quella intrapresa dal governo inglese, pagare le mamme che accettano di allattare i propri figli al seno. Si tratta di un compenso pari a buoni spesa per 120 sterline per sei settimane di allattamento, duecento se si arriva ai sei mesi. Pare che nel Regno Unito la maggior parte delle mamme preferisca il latte in polvere: per adesso si è cominciato con una sperimentazione nelle contee dello Derbyshire e South Yorkshire, le due regioni dove la percentuale di mamme che allattano al seno è la più bassa d’Europa. Ultimamente infatti l’Organizzazione mondiale della sanità ha ribadito l’importanza dell’allattamento con latte materno: protegge dai tumori al seno e alle ovaie e protegge anche il neonato da allergie e problemi alla visita. Ma ovviamente sono partite le critiche all’iniziativa, definita “corruzione”: pagare cioè per ottenere un certo risultato. E anche: le balie di Stato. Poi, si dice, allattare costrette non ha lo stesso risultato che allattare liberamente. Chi invece difende l’iniziativa ricorre all’usuale stereotipo della discriminazione. “Non allattare il proprio figlio lo rende meno sano di un suo coetaneo allattato, diventando motivo di diseguaglianza“ ha detto una docente della università di Sheffield. In realtà è immaginabile che si sentano maggiormente discriminate quelle madri che, non potendo per vari motivi allattare con il proprio seno, sono tagliate fuori dall’iniziativa.