“Chiamare “Eco” una tassa serve solo per edulcorare una pillola amara credendo che i cittadini siano stupidi”. Franco Battaglia, professore di Chimica ambientale all’Università di Modena, bolla così l’Ecopass che il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sta progettando di estendere dopo il referendum di giugno. L’idea del primo cittadino di centrosinistra è quella di rafforzare il provvedimento voluto da Letizia Moratti, facendo pagare tutti i veicoli inclusi quelli ecologici e a Gpl. Una scelta cui Carlo Masseroli, capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, si è detto contrario in un articolo pubblicato su Ilsussidiario.net. Per l’ex assessore all’Urbanistica, “portare gli edifici esistenti in classe A sarebbe come eliminare 1 milione di auto dalle strade. Per questo nel Piano di governo del territorio recentemente approvato (e oggi inopportunamente revocato) era stata data enfasi agli incentivi per la riqualificazione degli edifici esistenti. Dunque, se il prefisso “eco” di Ecopass non può significare ecologico non ci resta che riconoscere il suo vero significato: economico. Non per niente nella proposta della attuale giunta l’Ecopass lascia il posto alla congestion charge”.
Ritiene che l’Ecopass possa portare a una riduzione significativa dell’inquinamento a Milano? Per quali motivi?
Sicuramente no. Posto che l’aria di Milano è abbastanza salùbre (per quanto possa esserlo l’aria in Padania), il traffico veicolare incide per circa 1/3 della totalità degli agenti inquinanti (un altro terzo è dovuto ad altre attività umane, incluso il riscaldamento degli edifici e un altro terzo è dovuto ad agenti naturali), ridurre il traffico inciderebbe sull’inquinamento solo per una parte infinitesima. In ogni caso una tassa non avrebbe alcun effetto.
Secondo una ricerca, se tutti gli edifici di Milano fossero trasformati in classe A (consumo inferiore a 30 kWh/mq l’anno) si risparmierebbe la stessa energia utilizzata da 1 milione di auto in un anno per percorrere 18.000 km ciascuna. Che cosa ne pensa di questi risultati?
Non conosco la ricerca che cita. Non mi meraviglierei se fosse veramente così. Le dirò di più: se il riscaldamento degli edifici fosse elettrico, il guadagno in qualità dell’aria sarebbe notevole. Ma noi abbiamo rinunciato al nucleare, cioè alla disponibilità di energia elettrica a basso costo. Peggio per noi.
Ritiene che il Comune di Milano, invece di limitare la circolazione delle auto, dovrebbe investire sulla riqualificazione degli edifici esistenti?
No. Nell’una né l’altra cosa. Sono entrambe prive di significato e con un rapporto costi/ benefici spropositato. Meglio: costi enormi, benefici nulli. Gli amministratori locali dovrebbero chiedere il riavvio del nucleare.
Di recente lei ha parlato dei vantaggi dell’utilizzo del carbone. Può essere considerato anche un’energia pulita?
Non certo per alimentare caldaie per il riscaldamento. Per la produzione di energia elettrica lo è senz’altro. Ma nulla batte il nucleare quanto a rispetto dell’ambiente e sicurezza.
Ritiene che il teleriscaldamento possa essere una soluzione adeguata all’inquinamento?
La tecnologia è interessante e degna di essere implementata.
Dopo lo stop al nucleare, su quali altre politiche occorrerebbe investire per ridurre l’inquinamento?
Ridiscutere quello stop e riavviare il nucleare. E, sui trasporti, potenziare la rete di metrò, che dovrebbe essere capillare.
Il sindaco Pisapia ha aumentato i biglietti dei mezzi pubblici. Quali saranno le ricadute ambientali di questa scelta?
Direi nulle. Chi preferiva il mezzo pubblico continuerà a usarlo e chi preferisce l’auto continuerà a usarla. Queste preferenze sono oggi dettate da molteplici fattori personali che poco hanno a che fare coi costi del carburante o del biglietto. Per dire: se ho da portare i bimbi all’asilo prima di andare al lavoro, userei l’auto anche se l’autobus fosse gratis. E se casa e lavoro si trovano sulla linea della metro, userei questa anche se la benzina fosse gratis. Come vede le logiche sono ben diverse. E, devo dire, chiamare “Eco” una tassa serve solo per edulcorare una pillola amara credendo che i cittadini siano stupidi.