Si avvicina il primo maggio, e nella capitale fervono i preparativi. Oltre al classico concertone di piazza San Giovanni, Roma ospiterà anche i pellegrini in arrivo da tutto il mondo in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II, prevista proprio per la mattina dello stesso giorno.
E già si rincorrono le polemiche sul caro prezzi che sta iniziando fin da ora a far sentire i propri effetti. Sul Corriere della Sera di ieri un articolo dell’edizione romana riportava che dormire in un albergo della Città eterna costerà almeno il doppio del normale. «Sbalzi di prezzi decisi dal mercato, anche se forse per la celebrazione poteva essere pensata una data diversa», ha commentato il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, con il quale abbiamo approfondito la questione.
Che affluenza vi aspettate a Roma per il primo maggio?
Anche considerando gli eventi precedenti, la stimerei intorno alle cinque o seicentomila persone, che sono comunque un numero considerevole. Il problema è la città di Roma in quel periodo. L’anno scorso, senza la beatificazione di Wojtyla, le nostre strutture erano piene per il 73%. Le persone che l’evento porterà nella città andranno oltre le capacità ricettive della città. Abbiamo avuto una riunione con i presidenti delle altre associazioni di albergatori delle province limitrofe, in maniera di cercare di canalizzare il traffico verso le strutture limitrofe. Penso per esempio alle tante litoranee che sono chiuse in quelle date.
Dunque pensate di indirizzare il flusso in eccesso al di fuori della città?
Ovviamente. Addirittura ho suggerito anche Napoli e Firenze. Un pullman dai Castelli romani per scendere fino al centro impiega un’ora. Oggi con l’alta velocità da Napoli si impiega lo stesso tempo. È un fatto mentale, più che tecnico, quello della lontananza.
Dal punto di vista tecnico e comunicativo, cosa comporta questa strategia?
Significa far ragionare la gente che è inutile trovare una stanza in prossimità del Vaticano. Si tratta di un evento eccezionale, in un momento che è già eccezionale di suo. Il primo maggio è il periodo più denso di presenze di tutto l’anno. Siamo nel pieno dell’alta stagione romana e in più c’è in concerto. Un evento straordinario come la beatificazione di un Papa straordinario come Giovanni Paolo II che avrà un richiamo eccezionale richiederà misure eccezionali.
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Però non nascondiamo che un primo maggio così particolare è un’opportunità dal punto di vista economico, per tante filiere produttive del territorio, e dunque anche per gli albergatori. Sicuri che non ci sarà un generale rincaro dei prezzi?
Vale lo stesso ragionamento a cui accennavo prima: noi saremmo stati pieni comunque. L’affluenza non sposta molto da questo punto di vista. Dunque il rincaro si può smentire. I prezzi praticati li dichiariamo l’anno prima per l’anno successivo. Quando abbiamo fatto questa dichiarazione alle autorità competenti ci trovavamo in tempi non sospetti. L’anno scorso non si sapeva ancora di questa beatificazione, per cui non è stata fatta nessuna speculazione.
Lei dunque smentisce che non ci saranno innalzamenti di nessun tipo?
Non ci possono essere. La dichiarazione delle tariffe è stata fatta nel settembre 2010 e presentata il primo ottobre, quando ancora non si sapeva della beatificazione di Giovanni Paolo II. Certo, magari l’anno scorso, vista la crisi, venivano praticati sconti che quest’anno non ci saranno, ma questa è una logica di domanda e offerta in un libero mercato. Anzi, abbiamo limitazioni verso l’alto, perché al di là dei prezzi denunciati non ci si può andare. Se qualcuno non lo fa sarà sanzionato ai termini di legge, perché è giusto che paghi personalmente.
Che tipo di collaborazione chiedete all’amministrazione comunale?
È già iniziata una concertazione su questo argomento. Roma ha fatto un’ottima impressione nel periodo della morte del Papa, la città ha reagito molto bene da questo punto di vista, dai trasporti all’intervento della Protezione civile, all’aiuto arrivato da parte di tante parrocchie. Una collaborazione a 360° per una finalità che è quella di un grande evento religioso. L’obiettivo è ripetere l’operazione già fatta per il Giubileo, con un decalogo di comportamento di tutti gli esercizi nei confronti dei pellegrini che accorrono a Roma è che ha bisogno di attenzioni che non siano solo finalizzate al business.
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Ci sarà un problema trasporti, se è vero che è quasi più facile raggiungere Roma da Napoli che non da Albano. La questione vi preoccupa?
A molti sfugge che il primo maggio di solito non ci sono i trasporti. Abbiamo fatto presente la problematica in diverse occasioni e le autorità se ne stanno prendendo cura. Occorre risolvere la questione insieme ai sindacati. In condizioni normali, per contenere tre o quattrocentomila persone, quelle che può contenere piazza San Pietro, c’è la necessità di un numero di pullman che messi insieme formerebbero una coda di circa 98 kilometri. In assenza di trasporto pubblico questo dato aumenterebbe ancora di più. Ed è impesabile che Roma li possa contenere. Immagino che il buon senso porterà a mantenere i servizi pubblici aperti, anzi a potenziarli.
Il segretario del Papa, monsignor Gaenswein, ha proposto poteri speciali per Roma, proprio per far fronte ad eventi di questo tipo.
Concordo pienamente con la sua proposta. Roma ospita iniziative particolari, alle quali qualsiasi altro comune in Italia non deve far fronte. È sia la capitale di un Paese, che ospite di una altro Stato, particolarissimo e importante. Deve avere una autonomia particolare rispetto, non so, a Pavia, Lecco o Ragusa, che hanno problematiche differenti dalle nostre.
La famosa tassa sul turismo non vi ha penalizzato? Qualcuno potrebbe pensare di “recuperare” un po’ proprio il primo maggio.
Per il momento non c’è stato un impatto negativo. Le presenze a gennaio sono continuate a crescere rispetto all’anno scorso, anche se non possiamo sapere se senza questa tassa sarebbero state ancora più elevate.
(Pietro Salvatori)