LA PACE IN UCRAINA PASSA ANCORA PER L’ARABIA: L’INCONTRO TRA RUBIO E IL GOVERNO ZELENSKY
È nuovamente l’Arabia Saudita, questa volta nella cornice di Gedda, al centro dei negoziati di pace per la fine della guerra fra Ucraina e Russia: dopo che un mese fa il team negoziale della Casa Bianca aveva incontrato per la prima volta gli emissari di Putin dall’inizio dell’offensiva nel Donbass, oggi è il turno dello scambio fra Ucraina e Stati Uniti appena una settimana dopo lo scontro clamoroso tra il Presidente Trump e l’omologo ucraino Zelenksy che ha mandato in tilt la diplomatica di mezzo Occidente.
Seppur a fatica, lo strappo consumato alla Casa Bianca si è in parte ricucito con la piena disposizione – anche con atti concreti, come il piano per la tregua parziale presentato oggi a Gedda – di Zelensky per tornare a parlare di pace, ammettendo i negoziati con la Russia e chiedendo garanzie tanto gli Usa quanto all’Unione Europea. Il summit in Arabia Saudita, partner strategico fondamentale per l’America trumpiana, ha visto ieri sera gli incontri del Segretario di Stato Marco Rubio con il principe ereditario Mohamed Bin Salman, che a sua volta aveva incontro il Presidente ucraino poche ore prima.
Al tavolo dei negoziati di pace stamattina non è presente direttamente Zelensky ma il parterre de roi del suo Governo, dal capo dell’ufficio presidenziale Yermak fino al Ministro degli Esteri Andrii Sybiha e il Ministro della Difesa Rustem Umerov; fronte Usa invece sono presenti il capo della diplomazia di Trump, Rubio, e l’inviato speciale nonché consigliere della sicurezza nazionale Michael Waltz.
NON SOLO TERRE RARE: LA PROPOSTA DI PACE (CON LA TREGUA “PARZIALE”) DI KIEV
Nei negoziati di pace al via stamattina in Arabia Saudita ufficialmente si parlerà e si siglerà l’accordo finale sulle terre rare, in ritardo di qualche giorno rispetto alla tabella di marcia proprio per lo scontro in atteso avvenuto alla Casa Bianca. Ma è evidente che la posta in palio più ampia è il raggiungimento di una tregua quanto più prossima possibile.
Un po’ – e la presenza americana in Arabia Saudita lo conferma – per potersi concentrare sull’altro ben più intricato nodo geopolitico globale che è la guerra in Medio Oriente (dove gli Stati Uniti hanno molti più interessi in gioco rispetto all’Ucraina), e infine anche perché sia Kiev che Mosca non reggono più lo scenario interno di guerra e mobilitazione ormai da tre anni.
Ancora stamattina una pioggia di droni ucraini è stata lanciata verso Mosca, in risposta agli attacchi sganciati nel Kursk e nel Donbass nella giornata di ieri: dall’incontro di oggi a Gedda non ci si aspetta ovviamente il via libera finale alla pace in Ucraina, ma un accordo di base tra Kiev e Washington da portare poi al tavolo con la Russia potrebbe non essere poi così lontano, nonostante la forte complicazione dei rapporti “nervosi” di queste settimane sull’asse Usa, Russia, Ucraina (e pure l’Unione Europea).
LE PROPOSTE DI ZELENSKY E TRUMP, LO SCONTRO CON LA RUSSIA
L’obiettivo del team di Zelensky è quello di riattivare gli aiuti militari americani, sospesi dopo lo “show” alla Casa Bianca, così come le informazioni dell’intelligence condivise con l’Occidente: per far questo, oltre a proporre la firma sulle terre rare e l’estrazione dei minerali, l’Ucraina lancia un piano di tregua “parziale” che sembra convincere Rubio.
Un cessate il fuoco sul Mar Nero e di ogni attacco missilistico a lungo raggio, droni compresi: «tregua per cielo e mare, iniziamo da qui» ha detto un funzionario ucraino all’AFP questa mattina, dopo che Zelensky stesso aveva parlato di pace già nell’incontro di ieri con MBS a Gedda. Per la prima volta la svolta di una richiesta di pace senza la piena cacciata dell’esercito russo come prima condizione è qualcosa che ha colpito positivamente Washington, che a Kiev chiede appunto una netta disposizione al negoziato e non al proseguire la guerra contro Mosca.
Di contro, Trump chiede che l’Ucraina possa ipotizzare una cessione dei territori, quantomeno di quelli già occupati dall’invasione senza precedenti della Russia nell’area ad est del Paese: resta in piedi la richiesta di indire nuove Elezioni in Ucraina per il prossimo anno, anche per questo la scelta di stoppare la condizione di informazioni degli 007 rappresenta un peso gravoso sulla difesa di Kiev, costringendola in qualche modo a compiere passi in avanti verso i veri negoziati con la Russia.