Giornata ricca di avvenimenti e sorprese quella degli Australian Open che si è conclusa nel primo pomeriggio italiano. La sorpresa è quella di Serena Williams che viene eliminata ai quarti di finale; forse senza i problemi alla schiena accusati a metà del secondo set non saremmo a qui a celebrare l’impresa di Sloane Stephens, ma la giovanissima americana si è guadagnata tutto sul campo, dimostrando classe e coraggio. Dopo l’incontro è arrivato il giusto premio da parte della minore delle Williams: “Brava lei, i miei problemi non contano perchè chi vince ha sempre ragione”. Come nel 2004 contro la Sharapova: riconoscente e umile fuori, una tempesta di rabbia dentro (ma anche in qualche atteggiamento esteriore: una racchetta è comunque andata in frantumi). Persa la strafavorita per il singolare femminile, Maria Sharapova e Victoria Azarenka hanno un’autostrada davanti a loro: devono vincere i loro incontri di semifinale, ma per come stanno giocando sembra improbabile che possano fallire la finale. Lì sarà battaglia, come lo sarà nella semifinale della parte bassa del tabellone maschile: Roger Federer e Andy Murray si affrontano per la quarta volta nel giro di sette mesi. In questo “mini-torneo” conduce Roger per 2-1, ma il britannico è cresciuto tantissimo da quella delusione infinita di Wimbledon, e forse ha anche qualche occasione in più per centrare la finale. Dall’altra parte Djokovic deve vedersela con Ferrer: difficile che possa scappargli la terza finale consecutiva (ha vinto le ultime due edizioni a Melbourne). Noi italiani possiamo gioire per la finale conquistata da Sara Errani e Roberta Vinci nel doppio: è la quarta in un Major, il bilancio parla di due vittorie e una sconfitta. Come dire: il Grande Slam è sempre più vicino, considerato che contro Barty e Dellacqua, che pure giocano in casa, le nostre partono favorite. Cosa aspettarsi dunque dalle giornate che ci restano da vivere agli Australian Open 2013? Lo abbiamo chiesto a Raffaella Reggi. Ecco le sue parole, in questa intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.
Partiamo dalla grande sorpresa: quanto ha influito il mal di schiena di Serena Williams nella sua sconfitta? Sicuramente l’infortunio ha inciso; specialmente nel terzo set Serena non riusciva a muoversi, faceva una gran fatica. La Stephens è una delle nuove leve americane: già lo scorso anno ha dimostrato di riuscire, piano piano, a salire in classifica nei posti che le competono. Ha fatto tutta la trafila a livello juniores giocando molto bene, e anche a livello professionistico sta facendo buoni risultati con continuità.
Stanotte però ha fatto saltare il banco… Questo per lei è un grandissimo risultato, condizionato ovviamente da una Williams non al top; però queste giocatrici anche quando non sono al meglio bisogna batterle. Perciò, tanto di cappello alla Stephens.
Sullo slancio per la clamorosa impresa potrebbe battere anche la Azarenka? La Azarenka è uan giocatrice molto solida, che l’anno scorso in Australia ha vinto e sa come si fa. La Stephens forse è ancora un po’ piccolina per questi palcoscenici e deve fare esperienza; certamente Vika parte favorita, ma non è comunque un match così scontato.
Dall’altra parte quanto Na Li può mettere in difficoltà una Sharapova semi-perfetta? La cinese ama molto questi campi, sta giocando bene e l’aiuto dell’ex allenatore della Henin (Carlos Rodriguez, ndr) sta dando i suoi frutti. Ha giocato un match molto solido contro la Radwanska, però la Sharapova è in grande forma: ha concesso solo nove game nelle partite precedenti. Per la russa è il primo grande test in tutto il torneo.
Contro Venus non lo è stato? Ci aspettavamo un match più alla pari, e invece si è capito che la più grande delle sorelle Williams non era per niente in forma.
In un’eventuale e probabile finale Azarenka-Sharapova chi vede favorita?
Siamo memori della finale dell’anno scorso: sicuramente la Azarenka ama maggiormente questi campi, però la Sharapova è in grande condizione, migliore di quella di inizio 2012. Fisicamente sta benissimo, si muove molto bene e quindi è un incontro alla pari.
Passiamo agli uomini: cosa prevede per le semifinali? All’inizio avevo pronosticato Djokovic e Serena campioni; la Williams è alle ortiche (ride, ndr), di Nole bisogna vedere come ha recuperato il lunghissimo quinto set con Wawrinka, cosa che comunque ha già fatto bene contro Berdych. A questo punto direi che saranno Djokovic e Murray a giocarsela.
Dunque Federer parte sfavorito contro Murray? Contro Tsonga è stata una grande partita, ma ha giocato veramente bene solo il quinto set. Non credo che abbia la continuità per giocare contro due come Djokovic e Murray, che da fondocampo sono davvero dei caterpillar.
Che dire infine di Sara Errani e Roberta Vinci? A questo punto la vittoria è vicina… Direi di sì: la vittoria contro le Williams ha senza dubbio aperto la strada per il titolo. E’ stata una grande vittoria, che denota il fatto che nel doppio bisogna avere qualcosa in più rispetto ai grandi fisici. Le nostre due ragazze hanno fatto vedere che si possono battere giocatrici di maggior stazza giocando di astuzia e con altre doti che le Williams non hanno.
Perchè Sara ha fallito nel singolare? Per quello che ho visto, Sara non mi sembra proprio al massimo della forma. Ha giocato contro una giocatrice piuttosto solida, e credo che ci sia anche un po’ di tensione in lei.
In che senso? Ripetersi rispetto alla scorsa stagione non è facile: ci sono più responsabilità, le giocatrici ormai la conoscono e quindi Sara entra in campo dovendo confermare i risultati dello scorso anno. Questo comporta un certo nervosismo.
(Claudio Franceschini)