Impossibile nascondersi il problema alla vigilia dell’apertura delle urne di queste Elezioni 2013. Il cosiddetto “tsunami tour” di Beppe Grillo, con la conclusione della campagna elettorale a Roma, in una piazza San Giovanni stracolma, diventa una preoccupazione grave per la possibile governabilità del Paese, una volta fatta la conta dei voti e se accadrà quello che delineano i sondaggi. C’è di più. Se si esamina il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ci si trova di fronte a un autentico blocco anti-sistema, un polo anti-europeista che può mettere in crisi non solo la stabilità del Paese, ma anche quella della stessa Europa. Peppino Caldarola, bravissimo giornalista, ex deputato dei Ds, una visione libera e realistica dei problemi guarda quello che sta avvenendo e non si nasconde di fronte a questa realtà. Dice Caldarola: “La situazione si è indubbiamente aggravata con l’incursione di Beppe Grillo e del suo movimento. Ci troviamo di fronte a un fatto nuovissimo, che nessuno conosce bene, ma di cui si nota bene il carattere anti-sistema, una simbologia autoritaria, una leadership che si ritiene infallibile e con dietro molti supporters entusiasti. E’ anche impressionante il modo in cui Grillo contrappone la sua gente a quelli che non la pensano come lui. La divisione che crea nel Paese è radicale”.
Lei crede che tutto questo rappresenti un pericolo? Non c’è dubbio che questo tipo di movimento può diventare un pericolo per la stabilità del Paese, con un Parlamento pieno di deputati “grillini” e con la leadership che in Parlamento nemmeno ci vuole andare . Vale a dire che Grillo fa il garante dall’esterno e dirige dall’esterno gli eletti del suo movimento. Tutto questo crea un fenomeno unico, che non si è mai visto. E’ una logica incomprensibile. E il segnale che offre è effettivamente preoccupante, Ma è preoccupante non solo per il Paese, ma anche per l’Europa, per i paesi che guardano all’Italia. Non so esattamente quanto Grillo riuscirà a raccogliere nelle urne, si parla di un quindici, di un venti percento. Ma posso immaginare che effetto avrà questa affermazione elettorale sui mercati internazionali. Quale grado di affidabilità può dare l’Italia di fronte a un simile fenomeno che si afferma e che si allarga? Inutile dire che questa è l’incognita principale.
E’ come se ci fosse stata in questi anni una grande involuzione in Italia. All’inizio degli anni Novanta eravamo considerati il Paese più europeista del continente. Ora tutto sembra cambiato. Se si fa un calcolo tra l’anti-europeismo di Grillo e quello di gran parte del centrodestra, si arriva a una quota percentuale che può essere inquietante nel prossimo Parlamento. Possiamo tranquillamente aggiungerci anche la posizione della lista di Antonio Ingroia nei confronti dell’Europa. E’ un fatto chiaramente paradossale quello che è avvenuto in Italia: da alfieri dell’europeismo a quasi primi contestatori dell’Europa, in almeno un terzo dei rappresentanti del Parlamento. Questo è da mettere nel conto a tutto quello che è stato fatto, seminato e non risolto nel giro di questi anni.Proprio in merito a questo effetto paradossale diventa interessante, o sarebbe meglio dire decisivo, il risultato che otterrà la lista di Mario Monti. E qui si apre un’altra incognita. Che consistenza avrà effettivamente la lista del professore? Che risultato otterrà? L’impressione che si coglie è spesso una sopravalutazione di questa lista. Mi auguro che non sia così, ma l’incognita rimane tutta. Sul risultato di Monti, soprattutto al Senato, si gioca la possibilità di una maggioranza di governo. Credo che il centrosinistra alla Camera otterrà la maggioranza, ma al Senato si sa che la situazione è più complicata e a questo si aggiunge la presenza di molti parlamentari del movimento di Grillo. Quindi la mia speranza è che la lista di Monti ottenga un buon risultato.
Scusi Caldarola, lei è stato un attento osservatore e anche un protagonista della politica italiana in questi venti anni. Come si spiega una simile incertezza e la formazione, la nascita di movimenti come quello di Grillo?
Noi stiamo pagando in questo momento gli errori che sono stati fatti. Con “tangentopoli” si sono liquidati dei partiti e si sono formati dei movimenti. Il problema invece era quello di rifondare quei partiti che rappresentavano la nostra storia. Occorreva rinnovare quei partiti, abbiamo invece “festeggiato” la fine di un sistema senza modificarlo. Questo è il risultato che abbiamo di fronte adesso.
In che cosa si può sperare? Realisticamente che si formi una maggioranza, che si consolidi questo centrosinistra e che trovi un accordo con il centro. E poi che si formi un reale polo conservatore, liberale, che assorba tute le spinte anti-sistema che in questo momento caratterizzano il panorama politico italiano.
(Gianluigi Da Rold)