“I dati puntuali sul primo semestre li avremo solo fra qualche giorno ma, come è emerso dai consuntivi 2015 e previsioni 2016 presentati alla nostra assemblea, il settore in Italia sta vivendo un periodo decisamente positivo. La ripresa c’è, occorre però sostenere la disponibilità delle imprese italiane a investire affinché anche il mercato italiano si stabilizzi e torni sui livelli pre-crisi. Secondo le stime Cecimo, il consumo di macchine utensili in Europa aumenterà dell’1% ma l’Italia farà meglio e dovrebbe mettere a segno un +6 per cento” .
Alfredo Mariotti, direttore generale dell’Ucimu, è soddisfatto di quanto è emerso in occasione della annuale assemblea dei soci: punto di verifica annuale per le oltre 200 aziende associate che rappresentano oltre il 70% del giro d’affari del settore nel Paese. Nel 2016, superato il giro di boa del settantesimo anniversario, l’associazione ha scelto un nuovo presidente. Alla scadenza del mandato quadriennale di Luigi Galdabini, gli associati hanno eletto il vicentino Massimo Carboniero. E’ stato designato all’unanimità e a scrutino segreto, dopo un fase tradizionale di confronto interno. “E’ stata confermata la solidità della compagine associativa e la continuità delle grandi direttrici strategiche – commenta Mariotti – anche se in Ucimu questo non avviene mai a scapito della partecipazione e del confronto”.
Fra le eredità importanti della presidenza Galdabini c’è fra l’altro la revisione statutaria del 2015 che ha aperto le porte di Ucimu all’ingresso, in qualità di soci aggregati, di imprese, con sede in Italia, che svolgono attività affini o complementari alla produzione di macchine utensili, sistemi di produzione e relativi componenti. Tutto questo significa che la compagine associativa si è aperta comprendendo anche i grandi gruppi esteri che, pur non producendo qui, operano stabilmente in Italia. “I soci aggregati hanno ormai superato la decina – conferma il direttore generale – dando concretezza a quello che era l’intento: connettere il più possibile l’industria italiana della macchina utensile alle piattaforme globali del mercato e dell’innovazione tecnologica”.
Concorrenza e innovazione: il mantra è oggi “industria 4.0”. “Sì, la digitalizzazione integrale della gestione dell’impresa è l’approccio strategico largo su cui anche i produttori italiani di macchine utensili si stanno impegnando. L’importante sarà individuare la giusta declinazione per una comunità d’imprese prevalentemente piccole e medie. Ucimu ha in cantiere a breve una propria commissione, alla quale ci auguriamo voglia dare il suo contributo anche il ministero dello Sviluppo economico. Noi dobbiamo e vogliamo trovare il modo più adatto per essere “4.0”: è evidente, ad esempio, che a un produttore di macchine utensili nel ventunesimo secolo viene chiesto sempre più spesso dal cliente, soprattutto dal grande cliente, di tenere costantemente sotto controllo la macchina in remoto. E’ qui che la capacità di fare innovazione 4.0 diventa fattore competitivo. E’ chiaro che la competitività di queste aziende permane fino a quando continueranno ad operare innovazioni che arrivano”dal basso”cioè dalla capacità di rispondere con immediatezza alle esigenze del cliente ingegnerizzando il mezzo di produzione e riuscendo a connettere le tecnologie che già utilizzano con le nuove tecnologie,principalmente digitali,capaci di permettere la soddisfazione di bisogni,sempre più complessi ,dei clienti in tempi ogni volta più compressi”.
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ospite all’assemblea Federmacchine, cui Ucimu aderisce e di cui Mariotti è segretario generale, ha ricordato che Centro studi di Confindustria ha appena lanciato un allarme economico sull’eventuale insuccesso del referendum sulle riforme istituzionali. “Credo che la preoccupazione di Confindustria sull’iter delle riforme – anche delle riforme istituzionali a fianco di quelle economiche – sia la preoccupazione di fondo di tutto il mondo industriale per nuove situazioni di instabilità e incertezza. Il governo britannico ha già abbassato le stime del Pil domestico dopo Brexit”.
L’anno scorso il governo ha inserito il cosiddetto Superammortemento come incentivo di politica industriale anche al settore delle macchine utensili. “Sì e le cifre dicono che è stato un intervento utile a sostenere domanda e quindi anzitutto livelli produttivi e di occupazione anche nel nostro settore, in una fase di pressione recessiva sull’intera Azienda-Italia. Sappiamo che il rinnovo del Superammortamento è sul tavolo della prossima legge di stabilità, ora si ragiona se non è più opportuno incentivare l’investimento già all’ordine e non soltanto alla consegna. A nostro avviso ci sono in effetti tutte le premesse perché il Superammortamento replichi i risultati di breve periodo, senza però dimenticare quelli di medio periodo, altrettanto efficaci. Il provvedimento è infatti utile strumento per il rilancio della domanda domestica ma anche misura per favorire l’ammodernamento del parco macchine affinchè le macchine rispondano alle esigenze di produttività ed efficienza. Ciò vuol dire anche digitalizzazione e automatizzazione sempre più spinta secondo i canoni di Industria 4.0, oltre che agli standard di sicurezza richiesti oggi dal mercato. Proprio l’Ucimu aveva segnalato il tendenziale invecchiamento del parco nella propria indagine decennale, presentata in gennaio in Parlamento.
A conclusione della conversazione con Ilsussidiario.net Mariotti lancia un allarme: “In questi due anni di operatività, molto ha fatto per la ripresa della domanda interna la Nuova Sabatini, che dopo un avvio lento, grazie alle modifiche recentemente operate, è strumento largamente utilizzato dalle imprese. Al punto che i fondi stanziati rischiano di esaurirsi entro fine settembre”. “Siamo molto preoccupati: questo non deve assolutamente accadere. Al fine di non vedere bloccata una misura agevolativa che sta sostenendo in maniera rilevante gli investimenti in beni strumentali ad elevata tecnologia, urge un intervento normativo rapido volto ad assicurare il prosieguo del beneficio garantito dalla norma. E’anche pensabile che, mentre per i beni strumentali Sabatini e superammortamento sono insostituibili, per le aree software e scambio dati si potrebbe agire con un credito di imposta”.
(Antonio Quaglio)