Ormai Melbourne è una provincia della Bielorussia, quando si parla di tennis femminile. Per il secondo anno consecutivo, infatti, Victoria Azarenka ha vinto il titolo degli Australian Open femminili, il primo torneo stagionale del Grande Slam, andato in scena appunto sui campi in cemento della metropoli australiana. La tennista bielorussa ha superato in finale la cinese Na Li, testa di serie numero 6 del tabellone, con il punteggio di . Per la Azarenka è un successo preziosissimo: infatti, è vero che la bielorussa si era presentata al via del torneo con il numero 1 del ranking mondiale Wta (e logicamente quindi come prima testa di serie del seeding), ma era un primato che appariva debole: per i giochi dei punteggi, infatti, aveva una sola possibilità di rimanere ancora la regina del tennis mondiale femminile. Vincere il torneo e sperare che Maria Sharapova e Serena Williams si fermassero prima della finale: ebbene, tutto questo è successo. La Azarenka deve ringraziare la giovane afro-americana Sloane Stephens, che ha fatto fuori nei quarti il suo idolo Serena Williams, e la stessa Na Li, che invece ha sbarrato la strada alla russa in semifinale, per quanto riguarda la conferma al primo posto del ranking mondiale. Naturalmente invece è tutto merito suo la conferma del titolo australiano: un cammino non sempre facilissimo – ad esempio in semifinale ha usato un discusso time-out medico nel momento in cui la Stephens sembrava in grado di compiere una rimonta che poi invece svanì – ma comunque di assoluto livello, che sminuisce anche le critiche di chi non la riteneva degna di essere la numero 1 delle classifiche. Certo, la Williams resta la più forte di tutte quando riesce ad essere al top della forma e non ha problemi fisici: ma questo succede troppe poche volte nel corso di una stagione, ed invece la Azarenka fa della continuità uno dei suoi punti di forza. Naturalmente ora tutti la aspettiamo negli altri tornei dello Slam, dove al massimo vanta una finale agli Us Open dell’anno scorso: ma se anche al Roland Garros, a Wimbledon e a New York si migliorerà, non ci saranno più discussioni. Applausi anche per Na Li, che si conferma comunque una delle tenniste più forti del mondo: dopo un 2012 difficile, la cinese sembra tornata ad essere quella del 2011, quando arrivò in finale proprio a Melbourne e poi trionfò a Parigi battendo la nostra Francesca Schiavone. Alla cinese resterà però un rimpianto sull’andamento della partita.
Dopo avere vinto il primo set, infatti, Na Li può recriminare per i due infortuni alla caviglia sinistra che ne hanno limitato l’azione nei due set successivi. Da notare che nel terzo parziale la partita è stata interrotta per una decina di minuti per lo spettacolo di fuochi d’artificio dell’Australia Day. Alla ripresa dell’incontro, Li Na ha avuto il secondo incidente, quando è scivolata battendo anche la testa. A quel punto si era sul 2-1 a favore proprio dell’asiatica, che ha cercato di rimettersi in carreggiata ma si è arresa definitivamente dopo la mancata palla del 4-4.
(Mauro Mantegazza)