Molte le ragioni che si cercano in questi giorni dopo i terribili crolli in seguito alle scosse di terremoto in Emilia. Il caso dei capannoni industriali dalle apparenze enormi e sicure che sono crollati al suolo come fossero fatti di cartone, travolgendo e uccidendo molti operai che vi si trovavano dentro è quello che fa più discutere. Perché se purtroppo appare ovvio che un castello o una chiesa costruiti secoli fa non fossero a norma anti sismica, ci si domanda come mai strutture moderne che dovrebbero essere progettate con tutti i livelli di sicurezza abbiano invece provocato delle stragi. Certo, la pianura emiliana era considerata (evidentemente a torto) zona a bassissimo rischio sismico, un errore grave in quanto tutta l’Italia da nord a sud è a elevato rischio sismico. Ma essendo stata definita a basso rischio, probabilmente si è costruito non tenendo conto delle basilari norme di sicurezza antisismica. Tra le tante ragioni che si cercano per trovare una giustificazione e quindi evitare di ripetere certi errori, c’è anche quella della particolare morfologia del terreno della pianura emiliana. In certe zone infatti si trovano falde acquifere e il terreno poggia su sabbia. Un terreno debole dunque, che alla prima forte scossa non ha potuto che cedere trascinando con se gli edifici. E’ davvero così? Qualcuno ha anche detto che prima della violenta scossa di domenica 20 maggio alle ore 4 di mattina c’erano stati dei segnali che potevano essere intesi come premonitori. Poco prima della scossa infatti il livello di acqua nei pozzi si era alzato di diversi centimetri. Che stava succedendo? Si erano poi prodotti quelli che scientificamente si definiscono vulcanelli, un effetto che si era potuto osservare ben tre ore prima della scossa di magnitudo 5.9 delle ore 4 e 03 minuti. I vulcanelli non sono altro che un innalzamento del livello di acqua sotterranea che spighe la sabbia verso l’esterno con una sorta di sbuffo. Questi vulcanelli erano stati osservati in maggior numero nelle vicinanze di Sant’Agostino, un paese della bassa modenese. A Finale Emilia invece, paese tra i più colpiti dalla distruzione, si era visto l’allargamento di alcune pozze di acqua sorgiva, Infine in molti avevano visto uscire durante la scossa aria e sabbia dalla sorgente.
Secondo gli esperti, questo fenomeno è normale: se ci sono sabbie dense e ricche d’acqua la pressione scatenata dalle scosse di terremoto porta a una fuoriuscita dal terreno. Un fenomeno dunque provocato dalle scosse minori che hanno preceduto quella devastante delle 4 del mattino.