E’ morto all’età di 85 anni Ariel Sharon, l’ex premier israeliano, in coma dal 4 gennaio 2006, le cui condizioni erano già state definite “critiche” nei giorni scorsi dal direttore del Centro medico Tel ha-Shomer, Zeev Rothstein. Nato nel 1928, Sharon è stato l’undicesimo primo ministro di Israele dopo una lunga carriera nell’esercito, poi destituito sette anni fa a seguito di una grave emorragia cerebrale e il successivo stato vegetativo da cui non si è più ripreso. La vita nell’esercito inizia all’età di appena 14 anni, nel 1942, quando Sharon si unisce al Gadna, un battaglione giovanile paramilitare, e in seguito all’Haganah, la forza paramilitare ebraica sotterranea. Dopo tanti anni in battaglia, tra cui quella arabo-israeliana del 1948-49 dove rimane gravemente ferito, Sharon entra in politica nel 1973, quando diventa deputato del Likud. Si dimette dopo appena un anno, ma tra il 1975 e il 1977 è consigliere per la sicurezza del premier Yitzhak Rabin. Quando il Likud trionfa alle elezioni, Sharon diventa Ministro dell’Agricoltura, mentre nel 1982 è Ministro della Difesa. In questo ruolo dà il via all’invasione del Libano, un attacco che portò anche alla cosiddetta strage di Sabra e Shatila, cioè il massacro di centinaia di palestinesi nei campi profughi libanesi. La Commissione di inchiesta israeliana, creata dal governo per fare luce sull’accaduto, ritenne Sharon in parte responsabile e ordinò la sua rimozione dalla carica di ministro della difesa all’inizio del 1983. Tra il 1984 e il 1990 fu comunque ministro del Commercio e Industria, e dell’Edilizia tra il 1990 e il 1992. Fu nuovamente ministro delle Infrastrutture tra il 1996 e il 1998 e degli Esteri nei due anni successivi, fino a diventare il nuovo leader del Likud nel 2000. Fu in quell’anno che si rese protagonista di una clamorosa azione dimostrativa, arrivando con una scorta armata nella Spianata delle moschee a Gerusalemme, luogo solitamente controllato dai palestinesi. Con quel gesto, Sharon volle far capire fin dove si estendeva in realtà il potere israeliano. L’episodio, nonostante le polemiche, gli permise di vincere le elezioni del 2001 e venne anche rieletto nel 2003. Il 20 novembre 2005 Sharon uscì dal Likud, il partito nazionalista liberale, e fondò una nuova formazione, il Kadima. Poche settimane dopo la fondazione del partito, però, venne colpito da una grave emorragia cerebrale ed entrò in coma e nel successivo stato vegetativo. L’11 aprile 2006, Sharon venne ufficialmente destituito dalla carica di primo ministro.