È morto a Roma, all’età di 97 anni, Arnoldo Foà. Grande attore di teatro, di cinema, televisione, ma anche regista, scultore, pittore e poeta, indiscusso protagonista del ‘900 a cui anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto rendere omaggio parlando di “una figura esemplare di artista, di interprete della poesia e del teatro, animato da straordinaria passione civile e capace di trasmettere emozioni e ideali al pubblico più vasto”. Nato a Ferrara il 24 gennaio 1916 in una famiglia di origine ebraica, Arnoldo Foà studia a Firenze alla scuola di recitazione del Rasi, sotto la guida di Raffaello Milani. A vent’anni abbandona gli studi di Economia e Commercio e si trasferisce a Roma per studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia, da dove viene cacciato nel 1938 in seguito alla promulgazione delle leggi razziali. Durante il periodo della guerra, per poter lavorare, è costretto a utilizzare nomi falsi, come Puccio Gamma. Riesce infine a fuggire dalla capitale e a raggiungere Napoli, dove erano arrivati gli alleati. Lì diventa capo annunciatore e autore per la Radio alleata PWB, curando anche i notiziari. Alla fine della guerra torna a a lavorare in teatro, con il suo vero nome, con alcune tra le più importanti compagnie, mentre dagli anni ’50 è anche autore e regista teatrale. Ha contribuito allo sviluppo della Radio Rai, partecipando a numerose trasmissioni con gli attori più importanti di quegli anni sia a Roma che a Firenze. La sua carriera cinematografica comprende oltre cento pellicole, diretto da famosi registi come Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Giuliano Montaldo, Orson Welles, Joseph Losey, Edward Dmytryk, Nunnally Johnson, Tony Richardson, Christian Jacques. Tra i titoli più prestigiosi, “Altri tempi” di Blasetti, “Il processo” di O. Welles, “Il sorriso del grande tentatore”, “I cento cavalieri” di Cottafavi, “Il giocattolo” di Montaldo, “Gente di Roma” di Ettore Scola, per il quale ha ottenuto il Nastro d’Argento 2004 come miglior interprete non protagonista. In televisione ha preso parte ad alcuni dei più famosi ed importanti sceneggiati, come “La freccia nera”, “Il giornalino di Gianburrasca”, “I racconti del maresciallo”, “Nostromo” e tanti altri, ma è stato anche protagonista di trasmissioni culturali, di intrattenimento e tanta prosa televisiva. Ha poi lavorato per molti anni anche come doppiatore e direttore di doppiaggio: sua è la voce di Anthony Quinn in “La strada” di Fellini.