Italia-Inghilterra si avvicina: il quarto di finale degli Europei 2012 è in programma a Kiev domenica sera, e oggi l’Italia “schiera”, per la conferenza stampa quotidiana, un difensore, cioè Leonardo Bonucci. Uno che ha la faccia da duro, di quello che rimane in piedi anche in mezzo alle difficoltà: proprio quello di cui aveva bisogno qualche settimana fa per resistere al tormentone del calcioscommesse che lo ha coinvolto, e di cui avrà bisogno anche domenica in campo, dove potrebbe essere il leader della retroguardia, dal momento che Barzagli ha da poco recuperato da un infortunio e che ora fermo ai box c’è Chiellini. D’altronde Bonucci ci ha abituato alle missioni difficili: in questa stagione era partito in panchina nella Juventus, poi ha conquistato prima una maglia da titolare (nonostante per molti mesi fosse stato il più criticato dai tifosi) e poi lo scudetto. La sua avventura a Euro 2012, che era stata in bilico, ora la sta vivendo da protagonista. Lui per questo ringrazia la famiglia e il motivatore personale e lancia il guanto di sfida all’Inghilterra, a tre giorni dalla partita: “Sì, come tecnica e gioco siamo più forti di loro”. Bonucci spiega: “Per il gioco espresso sinora possiamo dire che l’Italia è più forte dell’Inghilterra. Ma contano anche altri valori. Rooney? Abbiamo cominciato a studiarlo. L’Inghilterra sta prendendo lo stampo all’italiana. Ha saputo colpire con le ripartenze, è una squadra tosta, che ha imparato a difendere”. Sul valore dell’Italia, questo è il suo pensiero: “C’è la consapevolezza di essere una squadra forte, ma ci servirà, per arrivare in fondo, anche una buona dose di fortuna”. Poi si passa a parlare delle sue vicissitudini con il calcioscommesse: “Si è parlato tanto di me, ma io mi sono sempre concentrato sul pallone, sul mio lavoro. Giocare con la maglia della Nazionale è il sogno che avevo da bambino: nei momenti difficili ho pensato a questo. Mia moglie, che fra poco mi renderà padre, mi ha aiutato per far scivolare via le cose che sono state dette. E il mio motivatore personale Ferrarini mi ha aiutato a crescere, sono passato dalla tribuna in serie B ad essere titolare in Nazionale. Con lui facciamo sedute incentrate sulla positività”. Poi due approfondimenti, su De Rossi e sull’immancabile Balotelli.
Sul romanista, che è stato collega di reparto nelle prime due partite, dice: “Secondo me è più forte da centrocampista, e quindi deve giocare lì. E’ un giocatore importante, che può darci una mano in varie zone del campo, come ha dimostrato con Spagna e Croazia. Io centrale nella difesa a tre? In quel ruolo avrei più tempo per monitorare la situazione, da esterno in quel modulo di difesa conta più l’aggressività, scalare le marcature”. Infine, l’immancabile SuperMario: “Io ci ho giocato in Primavera, nell’Inter. Aveva solo 17 anni, già lo rimproveravo, lui è così. Lo conosco più di tutti. Mi sono preso cura di lui al momento dell’esultanza con l’Irlanda, per questo mi ha poi ringraziato. Purtroppo a volte commette delle sciocchezze. E’ istintivo, ma è un bravo ragazzo. Lui fuori dal nostro gruppo? Non credo, anche ieri ha scherzato con la bandierina, in allenamento, insieme a Di Natale. Se trova anche il sorriso, è un giocatore che può fare la differenza. E’ imprevedibile, ha forza e potenza. Se dimostrerà di stare bene fisicamente metterà in difficoltà Prandelli in chiave formazione. Io con Mario ho parlato prima dell’Irlanda: in campo deve soltanto pensare a divertirsi, perché noi siamo pagati per un divertimento”.