Tanti i messaggi di cordoglio dopo la scomparsa avvenuta oggi dell’ex magistrato Gerardo D’Ambrosio. I magistrati della Procura della Repubblica di Milano, in una nota a firma del Procuratore Edmondo Bruti Liberati, “si uniscono al dolore dei familiari per la scomparsa di Gerardo D’Ambrosio, già Procuratore della Repubblica di Milano e ne ricordano con immenso rimpianto le straordinarie qualità professionali e umane”. Su Twitter, invece, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli lo ha descritto come “un grande magistrato e gentiluomo”. Anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha voluto pubblicare un messaggio sulla sua pagina Facebook: “E’ con grande tristezza che ho appreso la notizia della morte di Gerardo D’Ambrosio, un amico, un grande uomo e uno dei simboli della Magistratura italiana. Un uomo cui la vita aveva concesso una seconda chance e che aveva saputo sfruttarla a beneficio della collettività”. Gerardo D’Ambrosio, ha aggiunto Pisapia, “per decenni è stato un punto di riferimento della Magistratura operando sempre con professionalità e senso di giustizia. Il suo impegno è stato decisivo in inchieste che hanno segnato la storia recente di Milano, una competenza che lo ha portato anche a guidare la Procura della Repubblica della nostra città. D’Ambrosio ha poi continuato a servire le Istituzioni con una esperienza parlamentare che lo ha sempre visto impegnato a difesa della Costituzione e della Giustizia”. Poi il primo cittadino di Milano conclude: “Ho avuto il privilegio di conoscere D’ambrosio e di esserne amico, per questo so bene quanto mancherà alla sua famiglia e ai suoi amici a cui esprimo le mie condoglianze e quelle di tutta la città”. Un messaggio è arrivato anche da Romano Prodi: “Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Gerardo D’Ambrosio. Il suo impegno nella Magistratura e in seguito al Senato della Repubblica restano per tutti noi esempio di alto senso delle Istituzioni che egli ha servito con grande determinazione e responsabilità. Alla famiglia le mie più sentite condoglianze”.
E’ morto all’età di 83 anni Gerardo D’Ambrosio, il magistrato che all’inizio degli anni Novanta fu uno dei maggiori protagonisti della stagione di Mani Pulite. Nato a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, il 29 novembre 1930, D’Ambrosio diventa procuratore legale nel 1953 dopo essersi laureato a pieni voti in Giurisprudenza a Napoli nel 1952. Nel 1957 entra in Magistratura e, dopo essere passato per il Tribunale di Nola e quello di Voghera, viene destinato al Tribunale di Milano dove per cinque anni è Pretore Civile, prima di diventare Giudice Istruttore Penale. Con quest’ultimo incarico ha anche condotto l’istruttoria relativa alla strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969 nel centro del capoluogo lombardo. Il nome di D’Ambrosio è anche legato alla controversa sentenza sulla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, morto nel dicembre del 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano durante le indagini proprio sulla strage di piazza Fontana: il giudice assolse il commissario Calabresi e gli altri uomini della questura milanese. Nel 1981 D’Ambrosio viene assegnato alla Procura Generale di Milano, dove rimarrà per gli otto anni successivi ricoprendo l’incarico di Sostituto Procuratore Generale. Nel 1989 viene nominato Procuratore aggiunto di Milano e dal 1992 è tra i protagonisti del Pool che si occupa dell’inchiesta Mani Pulite. Dopo essere andato in pensione nel 2002, viene eletto al Senato nel 2006 nelle liste dei Democratici di sinistra per la Lombardia.