Milano. Venerdì 18 novembre una festa ha concluso la mostra sui 150 anni di Sussidiarietà che la Fondazione per la Sussidiarietà e il Centro di aiuto allo studio Portofranco hanno tenuto aperto per una settimana, dall’11 al 18 novembre. È stata una settimana che ha visto settanta studenti delle scuole superiori impegnati a condurre circa diecimila visitatori tra i pannelli della mostra, a scoprire la ricchezza della sussidiarietà, la capacità inscritta nella carne viva del popolo italiano di affrontare le contingenze della storia con una irrefrenabile volontà di cambiamento.
È stata una festa con canti della tradizione italiana e un aperitivo offerto dai ragazzi di Impresa a concludere la mostra. E durante i canti il coinvolgimento di un ospite d’eccezione, Enzo Jannacci, che si è voluto unire ai giovani cantando la sua ancor significativa “Ho visto un re”. Sotto la Madonnina che splendida si stagliava tra le guglie del Duomo, gli studenti che si sono radunati si sono commossi nel vedere come, negli incontri della settimana, sempre di fronte al bello e al vero l’umano si ridesta.
Che cosa è andato in piazza giovedì con le manifestazioni studentesche? Una grande voglia di cambiamento, di “non rinunciare”, dicono gli organizzatori. Il desiderio di qualcosa di nuovo per la scuola è oggi il fattore dominante di tutte le attività che si svolgono dentro le ore di lezione, è fortissima l’esigenza di esserci, che una formula matematica o un avvenimento storico riguardi il nostro destino, di chi insegna come di chi studia. La voglia di cambiamento è la questione seria oggi, a scuola come altrove; è l’urgenza che tutti sentono di infrangere il meccanismo ripetitivo dentro cui siamo per andare all’attacco della conoscenza vera, per scoprire che conoscere e vivere qualcosa di nuovo fa crescere l’io, incrementa la coscienza del suo valore. Ma tutto questo è stato evidente, palpabile nella mostra e in chi l’ha partecipata.
È stata, quella della mostra dei 150 anni, un’esperienza appassionante per le giovani guide, e per un significativo numero di ragazzi e ragazze straniere l’occasione per capire di più che la vita è solcata dall’impeto e dalla certezza del cuore, capace di riconoscere la positività che impasta ogni condizione.
Per i visitatori, la sorpresa di trovare in chi ha fatto loro da guida qualcosa di più di una semplice guida, un compagno di viaggio, capace di destare una domanda vera.
Finisce così una settimana caratterizzata dall’impegno a spiegare la storia della sussidiarietà. Ancor più viva è la coscienza che la questione seria di oggi è vivere all’altezza delle esigenze del cuore, e costruire tentativi di rispondervi.