Seconda partita degli uomini di Brunel nel Sei Nazioni in Scozia contro gli Highlanders, questa volta non esaltante come lo è stata la gara inaugurale dell’Olimpico contro la Francia. Una batosta (34-10 il punteggio finale per la Scozia) da ricordare, che non cancella quanto fatto finora, ma riporta la Nazionale italiana coi piedi per terra, dopo che gli scozzesi hanno messo a nudo tutti i suoi limiti, soprattutto tecnici.
Il primo tempo si chiude sul punteggio di 13-3 per la Scozia. Battaglia feroce a centrocampo nei primi 20′, poi gli scozzesi prendono pian piano il sopravvento: due calci di punizione che li portano a più 6 sugli azzurri, sempre più sotto, con il passare dei minuti, nel morale e nel punteggio. Troppi errori dei ragazzi di Brunel nella pulizia dei raggruppamenti e nelle situazioni di attacco alla mano. Passano una decina di minuti e la Scozia dà il colpo di grazia: meta di Visser e trasformazione di Laidlaw, 13-0 e distacco che inizia ad essere davvero preoccupante. Con l’orgoglio ferito del grande lottatore, l’Italia riesce a mettere in campo il massimo forcing offensivo negli ultimi cinque minuti del primo tempo, sforzo che porta alla concessione di un calcio dai 30 metri trasformato da Orquera, che in precedenza, da 10 metri più distante, aveva colpito un palo quando il punteggio era ancora fermo sullo 0-0. Il secondo tempo è il coronamento di una disfatta: il punteggio finale è pesantissimo e mette in luce drammaticamente le gravi leggerezze che hanno contraddistinto la partita degli azzurri e spianato la strada per il trionfo scozzese. Pronti via ed è subito meta: touche sul lato destro, in quattro passaggi la palla arriva sul lato opposto tra le mani di Scott, che si infila in un varco e corre fino in meta. Questa rapidità e precisione nell’aprire il campo è stata la chiave della partita, l’aspetto su cui la Scozia ha annientato l’Italia, sempre imprecisa e distratta. Al calcio di trasformazione Laidlaw non sbaglia: 20-3. Pochi minuti dopo, l’episodio determinante della partita, che avrebbe lasciato un barlume di speranza agli azzurri se si fosse concluso diversamente: azione d’attacco italiana guidata da Parisse, che avanza in percussione fino a 5 metri dalla linea di meta, scarico per Orquera, che anziché fintare il passaggio per Benvenuti mandando fuori tempo Hogg, lo effettua e se lo fa intercettare. A quel punto l’ala scozzese fa tutto il campo lasciando sul posto i difensori azzurri in accelerazione. Meta e trasformazione del solito Laidlaw, un cecchino, man of the match di oggi: siamo sotto 27-3. Brunel toglie Orquera, che dopo esserlo stato con la Francia esce mestamente dal campo, consapevole di essere stato uno dei peggiori oggi, soprattutto per quell’errore a 5 metri dalla linea di meta avversaria. Poco meno di 10′ dalla fine, l’Italia ci prova con la forza della disperazione. Ma è ancora una volta una imperfetta pulizia di un raggruppamento che apre il campo agli avversari, che intercettano un passaggio in orizzontale con Lamont, il quale deve poi solo correre dritto per una trentina di metri e siglare la quarta meta scozzese. Il punteggio lievita: 34-3. Brunel si sta solo augurando che il cronometro scorra il più velocemente possibile per porre fine a quel massacro. In realtà, però, negli ultimi 5′, proprio come accaduto nel primo tempo, l’Italia tira fuori una grinta e un’aggressività rimaste nascoste per gran parte della partita, riuscendo anche a segnare la meta della bandiera con Zanni, che sfrutta un assist no look davvero notevole di capitan Parisse. Troppo tardi, però. E non c’è “meglio tardi che mai” che tenga.
Scozia-Italia 34-10
Francia-Galles (oggi ore 18.00)
Irlanda-Inghilterra (domani ore 16.00)
Inghilterra (1 giocata), Irlanda (1), Scozia (2), Italia (2) 2;
Francia (1), Galles (1) 0.