«Il Consorzio Stabile ReseArch nasce nel marzo del 2005 con l’idea di voler unire più aziende piccole per cercare di affacciarsi in appalti più grandi, quindi con l’obiettivo di ampliare il campo d’azione delle imprese che fanno parte del Consorzio». Il Geometra Francesco Vorro, intervistato da IlSussidiario.net, ci spiega gli obiettivi e il ruolo del Consorzio, che oggi è in grado di coprire tutto il territorio nazionale con le proprie attività e rappresenta una realtà in costante evoluzione nel campo dell’edilizia pubblica e privata. «Inizialmente le aziende che ne facevano parte operavano principalmente nel campo del restauro e dell’archeologia, – continua a spiegare Vorro – ma andando avanti si sono aggregate altre imprese che si occupano di infrastrutture, impianti e tanto altro nel campo dei lavori pubblici. Quindi la grande diversità e la ricchezza delle aziende all’interno del Consorzio vanno a creare un bagaglio enorme di possibilità e competenze, che oggi ci permette di concorrere ad appalti nazionali molto importanti».
Come è strutturato il Consorzio?
La struttura è veramente molto elastica, perché abbiamo piccoli, medi e grandi imprenditori. In questo modo riusciamo a soddisfare ogni tipo di esigenza, dal grande appalto fino al subappalto, senza dover guardare per forza a uno o all’altro, ma riuscendo a interessarci ad ogni progetto, proprio grazie alla realtà altamente variegata del Consorzio. Ma oltre alle commesse, che possono essere più o meno grandi e importanti, la cosa veramente importante è che il Consorzio Stabile Research è una vera e propria struttura per fare rete, perché al suo interno le varie aziende possono sempre collaborare ed entrare in contatto in ogni modo e in qualsiasi occasione, e proprio per questo partecipiamo al Matching.
Si spieghi meglio.
Da qualche anno ci siamo affacciati su Milano, dove naturalmente ci sono molti appalti importanti, quindi anche noi cerchiamo di essere presenti sul territorio, e a questo scopo il Matching può senza dubbio permetterci di avere una certa visibilità. Partecipiamo con la speranza di conoscere altre aziende, specialmente del Nord Italia, che possano fare rete con noi, entrare nel Consorzio e avere insieme una maggiore presenza sul territorio.
A che tipo di gare partecipate solitamente?
Come Consorzio preferiamo partecipare alle gare di appalto dove l’aspetto economico ha un peso inferiore rispetto alla qualità dell’opera e del progetto. Non è quindi importante far semplicemente risparmiare, ma puntiamo a garantire che qualitativamente il lavoro sarà eseguito con cura, anche perché le tante aziende all’interno del Consorzio ci permettono di avere diverse competenze. In ogni lavoro preferiamo quindi andare ad aumentare la qualità e non abbassare semplicemente il costo finale, e devo ammettere che fino ad ora ci stiamo riuscendo con ottimi risultati.
Di che tipo?
In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, abbiamo restaurato a tempo di record il Teatro San Carlo di Napoli, e nello stesso momento stavamo anche restaurando il teatro Petruzzelli di Bari, danneggiato dopo l’incendio. Adesso siamo anche a Palazzo Barberini, al Quirinale e da sempre siamo presenti nell’area archeologica di Pompei. Poi stiamo restaurando il Museo Archeologico di Reggio Calabria che ospita i Bronzi di Riace, e ultimamente stiamo anche partecipando alla gara d’appalto per il restauro del Colosseo: lavoriamo così tanto proprio perché tutti riconoscono la qualità del nostro operato in ogni occasione, ce la mettiamo sempre tutta per essere presenti e qualitativamente perfetti, e per ora sta andando veramente molto bene. Sarebbe però bello se gli enti riuscissero a non pubblicare appalti dove vince solamente chi riesce a far spendere di meno, perché spesso questo non significa alta qualità, e sarebbe giusto premiare chi veramente tiene al proprio lavoro.