In Veneto, le imprese del legno stanno attraversando un momento piuttosto difficile. La crisi ha spinto un gruppo di imprenditori locali ad associarsi per meglio resistere alle difficoltà e tentare di rilanciare un settore che per tanto tempo non è stato adeguatamente valorizzato. Fin dai tempi più antichi le foreste della regione sono servite al sostentamento della popolazione e ancora oggi sono tutelate da leggi rigorose. La foresta del Cansiglio e l’Altopiano di Asiago, ad esempio, sono sempre stati fornitori ufficiali dell’antica Repubblica di Venezia, della sua flotta navale e dei suoi palazzi. Oggi, per via della crisi, il bosco e tutto ciò che ruota attorno adesso è tornato a essere una miniera preziosa per lo sviluppo di un’economia sostenibile. Proprio per utilizzare al meglio questa risorsa e sostenere la ripresa, nell’ottobre del 2012 è nato il Consorzio Legno Veneto, una realtà che raggruppa una cinquantina di aziende che rappresentano l’intera filiera, dai proprietari boschivi ai produttori di arredi per interni. Il Consorzio si occupa di promozione e formazione per garantire occupazione alle nuove leve e un futuro alle aziende del posto. Con Paolo Saviane, Presidente del Consorzio, in questa intervista tracciamo un primo bilancio dell’attività a un anno circa dall’avvio. «Per la prima volta – ci ha detto – ci si è accorti che le esigenze di uno sono anche quelle degli altri e che val più la pena lavorare insieme che farsi concorrenza».
Com’è nato il Consorzio?
Il Consorzio Legno Veneto è nato nell’ottobre 2012 dalla volontà di un gruppo di imprenditori della regione che hanno deciso di mettersi insieme per far fronte alla crisi. L’obiettivo era quello di rilanciare un intero settore che per anni è stato trascurato e non adeguatamente valorizzato.
Chi ne fa parte?
Attualmente sono una cinquantina le aziende consorziate che in pratica rappresentano tutta quanta la filiera. Ci sono proprietari forestali, l’Associazione Forestale Vicentina, Veneto Agricoltura, proprietari boschivi, imprese boschive, segherie, produttori di pannelli come la Artuso Legnami, che è stata la prima in Italia a costruire in XLAM, e vari costruttori di case a telaio. Ci sono inoltre aziende che fanno arredi per interni, pavimenti e serramenti. Volevamo coinvolgere anche i comuni che in questo momento però non possono aderire per via della spending review.
Che problemi state affrontando?
Prendiamo il reperimento della materia prima: il problema è che non c’è una sola proprietà, ma ce ne sono tantissime. Per questo abbiamo deciso di rivolgerci a tutti i proprietari, alla Regione Veneto in primis, ai vari enti pubblici, ai comuni e a tutti i privati che sono la maggioranza. Il tema dell’approvvigionamento è molto delicato perché è strettamente legato a quello degli investimenti. Svolgendo un’azione collettiva è probabile che si crei una massa interessante capace di spingere quegli investimenti. Spiace invece vedere che in giro c’è ancora tanta disinformazione sul nostro settore dal punto si vista ambientale.
In che senso?
Oggi i nostri boschi sono più che tutelati. A malapena viene tagliato il 50-60% dell’accrescimento del bosco che avviene ogni anno. Non solo si potrebbe, ma si dovrebbe tagliare di più per permettere al bosco di crescere e riprodursi. Infatti, piante fresche producono ossigeno, quelle vecchie molto meno.
Che attività svolge il Consorzio?
Il Consorzio si occupa solo di promozione e di formazione. Tra i soci fondatori figurano infatti il Centro Consorzi della Confartigianato di Belluno e l’Istituto di tecnologia del legno Lazzari Zenari che organizzano corsi di formazione per gli operatori delle nostre aziende. Ma su questo fronte sappiamo di avere ancora davanti parecchia strada da fare. Per promuovere la nostra cultura e coinvolgere nuove realtà abbiamo anche organizzato convegni e partecipato a fiere come Made Expo, grazie al contributo del Consorzio Dolomiti.
Che riscontri avete avuto al Made?
Molto positivi. Ha suscitato un notevole interesse l’idea che si possa identificare la provenienza del legno che viene impiegato per i vari usi.
Che altri risultati state ottenendo?
Fin dall’inizio la nostra clientela ha dimostrato di apprezzare le nostre scelte. E qualche giorno fa, a Valdagno in provincia di Vicenza, abbiamo inaugurato con grande soddisfazione la prima casa in legno a km 0. Un edificio realizzato con le migliori tecnologie costruttive, una notevole cura dei dettagli, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle normative in vigore. Da poco è stata inaugurata anche la nuova sede consiliare del comune di Quinto Vicentino, una villa palladiana cui una nostra consorziata, la Profilegno, ha donato un nuovo pavimento in legno di castagno delle valli del Pasubio.
Che prospettive di sviluppo ha il Consorzio?
Avendo ottenuto riscontri più che positivi siamo determinati ad andare avanti su questa strada. Strutturandoci per far fronte alle esigenze dei nostri associati, in particolare di quelli nuovi che entreranno a farvi parte. Al momento c’è soddisfazione tra i consorziati; per la prima volta ci si è accorti che le esigenze di uno sono anche quelle degli altri e che val più la pena lavorare insieme che farsi concorrenza.