Ha vinto Siena, e per Milano è un fallimento totale. Inevitabile, al termine della gara-7 giocata ieri sera al Forum di Assago, tornare con la mente alla scorsa estate. L’addio di Simone Pianigiani dopo un ciclo forse irripetibile, sei scudetti consecutivi e uno squadrone inarrestabile al di là di quali fossero gli uomini in campo (che cambiavano, ma tanto il risultato era sempre quello). L’avvento di Luca Banchi, il suo fidato vice, a prendere in mano un gruppo che, si era detto, sarebbe stato “di transizione”: espressione tanto in voga negli ultimi tempi, che significa “accettiamo di non vincere oggi per farlo di più domani”. Più a Nord, ecco l’Armani. Con la fiducia rinnovata a Sergio Scariolo, capace comunque di risollevare l’Olimpia Milano dopo una regular season così così e di portarla in finale (persa 4-1); con budget semi-illimitato e una campagna acquisti che portava nel capoluogo lombardo nomi come Keith Langford, Rok Stipcevic, Richard Hendrix. Più la conferma di Alessandro Gentile e Melli, Hairston e Bourousis. Una corazzata, che nel corso della stagione ha anche cambiato quattro stranieri (di cui due erano stati scaricati la stagione prima) alla ricerca della chimica giusta. Risultato: per la prima volta dal 2006 l’Armani Milano è fuori dalle prime quattro del campionato, battuta nettamente (80-90) da una Mens Sana coriacea, che si è dimostrata decisamente più squadra e che, gira e rigira, anche quest’anno dopo aver vinto la Coppa Italia è lì a giocarsela. Nel nome di Daniel Hackett certo (25 punti, 6 assist, 9 falli subiti); ma anche di Bobby Brown (un terzo quarto da favola pur tirando male), di capitan Tomas Ress, di Viktor Sanikidze che rinasce nella partita più importante e ne fa 17 (con 6 rimbalzi), di David Moss che forse è il miglior difensore sugli esterni del campionato, una piovra che tocca tutti i palloni e si incolla all’avversario di turno. Scariolo non ha trovato risposte: la sua squadra è stata sempre sotto, anche toccando i 15 punti di svantaggio, e forse si è capito che avrebbe perso quando invece di concentrarsi sulla partita che valeva una stagione ha preferito fare chiasso circa un PalaEstra troppo rumoroso e – a loro dire – antisportivo. Il suo rapporto è giunto al termine (il contratto non sarà rinnovato): così quello di Livio Proli, che pare voglia lasciare a un uomo che si possa occupare al 100% dell’Olimpia. A chi arriverà le valutazioni di un disastro: del perchè questo gruppo non abbia mai avuto un’anima (e non è una novità), dei motivi per i quali sia stato ammassato talento infinito in attacco a costo di pestarsi i piedi (Langford con Hairston e Gentile) rinunciando ad avere un singolo difensore in grado anche solo di tenere un primo passo in penetrazione. Mentre a Milano si interrogano, a Siena suona la Verbena: la corsa non è ancora finita, Banchi gongola (“ma è presto i bilanci, non abbiamo ancora raggiunto gli obiettivi”) e adesso c’è una semifinale di lusso contro la Cimberio Varese, vale a dire la squadra che fino a qui ha meritato di essere davanti a tutte. Forse la Montepaschi è l’unica a poter battere i ragazzi di Frank Vitucci in quattro partite della serie, ma è giusto dare ai biancorossi (che avranno il fattore campo) almeno uno 0,1% di vantaggio in più. In stagione si sono incontrate tre volte: in campionato una vittoria a testa (casalinghe), in Coppa Italia la finale in cui Siena è partita 18-0 prima di essere rimontata e rischiare di perdere. A Varese fanno già gli scongiuri: allora, in quel famoso 1999 che portò lo scudetto della stella, Charlie Recalcati e i suoi persero la finale di Coppa Italia contro la Virtus Bologna, che era scudettata e che avrebbero ritrovato in semifinale di playoff. Segni del destino? La pensa così Andrea Trinchieri: “Congiunzioni astrali, a pelle sento che è l’anno della Cimberio”. Il suo sembra più che altro il tentativo di scacciare il pensiero brutto di perdere un’eventuale serie finale nel derby più infuocato d’Italia, pensiero che hanno anche sotto le Prealpi (e anche di più, perchè è sempre la favorita che ha da rimetterci). Intanto però il coach della Lenovo Cantù deve risolvere il rebus Acea Roma, con cui ha già perso due volte in stagione (una nei quarti di Coppa Italia). Intanto il derby di calcio rischia di anticipare gara-2 di domenica alle 12 (mentre la prima sarà domani sera, alle 20:30). Questo però a Calvani e Trinchieri non interessa: basta che si giochi a basket, e buone semifinali a tutti.
(Claudio Franceschini)
Precedenti stagionali: 1-2
Cimberio Varese-Montepaschi Siena 74-67 (3a giornata campionato)
Montepaschi Siena-Cimberio Varese 89-75 (20a giornata campionato)
Cimberio Varese-Montepaschi Siena 74-77 (finale Coppa Italia)
Precedenti stagionali: 2-1
Acea Roma-Lenovo Cantù 70-84 (2a giornata campionato)
Lenovo Cantù-Acea Roma 60-65 (17a giornata campionato)
Lenovo Cantù-Acea Roma 85-89 (quarti di finale Coppa Italia)