La giunta del Comune di Roma ha dato il via libera all’esenzione totale dal pagamento dell’Imu sulla prima casa per le famiglie (circa 376mila) con reddito Isee non superiore a 15mila euro, così come preannunciato a fine aprile dal sindaco Gianni Alemanno. Come spiegato sul sito del Comune capitolino, il calcolo della capacità contributiva sarà misurato sulla base di coefficienti (quelli del “Quoziente Roma”) che consentono di alleviare il carico fiscale sull’abitazione principale per i nuclei familiari più numerosi, con almeno un figlio minore di 25 anni a carico o con disabili in famiglia. “I criteri per l’esenzione dal pagamento dell’Imposta Municipale Unica – si legge ancora – sono contenuti in una memoria di Giunta che incarica il Dipartimento Risorse economiche di dare attuazione alle nuove agevolazioni. La copertura finanziaria dei costi legati ai benefici contributivi sarà assicurata dai maggiori introiti che si otterranno con la rivalutazione delle rendite catastali degli immobili situati nelle zone di pregio della città. La revisione degli estimi riguarderà, infatti, il 7,49% delle prime case a Roma, oltre a immobili non ad uso abitazione e a seconde case già riclassificate e con le rendite catastali già adeguate ai valori di mercato”. L’incremento del gettito, considerando le nuove rendite catastali e le aliquote Imu dell’anno scorso, “è calcolabile in 116,2 milioni di euro. La somma sarà interamente destinata ad alleviare il carico fiscale sulla prima casa per le circa 376mila famiglie romane che versano in particolari situazioni di disagio economico-sociale”. Non si è però fatta attendere la replica di Confedilizia, secondo cui l’iniziativa farebbe parte solamente di una “spregiudicata demagogia elettorale”: Alemanno, infatti, starebbe continuando “nella sua azione demagogica dichiarando di far conto su (ipotetiche) maggiori entrate nelle casse comunali dovute ai nuovi classamenti (comportanti maggiori rendite catastali per gli immobili interessati) attribuiti (d’ufficio) ad immobili romani individuati in molte zone della città”. “Il sindaco – prosegue la nota – sa, ma non dice, che tali maggiori entrate sono del tutto ipotetiche (non reali, non spendibili) perché i cittadini interessati dai nuovi classamenti, decisi a tavolino, potranno, legittimamente, ricorre alle Commissioni tributarie che decideranno sui dati reali che verranno loro forniti dagli interessati, non sulle elucubrazioni decise a tavolino, senza alcun sopralluogo, per far cassa, a pochi giorni dalle nuove elezioni comunali). Il sindaco non ha (ancora) dichiarato cosa farà nel caso in cui tali (ipotetiche) maggiori entrate non dovessero arrivare alla casse comunali. Quale beffa si creerebbe in tal caso a danno di tante famiglie meno abbienti per una (spregiudicata, quanto inutile) demagogia elettorale”.