Prevista per domani una protesta di massa davanti a tutte le ambasciate tunisine. Un gesto femminile di solidarietà verso Amina Tyler, diciannovenne tunisina che i fondamentalisti vorrebbero condannare alla lapidazione.
Un gesto di protesta il suo, ispirato al movimento delle Femen ucraine: Amina ha postato su Facebook una sua foto a seno nudo con una la scritta (questa volta in arabo) simbolo del movimento: “il mio corpo mi appartiene e non rappresenta l’onore di nessuno”, oltre alla scritta “fuck your morals”.
Con l’arrivo al potere del partito Ennahda un gesto come quello di Amina rischia sei mesi di carcere per oltraggio al pudore, ma il vero pericolo viene dagli integralisti. Il predicatore Adel Almi ha lanciato una fatwa contro la ragazza: dieci frustate e la lapidazione a morte. Il gesto di Amina rappresenta la voce delle femministe tunisine che denunciano un regresso nei diritti alle donne proprio con l’arrivo al potere del partito Ennhada.
La posizione degli integralisti in questa vicenda ha immediatamente suscitato la reazione sdegnata di decine di donne che, anche nei paesi arabi, hanno postato sul web le loro foto in topless in segno di solidarietà. Le attiviste si sono date appuntamento per protestare davanti alle ambasciate tunisine nel modo tipico delle femen. ‘Ci saranno milioni di Amina”, avverte la leader del Movimento Tunisino con base a Parigi, Aliaa Magda Elmahdy, e invita ”tutte le donne arabe a un’azione pubblica in topless”.
Nei giorni scorsi la fondatrice di Femen, Inna Shevchenko, aveva cercato di contattare Amina sul cellulare, spento per tre giorni, mentre i suoi account Skype e Facebook risultavano disattivati facendo temere il peggio: che fosse stata arrestata, rapita o chiusa in un ospedale psichiatrico.
Invece il suo avvocato, la femminista e militante Bochra Blhaj Hmida, ha assicurato che Amina sta bene e si trova a casa sua.