Caro Direttore,
anche gli ultimi pezzi della casa sono venuti giù. Premesso: il Pd non è mai stato casa mia (figurati, Stalin mi fa paura anche da morto), ma mi addolora lo stesso. Il motivo? Forse solo un tarlo, ma non posso fare a meno di pensare che sotto le macerie, assieme alla polvere, rimarranno sepolte anche tante cose preziose. Tante storie, come quelle che amo raccontare ai miei figli per ricordargli che la vita non sono solo i giocattoli di Steve Jobs.
Una di queste è la storia di una giovane donna che, tanti anni fa, rimase improvvisamente vedova con due figli piccoli da crescere. Quelli del partito (allora si chiamava Pci) fecero di tutto per aiutarla, anche quando si trattò di trovarle un lavoro. La prima opportunità che si presentò fu un posto da becchino al cimitero e fu colta al volo. Per essere assunta la ragazza doveva sostenere una prova pratica che consisteva nello scavare, con picco e pala, una fossa di dimensioni umane. Era gennaio, il terreno era completamente ghiacciato e duro come il cemento. Non ce l’avrebbe mai fatta, lei così gracile. Così, la notte prima dell’esame, un gruppo di compagni (tra i più nerboruti) entrò di soppiatto nel cimitero e smosse il terreno che la giovane avrebbe dovuto scavare l’indomani, facilitandole il lavoro. Imprecavano quelli, e intanto scavavano. Il mattino dopo, dai segni sul terreno, era chiaro a tutti che quelle zolle erano già state dissodate. Ma nessuno fiatò, la ragazza scavò la sua buca e diventò becchino. La cosa si riseppe col risultato che la stima per quelli che avevano fatto il lavoro notturno aumentò. Anche da parte degli avversari politici. Crebbe perfino l’invidia nei loro confronti. Chissà che fine hanno fatto, la donna, i suoi figli (che oggi saranno uomini maturi) e quei compagni …
Capisci perché mi dispiace, perché d’istinto correrei a puntellare quelle rovine? Consola un poco pensare che di quelle storie (e chissà quante ce ne sono) quello che resta è il bene, fatto e ricevuto. Un bene che torna in mille rivoli e può aiutare la nostra gente a ricominciare a sperare.
Lettera Firmata