A Milano si torna a parlare di riapertura dei Navigli. Sarà lo straordinario successo di pubblico che sta riscuotendo la nuova Darsena, ma quello che per molti è solo un sogno anacronistico, ieri, in una sala gremita della Triennale, è parso invece molto vicino alla realtà. Il messaggio dell’Associazione Riaprire i Navigli che ha organizzato il dibattito “Riaprire i Navigli! Nuove opportunità per Milano” è: non guardiamo alla storia, pur ricca e sempre maestra, ma al futuro. Per ora esiste un progetto di fattibilità realizzato con un concorso di diverse competenze, tra cui quella del Politecnico di Milano, progetto che – ha annunciato il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris – sarà discusso in una preposta commissione comunale a metà giugno (la data non è ancora stata fissata).
L’intervento di recupero di una delle “più importanti opere monumentali dell’ingegneria idraulica”, prevede la riapertura della tratta da Cassina de’ Pom, là dove il Naviglio Martesana oggi s’infossa sotto via Melchiorre Gioia, verso la Conca dei Navigli fino alla Darsena. Si tratta di circa 8 chilometri di Naviglio urbano costruito in modo da continuare a garantire i principali attraversamenti stradali. “Otto chilometri che ne riattiverebbero però 140”, ha detto Roberto Biscardini, presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli: l’obiettivo è infatti ripristinare il grande sistema idroviario milanese e lombardo per restituire a Milano e alla Lombardia la navigabilità dei suoi canali dal lago Maggiore e dal lago di Como fino al Ticino e all’Adriatico.
Aver coperto i Navigli, ha detto, è stato un errore urbanistico che però si può correggere. Perché, come mostrano tutte le città europee che hanno saputo difendere, valorizzare e gestire le loro vie d’acqua (e lo hanno fatto anche grazie alla tecnologia lombarda in materia di conche, di scale d’acqua, ecc), i vantaggi sarebbero indiscutibili in quanto ad attrattività della città, turismo, commercio, rivalutazione immobiliare e produzione energetica, non ultimo, un nuovo regime idraulico che limiterebbe le esondazioni. Ai vantaggi, l’economista del territorio Angela Airoldi, ha aggiunto il primo impatto per la ricaduta dei lavori di costruzione, e l’impatto indiretto che riguarda la messa in azione di tutta la filiera economica, le ricadute commerciali, fiscali e l’occupazione.
Il preventivo complessivo delle opere di architettura e ingegneria è stimato tra i 120 e i 150 milioni di euro, “meno del costo di 3 km di metropolitana”, si legge su un volantino che viene distribuito, costo a cui, non è da escludere, potrà contribuire anche il Comune nelle parti di riqualifica urbana, si è sbilanciata la De Cesaris che si è detta “pragmatica ma ottimista”. Per le fonti di finanziamento si è parlato di project financing, sottoscrizioni popolari e persino, ricordando un’esperienza britannica, di una lotteria.
La cifra di 150 milioni di euro non pare però realistica per il presidente della Triennale Claudio De Albertis, intervenuto “più come imprenditore”, che vede sottostimato il costo dello spostamento delle reti dei servizi. Oltre a quello del finanziamento, per De Albertis altri temi mostrano forti criticità o rimangono irrisolti sulla carta: la questione ambientale, visto che l’imponente movimentazione riguarda materiale di riporto, non materiale naturale; il traffico; la stima sulla produzione di energia e sulla sua resa, così come la stima della rivalutazione immobiliare o la difficoltà di coinvolgere i privati nella realizzazione dei parcheggi. Soprattutto però ha caldeggiato una questione di metodo: visto l’enorme impatto del progetto, non si può prescindere da una “democrazia del consenso”. Tema a cui i milanesi sono molto sensibili, anche se, va ricordato, al referendum del 2011 il 94,32% di loro disse sì alla riapertura dei Navigli.
Expo sta facendo concorrenza alla città – ha confermato Simonpaolo Buongiardino, Vicepresidente di Confcommercio Milano – ma non nella zona dei Navigli. Qualcosa vorrà dire.
Siamo nella post-modernità, i milanesi sono cambiati, rivogliono la loro acqua (che è vita e forza primordiale), chiedono più ambiente e forse più silenzio e meno velocità. Se questo è ciò che desiderano per dare una svolta e ricominciare, c’è il caso che non si faranno fermare da difficoltà materiali ed economiche. La prossima occasione per parlarne è lunedì 18 maggio, ore 17,30 presso il Touring Club Italiano. All’evento, dal titolo “Riaprire i Navigli a Milano! Verso nuovi paesaggi” parteciperà, tra gli altri l’assessore alla cultura di Milano Filippo Del Corno.