Sulla manovra Monti, le Regioni dicono la loro. E pretendono di essere ascoltate dato che, sul piano concreto, saranno le amministrazioni locali a dover gestire gli effetti di quanto viene deciso a Roma. Domenica hanno avuto un incontro col governo. E oggi, nella Conferenza della Regioni, si sono date appuntamento tra di loro. Cosa ne è emerso? Romano Colozzi, assessore al Bilancio della Lombardia, era presente all’incontro di oggi e, interpellato da ilSussidiario.net spiega che «sono quattro le questioni di fondo imprescindibili e all’ordine del giorno. Le scelte sulle quali determineranno conseguenze decisive in tutta Italia». Si tratta della sanità, dei trasporti pubblici locali, della tassa sull’ormeggio delle imbarcazioni e delle imposte di trascrizione delle autovetture. Andiamo con ordine: «Per quanto riguarda la sanità – spiega – ci è stato garantito che, rispetto al fondo sanitario già previsto per il 2012, non cambierà nulla. Non ci saranno, quindi, i tagli prospettati che sarebbero ammontati a due miliardi e mezzo di euro». Si è fatto in modo, infatti, di trovare la copertura: «le risorse sono state recuperate aumentando l’addizionale regionale dallo 0,9% all’1,23%». Veniamo ai trasporti.
«Prima della manovra – continua Colozzi -, dal governo Berlusconi erano stati messi a disposizione 400 milioni, a fronte di una somma complessiva necessaria corrispondente a poco più di due miliardi di euro. Il patto era di trovare le risorse a bilancio o di introdurre un’accisa sui carburanti di 3,8 centesimi per litro che avrebbe portato ad una totale copertura della somma richiesta». Nulla di tutto ciò è stato fatto. «Dal testo a disposizione risulta che manchino all’appello ancora circa 850 milioni di euro. E non si parla di accise. Il problema non è stato risolto. Questa mattina le Regioni hanno chiesto un incontro con il governo per chiedere il rispetto dei patti». L’aumento del costo degli ormeggi per le barche sembra argomento futile. Ma così non è. «La misura è stata presentata con gli attributi della lotta contro lusso; ma, da tutte le Regioni che si affacciano sul mare (quindi, quasi tutte) è stato segnalato che comporterebbe pesanti ripercussioni a livello occupazionale e di sviluppo. Quando un’operazione simile fu condotta dal governatore della Sardegna, Renato Soru, quasi il 50 per cento delle imbarcazioni si spostò in Francia».
L’ultima seccatura è la meno sconosciuta ma potrebbe rivelarsi la più dannosa. «Nasce da una norma inserita nell’ultimo provvedimento finanziario del governo Berlusconi che aveva aumentato, raddoppiandole, l’imposta di trascrizione delle autovetture – la cosiddetta Ipt – che concorre al finanziamento delle Province. Tale aumento, per una serie di questioni giuridiche, non può scattare in maniera automatica per le Regioni a statuto speciale, per le quali si richiede una lunga procedura burocratica. Questo comporta che le cosiddette grandi flotte – autonoleggi o leasing -, si stanno spostando nelle Regioni a statuto speciale». Il problema è passato in sordina, ma è enorme. «Basti pensare che, in Regione Lombardia, determinerebbe un mancato introito di 150 milioni l’anno. Abbiamo chiesto al governo di neutralizzare l’effetto di questa norma, che sta ottenendo il risultato contrario all’obiettivo preposto».
Colozzi ci ha spiegato anche che su tutti questi temi c’era, tra le Regioni, assoluta unanimità. Gli abbiamo chiesto, infine, cosa ne sarà di un tema che, alla Lombardia, sta particolarmente a cuore. Ovvero, il federalismo. «Se, come il governo sostiene, si fiscalizzerà il trasporto pubblico locale (attraverso un’accisa sulla benzina o, come avevamo chiesto noi, attraverso l’Irpef), significherebbe – conclude – che già metà di quello che è previsto dal federalismo fiscale sarebbe attuato. Sarebbe l’inizio in un percorso che ne porterebbe alla completa attuazione».
(Paolo Nessi)