Dopo il terribile terremoto di ieri in Nepal che ha ucciso circa 2500 persone, questa mattina è stata registrata una nuova scossa di magnitudo 6.7 che ha provocato nuove valanghe sul monte Everest. Tra i dispersi ci sono quattro italiani. Si tratta di quattro speleologi, tre dei quali sono stati identificati: uno è Giuseppe Antonini, 53 anni, speleologo di Ancona, la seconda è Gigliola Mancinelli, anche lei di Ancona, medico dell’ospedale cardiologico Lancini e tecnico speleologo. Mentre il terzo è Oscar Piazza del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige e un altro, il quarto, è Giovanni Pizzorini, 52 anni, di Genova. I quattro italiani si trovavano in missione nel villaggio di Langtang, che è stato travolto da una valanga provocata dal sisma.
Mentre proseguono le operazioni di soccorso in Nepal per trovare eventuali superstiti del terremoto di magnitudo 7.9 che ha sconvolto il Paese uccidendo oltre 2.200 persone, Facebook ha lanciato un servizio che permette a chiunque si trovi nella zona colpita dal sisma di avvertire amici e parenti. “Trova velocemente gli amici che sono nell’area coinvolta e collegati con loro. Conferma che stanno bene se ne sei a conoscenza”, si legge sulla pagina chiamata “safetycheck” (clicca qui per vedere). Come ha spiegato Mark Zukerberg, fondatore del social network, si tratta di “un modo semplice per avvisare la famiglia e gli amici che stai bene. Se ti trovi in una delle zone colpite dal terremoto, rispondi alla domanda e tutte le persone con cui sei in contatto avranno tue notizie. Quando i disastri accadono la gente ha bisogno di sapere che i propri cari sono al sicuro. E’ in momenti come questo che essere in grado di connettersi veramente conta”.
Continua a crescere il numero delle vittime del devastante terremoto di magnitudo 7.9 che sabato ha messo in ginocchio il Nepal. I morti sarebbero almeno 2.200, anche se qualcuno parla di almeno 2.500 persone decedute sotto i tantissimi crolli avvenuti non solo in Nepal, ma anche nei Paesi vicini. Il governo locale ha dichiarato lo stato di calamità nazionale e chiuso tutte le scuole per almeno una settimana, mentre proseguono le operazioni di soccorso per trovare eventuali superstiti. Sarebbero invece circa 300 gli italiani presenti in Nepal, tutti usciti incolumi dal sisma. Altri tre connazionali sono invece bloccati sull’Everest: si tratta di Marco Confortola, Roberto Boscato e Marco Zaffaroni.
Continua a tremare la terra in Nepal, dove poco fa è stato avvertito un nuovo terremoto di magnitudo 6.7 gradi della Scala Richter che si va ad aggiungere alla scossa di sabato di magnitudo 7.9 che ha causato la morte di oltre duemila persone. Il bilancio è però destinato a salire, visto che i soccorritori ancora non sono riusciti a raggiungere numerosi villaggi colpiti dal sisma: in totale, come fatto sapere dall’Onu nelle scorse ore, sono circa 6,6 milioni le persone coinvolte dalla devastante scossa che ha portato morte e distruzione anche in India, Tibet e Bangladesh. Il nuovo terremoto di stamattina ha provocato anche una nuova valanga che ha raggiunto ancora il campo base sull’Everest dove i soccorritori stanno facendo evacuare un centinaio di persone.
E’ stata una notte di scosse in Nepal, devastato dal terremoto di magnitudo 7.9 che ha ucciso oltre duemila persone. Continua infatti a crescere il bilancio della terribile scossa avvenuta poco prima di mezzogiorno locale portando morte e distruzione, ma si teme che il numero delle vittime sia destinato a salire ulteriormente. L’onda sismica si è estesa anche in India, Tibet e Bangladesh, causando anche valanghe nella zona dell’Everest dove sono stati recuperati almeno diciotto corpi. I palazzi, i templi e i monumenti anche recentemente restaurati sono crollati “come tasselli di un domino”, hanno raccontato due turisti italiani che sono vivi per miracolo. Distrutta anche la famosa torre Dharahara a Kathmandu, patrimonio dell’Unesco. Tantissime persone questa notte hanno dormito in macchina o in strada per la paura di nuove scosse, mentre proseguono le operazioni di soccorso per trovare eventuali sopravvissuti sotto le macerie. Per quanto riguarda la presenza di connazionali, sono stati segnalati tre italiani bloccati sull’Everest: tra questi anche Marco Confortola, alpinista già sopravvissuto a un incidente sul K2 nel 2008. Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha espresso “la propria vicinanza al Nepal”, annunciando di aver disposto “un aiuto di emergenza per un ammontare di 300.000 euro. Il finanziamento verrà canalizzato attraverso la Federazione Internazionale della Croce Rossa (FICROSS) e consentirà alla Società nazionale della Croce Rossa nepalese di realizzare attività di primo soccorso in favore delle vittime”. Attraverso questo contributo, “verranno in particolare realizzate attività di ricerca dei sopravvissuti e di soccorso ai feriti, la distribuzione di generi di prima necessità (scorte alimentari, acqua potabile, coperte) e verrà garantito un alloggio di fortuna alla popolazione civile evacuata dalle abitazioni danneggiate”.