Ha fatto scalpore in America il “piccolo consiglio” dato da Susan Patton, ex alunna di Princeton, laureata nel 1977, che si è recata nella sua ex università per tenere una conferenza e ha incontrato gli studenti di oggi, scambiando con loro consigli e opinioni.
Uno di questi non è stato ben accolto. «Voi siete qui, come lo ero io, a lottare per il vostro futuro, per avere un’ottima carriera. Ma c’è una cosa che nessuno vi dice: la cosa migliore che potete fare è sposarvi con uno dei vostri compagni di corso. Le donne devono trovare uomini intelligenti, non dovete accontentarvi. Per una vita felice vi serve un buon marito e in giro non ce ne sono molti, quei pochi sono qui, adesso, attorno a voi. Non vi capiterà più di avere vicino così tante occasioni».
Le sue parole sono finite sul Daily Princeton scatenando un tamtam di reazioni su blog, televisioni e giornali. Ovviamente le più indignate sono state le donne: studentesse ancora alle prese con gli esami, che rivendicano il loro diritto ad essere indipendenti e farsi strada nella vita a prescindere da un marito.
La Patton ha ricevuto le più svariate critiche, c’è chi ha detto “il femminismo è morto a Princeton”, e chi la accusa di classismo: «Lei vuole che le élite stiano con le élite in modo da creare una generazione di super eletti». La Patton, che evidentemente si è sentita fraintesa ha spiegato: «Ho incontrato un gruppo di studentesse dopo una conferenza, parlavamo del loro futuro e le ho trovate così incerte, così spaventate: allora ho detto loro come potevano aumentare le possibilità di essere felici».
Lei stessa, che ammette di non sapere nemmeno cosa sia il femminismo, viene da una famiglia ebrea che la spingeva ad un matrimonio di convenienza, ma si è ribellata per conquistarsi una posizione, ha diretto la propria azienda, e semplicemente sviluppato questa convinzione: “pensare ad un matrimonio felice non è un tabù, avete il diritto di sognarlo”.
Un sogno che per lei non ha funzionato come sperava, dato che dopo 27 anni ha dovuto affrontare un doloroso divorzio, in cui, per sua ammissione, ha contribuito il diverso livello culturale tra lei e suo marito, che è stato spesso fonte di tensioni.
Diversa l’analisi che il New York Times fa della vicenda: La Patton non ha tradito il femminismo, ma ha commesso un crimine ancora più grave presso le élite di Princeton, ha tradito la classe. Il New York Times spiega come a Princeton e in tutte le università di pari livello, le relazioni sociali, e quindi anche il matrimonio, siano il vero motore dell’ascesa. Infine c’è chi non trova così antifemminista il consiglio della Patton, e dal blog dell’Huffington Post una utente fa notare come sia semplicemente stato toccato l’irrisolto nodo del conflitto tra amore e carriera: «Ho corso, studiato, pensato solo al lavoro e adesso mi trovo a 36 anni sola. Mi chiedo: ne è valsa la pena?».