Un campo di ricerca, quello dell’immunologia, ancora per molti versi da esplorare e da cui tutti si aspettano scoperte che aprano prospettive terapeutiche per le malattie più gravi.
Una scoperta recentissima, la comprensione dei meccanismi molecolari che regolano l’attivazione e la funzione di particolari cellule del sistema immunitario, le cellule Natural Killer, è raccontata da uno dei suoi autori, direttore scientifico del prestigioso Istituto Gaslini di Genova.
Si illustrano i passi che hanno portato il gruppo di ricercatori italiani a scoprire sia i «recettori inibitori» che i «recettori attivatori» e a clonarne i geni – tra l’altro con un metodo originale -, riuscendo a spiegare la capacità delle cellule NK di uccidere le cellule tumorali o le cellule infettate da virus, risparmiando quelle normali.
E si spiegano in termini scientificamente realistici le possibili ricadute in campo terapeutico. Una lettura che apre nuove prospettive di apprendimento e un’occasione da non perdere per comunicare agli studenti le tappe di una nuova conquista della scienza nel campo dell’immunologia.
Le cellule Natural Killer (NK) sono uno dei principali attori della cosiddetta immunita innata, vale a dire l’insieme di quelle componenti delle nostre difese comparse precocemente nell’evoluzione e che costituiscono vere e proprie fondamenta di tutto il sistema immunitario.
Le cellule NK furono originariamente identificate su base puramente funzionale, in relazione alla loro capacita di uccidere varie linee tumorali senza una previa attivazione (strettamente necessaria nel caso dei linfociti T).
Proprio questa caratteristica funzionale ne ha determinato la denominazione di «killer naturale». Si tratta di una popolazione linfoide che, a differenza dei linfociti T e B, non esprime recettori distribuiti clonalmente specifici per i vari antigeni.
In condizioni normali, le cellule NK sono presenti pressoche esclusivamente nel sangue periferico, nel midollo osseo o nella milza. Possono tuttavia migrare nei tessuti sede di infiammazione in risposta a mediatori chemiotattici prodotti da varie cellule infiammatorie.
Le cellule NK giocano un ruolo centrale nelle difese dell’immunita innata essendo in grado di prevenire la rapida disseminazione di tumori metastatici (per lo meno in modelli sperimentali del topo) e per giocare un ruolo cruciale nelle difese contro alcuni virus citopatici, soprattutto virus di tipo Herpes.
In seguito ad attivazione, le cellule NK rilasciano citochine e chemiochine che inducono risposte infiammatorie, controllano l’emopoiesi e la generazione di cellule dendritiche (DC), attivano la funzione dei macrofagi e dei granulociti.
Sono infine in grado di influenzare le risposte mediate dai linfociti T, inducendo una risposta polarizzata di tipo TH1 particolarmente efficace contro vari agenti patogeni.
Pertanto, in condizioni patologiche nelle quali si verifichi un’attivazione precoce delle cellule NK, si potranno avere importanti effetti (sia qualitativi che quantitativi) sulla seguente risposta adattativa.
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Lorenzo Moretta
(Istituto Giannina Gaslini e Università degli Studi di Genova)
© Pubblicato sul n° 25 di Emmeciquadro