Il sondaggio non s’ha da fare. Beppe Grillo scende di nuovo in campo contro i suoi e blocca sul nascere il referendum online tra gli attivisti pentastellati per indicare un nome all’assessorato Legalità e sicurezza della giunta Marino a Roma. Poche ore dopo il lancio dell’iniziativa da parte di Marcello De Vito, candidato sindaco M5S alle ultime amministrative, ecco apparire sul blog di Grillo il divieto assoluto ad alleanze “palesi né tantomeno mascherate”. Il voto online, quindi, “non ha alcun valore”. Incassa il colpo anche Ignazio Marino, precisando però di non aver mai chiesto alcuna alleanza al Movimento, ma di aver “semplicemente continuato a proporre il nostro metodo”, chiedendo “curricula di persone valide. Se il Movimento 5 stelle presenterà candidature valide saremo contenti di prenderle in considerazione”. Intanto il sondaggio web tra gli attivisti romani è andato avanti, come hanno riferito i quattro consiglieri del Movimento in Campidoglio. In attesa degli sviluppi, abbiamo chiesto un commento al giornalista e analista politico Peppino Caldarola.
Come giudica innanzitutto il tentativo di dialogo avviato da Ignazio Marino?
L’avvicinamento del sindaco di Roma non mi stupisce affatto. Vorrei ricordare che Marino si è sempre detto contrario al governo Letta, votando a suo tempo Rodotà e andando sempre in contrasto anche con la candidatura di Napolitano. La sua linea, in accordo con Nichi Vendola, è sempre stata quella di aprire un dialogo con il Movimento 5 Stelle.
Un dialogo che i 5 Stelle romani hanno accolto positivamente…
Al di là delle vicende che hanno riguardato le diarie e l’autoritarismo del duo Grillo-Casaleggio, nell’M5S c’è un’area abbastanza ampia che vuole effettivamente avviare un dialogo con alcuni spezzoni della sinistra. Del resto anche lo stesso Grillo ha sostenuto il suo candidato sindaco, Federico Piccitto, poi vincitore a Ragusa nel recente ballottaggio, che poteva contare sull’esplicito appoggio da parte di Sel. C’è quindi una evidente contraddizione tra l’alleanza concessa in Sicilia e quella non permessa a Roma.
Come se lo spiega?
A Ragusa il sindaco è del Movimento 5 Stelle, mentre a Roma si tratterebbe di appoggiare il primo cittadino di un altro partito, e questo a Grillo non piace. In secondo luogo, credo che il capo del Movimento non si fidi più di quegli stessi dirigenti romani che lo hanno esposto a una sanguinosa sconfitta elettorale.
Ben conoscendo le “regole” del Movimento, come mai gli esponenti M5S hanno tentato l’alleanza a Roma?
Una parte della “bolla” elettorale si è chiaramente sgonfiata, nel senso che il “boom” del 25% non è ormai più confermato dai sondaggi. Gli esponenti romani stanno quindi decidendo quali dovranno essere i passi successivi, se in direzione di un movimento “antisistema” che fa tutto da solo, oppure se aprirsi al dialogo con altre forze. Questa apertura, però, è considerata un pericolo da Grillo, per sé stesso e per il suo Movimento, quindi assistiamo a una duplicità di linea che prima o poi, inevitabilmente, esploderà in modo molto forte.
Cosa pensa invece della presa di posizione di Grillo contro il referendum online?
Grillo è il padrone assoluto del Movimento, lo si è visto anche in queste settimane in cui ha espulso tutti coloro che hanno osato protestare. Nonostante ciò, non può comunque fidarsi della rete, uno strumento che accetta realmente solo quando sa bene che confermerà i suoi giudizi. Se invece Grillo rischia di essere smentito, allora è un meccanismo che gli si rivolta contro. Probabilmente ha scelto di bloccare l’iniziativa proprio perché sapeva che dalla rete sarebbe potuto arrivare un esito favorevole alla giunta Marino, a conferma del fatto che il Movimento 5 Stelle è un partito padronale esattamente come ce ne sono stati molti altri nella storia della politica italiana degli ultimi 20 anni.
Più in generale, come considera la vittoria di Marino?
Pur non avendo il consenso del gruppo dirigente centrale, Marino è riuscito nell’operazione di far convergere su di sé tutta la paura dei cittadini romani verso la ripetizione della tragica esperienza Alemanno. Il suo è stato un voto “contro” e adesso dovrà darsi da fare con le prime misure da sindaco.
Cosa prevede?
Marino è una persona preparata e volenterosa, apprezzabile anche per il fatto di aver deciso di dimettersi da senatore ancor prima di conoscere l’esito elettorale, cosa che prima di lui non ha fatto nessuno. C’è però l’incognita del suo progetto, ma alle sue spalle può contare su un personaggio molto conosciuto a Roma che è Goffredo Bettini, in passato già “consigliere” di Rutelli e Veltroni, che d’ora in avanti farà lo stesso con Marino. Dalla composizione della giunta non mi aspetto invece particolari sorprese, anche se bisognerà vedere nei prossimi giorni come si regoleranno gli equilibri.
In ogni caso, crede che i grillini rimarranno fuori?
I 5 Stelle ci hanno abituati a comportamenti piuttosto particolari che quindi potrebbero riservare nuove sorprese in futuro, ma credo che il divieto di Grillo alla fine verrà rispettato. A meno che non nasca una fronda romana contro il leader, ma questo lo sapremo solo più avanti…
(Claudio Perlini)