“Un criminale di guerra non può essere festeggiato, alla memoria delle vittime del nazifascismo non si può mai derogare”. Queste le parole di Francesco Polcaro, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), a commento dei possibili festeggiamenti per i 100 anni (li compirà il 29 luglio) di Erich Priebke, l’ex capitano delle SS condannato all’ergastolo per essere stato uno dei responsabili dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Non stiamo parlando di una persona per la quale si deve fare festa, sarebbe indegno se si ripetesse la sceneggiata di dieci anni fa con la megafesta in un agriturismo. Noi non organizzeremo sit-in o manifestazioni, credo che la cosa migliore sarebbe quella di ignorarlo”, prosegue Polcaro. Priebke, intanto, rimane agli arresti domiciliari in un appartamento al quartiere Balduina, a Roma, dove ogni tanto si concede una passeggiata nei giardini sotto casa accompagnato dalla scorta. Il suo avvocato, Paolo Giachini, ha risposto alle polemiche chiarendo che “non ci sarà alcuna festa per i 100 anni. È ora di farla finita, l’Anpi e la Comunità ebraica si occupino dei problemi che li riguardano non di un povero vecchietto che sta scontando a norma di legge il suo ergastolo. Lo lascino in pace”. Nonostante il chiarimento, però, Carlo Taormina, in passato legale dello stesso Priebke, ha fatto sapere all’Ansa di essere stato invitato alla festa “dal suo avvocato e quindi andrò”. Dura la reazione della comunità ebraica di Roma che, attraverso il presidente Riccardo Pacifici, ha lanciato un appello “al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al premier Enrico Letta, al ministro Annamaria Cancellieri, al sindaco di Roma Ignazio Marino e al neogovernatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, affinché vigilino”. Il primo cittadino della capitale, Ignazio Marino, ha quindi promesso in una nota che vigilerà “personalmente affinché nessuna festa pubblica sia autorizzata in occasione dei 100 anni di Erich Priebke. Come più volte ricordato, Roma ha il dovere di ricordare chi ha combattuto per liberare la città dall’occupazione nazifascista e chi per mano di questa ha perduto la propria vita. Roma è stata insignita della Medaglia d’Oro della Resistenza e nessuno può festeggiare uno dei responsabili dell’eccidio delle Fosse Ardeatine”.