Stefano Cucchi è morto di malnutrizione. Lo sostengono i giudici della Corte d’Assise di Roma, che hanno depositato oggi in Cancelleria le 118 pagine di motivazioni della sentenza con cui hanno condannato diversi medici dell’ospedale Sandro Pertini e assolto altri infermieri e agenti della polizia penitenziaria. Il ragazzo, arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo in ospedale, è deceduto per una “sindrome da inanizione”, quindi una eccessiva riduzione dell’alimentazione. I giudici sostengono inoltre che è “legittimo” il dubbio che Cucchi, “arrestato con gli occhi lividi (perché molto magro e tossicodipendente) e che lamentava di avere dolore, fosse stato già malmenato dai carabinieri”. I fatti descritti nella formulazione del capo d’imputazione, prosegue la Corte d’Assise, “non consentono di ravvisare il reato di abbandono d’incapace, del quale non ricorre alcuno dei presupposti oggettivi né soggettivi, ma quello di omicidio colposo”. La sindrome da inanizione è “l’unica in grado di fornire una spiegazione dell’elemento più appariscente e singolare del caso, e cioè l’impressionante dimagrimento cui è andato incontro Stefano Cucchi nel corso del suo ricovero”.