A tutta velocità contro le inferriate. Si chiama Attilio Maggiulli l’uomo che si è schiantato – attorno alle 10.30 di questa mattina a Parigi – con la sua Peugeot 206 contro i cancelli dell’Eliseo, residenza ufficiale di François Hollande, Presidente della Repubblica Francese. Maggiulli è il direttore del teatro parigino Comedie italienne (fondato nel 1980 insieme a Hélène Lestrade) storico locale di Montparnasse specializzato nella promozione della cultura italiana. Il motivo del gesto? Una protesta contro il tagli ai fondi del suo teatro nel più ampio piano di tagli alle cultura previsto dal governo. Un testimone racconta come l’uomo sia stato estratto incosciente dalla vettura: “Ho sentito un gran botto e visto una macchina grigia. La polizia e la guardia repubblicana si sono precipitate”. Il nostro connazionale, medicato all’ospedale Georges Pompidou, è ora in stato di fermo di polizia. Originario di Corato (in provincia di Bari) Maggiulli, 67 anni, era stato già fermato ieri pomeriggio nei dintorni dell’hotel Marigny (poco distante dall’Eliseo). Le Monde riporta che aveva tirato fuori dalla sua auto “un Arlecchino dandogli fuoco dopo averlo cosparso di alcool e ha poi lanciato volantini per la strada per denunciare i tagli delle sovvenzioni al suo teatro”. L’uomo era stato quindi fermato e poi rilasciato senza nessuna accusa da parte della procura”. Maggiulli è stato un allievo di Strheler e, come detto, è il direttore del Théâtre de la comédie italienne, l’unico teatro italiano in Francia voluto proprio da Giorgio Strehler e Italo Calvino. Da parecchio tempo il teatro si trova in difficoltà economiche. Nel 2009 era stata firmata una petizione, alla quale hanno partecipato diversi artisti e intellettuali italiani e francesi quali Juliette Binoche, Renzo Piano, Michel Piccoli, Daniel Pennac e Fabrice Lucchini. In precedenza (nel 1999), per sopperire alla mancanza di fondi, Maggiulli aveva venduto i costumi offerti dal Piccolo Teatro e dalla Scala per pubblicare a pagamento sui quotidiani parigini una “Supplica del povero Arlecchino” a Jacques Chirac e a Lionel Jospin seguita da un lungo digiuno. Oggi un gusto forte e scellerato per l’amore del teatro e della sua scuola.