Forse in molti si stanno ancora chiedendo cosa sia successo in quei giorni di fine novembre-inizio dicembre 2013 a Shangai, quando i responsabili ultimi di due tra le più importanti realtà italiane che operano nel settore fieristico, FederlegnoArredo e BolognaFiere, dopo anni di dissidi e cause legali, hanno improvvisamente deciso, non solo di abbandonare ogni ostilità, ma di unire le forze per realizzare un progetto con l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese italiane sul mercato cinese dell’arredamento. Una cosa è certa, come ha sottolineato Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere: è stato riconosciuto “più importante il valore di una collaborazione tra le nostre rispettive competenze che gli attriti del passato”. Molto semplice, ma in questo frangente sembra un miraggio di ragionevolezza e di novità. Il buttare il cuore al di là di ogni ostacolo, per “rilanciare il sistema Italia”, secondo quanto annunciato ieri mattina alla presentazione dell’iniziativa, avvenuta alla presenza del ministro Maurizio Lupi.
Il cuore dei protagonisti senz’altro c’entra, ma i dati dicono anche che questo è il momento giusto per dare vita al progetto. Roberto Snaidero presidente di Federlegno Arredo, ha ricordato infatti che nel 2013 si è registrato un aumento del 22,7% nelle esportazioni di arredamento italiano in Cina per un totale di fatturato di 208 milioni di euro (dati Centro Studi Cosmit/Federlegno Arredo). Nei primi mesi di quest’anno il dato è del 35% in più rispetto all’anno scorso. Nei prossimi 5 anni ci saranno 200 milioni di nuovi ricchi, la maggior parte dei quali cinesi. “Idi Italia casa prestigiosa” (questo il significato dell’ideogramma che esprime il nome della joint venture che sarà costituita con diritto cinese) si propone di essere molto più che l’unione di forze per organizzare una grande fiera competitiva. Come ha spiegato Giovanni de Ponti, direttore di Federlegno Arredo, si tratta di un percorso di formazione e lavoro che preparerà le aziende a fare business in un mercato e in un mondo completamente diverso dal nostro.
Attraverso l’approfondimento dei diversi aspetti legali e fiscali, ma anche la costruzione di una rete di relazioni con le grandi catene di distribuzione locali e la realizzazione di un database di utenti finali, clienti e facilitatori, come architetti, interior design, studi di architettura, imprese di costruzioni. Il progetto poi prevede incontri business to business e business to consumer, anche in Cina. Un percorso fatto di tappe importanti che culminerà con il lancio della Fiera del mobile italiano in Cina nel 2016. Un esempio “significativo ed emblematico del fatto che in Italia se si vuole, si può fare sistema” – ha detto il ministro Lupi – chiave di volta per rilanciare tutto il sistema Paese ed anche “segno che le cose si possono fare”.
In ogni settore, compreso quello delle infrastrutture, tornando a ragionare in termini non solo di settori, ma di filiere integrate. E di opportunità, bandendo ogni pretestuoso conflitto, come nel caso di Expo Milano 2015, a partire dal quale il nostro Paese può giocare, anche in prospettiva, un importante ruolo di ponte tra mondo occidentale e nuovi mondi. L’intenzione del Governo – ha proseguito il ministro – è utilizzare la leva fiscale per valorizzare le tante risorse imprenditoriali esistenti nel nostro Paese, anche per accelerare i consumi. Leve fiscali come il bonus mobili che è stato reinserito nel decreto in conversione proprio oggi al Senato. Se, come auspicato durante l’incontro, l’esempio di Federlegno Arredo e BolognaFiere verrà seguito anche in altri settori, c’è da credere che la previsione fatta dall’Unione europea dello 0,6% di crescita del Pil italiano verrà superato.