Caro Direttore,
Il 21 settembre scorso, insieme ad altre 7.000 persone (secondo la stima fatta dalla Questura) ho manifestato il mio dissenso alla scelta di fare a Falcognana la discarica dei rifiuti di Roma. Eravamo moltissimi: per quello che riuscivo a vedere, la manifestazione era lunga quanto tutta Via Cavour, da dove siamo passati per dirigerci verso l’Altare della Patria e poi Piazza dei SS. Apostoli.
Alcuni giorni prima mi era stato riferito da dei residenti che qualcuno della polizia aveva avvisato di aver ricevuto ordine di caricare i manifestanti, perciò di non portare i bambini. Dopo l’esperienza di molti ai Fori, quando la Digos aveva attaccato i manifestanti nonostante la presenza di bambini ed anziani (perché i manifestanti erano semplicemente le famiglie residenti vicino a quella che dovrà essere la discarica), girava una certa preoccupazione. Personalmente ero piuttosto spaventata, ma visto la gravità della situazione, ho preso coraggio e sono andata ugualmente a manifestare.
E’ stata, invece, nonostante gli avvertimenti, la manifestazione dei bambini! Tantissimi bambini ed adolescenti, c’era anche una donna incinta. Tanti anziani e gente, semplice, persone vere che chiedono aiuto, di essere ascoltate, di essere riconosciute. Già, perché il Commissario Sottile ha scelto Falcognana (una frazione di Roma, attaccata a Roma) guardando a delle vecchie cartografie dove non erano presenti molte delle case che oggi invece esistono. Per legge non si possono fare discariche vicino alle case, ma su quelle vecchie carte le case non erano ancora segnate… il risultato è che semplicemente, per il Commissario, quelle case non esistono. Immaginate tantissime persone, adulti e bambini, che non esistono eppure ci sono, tanto è vero che manifestano! Possono manifestare i fantasmi? Come quella bambina che urlava con tutta la voce “No discarica!” agitando un piccolo cartellone con la scritta disegnata da lei. Andrà a scuola vicino alla discarica?
Mi piacerebbe che Marino, Zingaretti, Sottile, come ciascuno di noi, andasse da almeno uno solo di quei bambini a dire che lui non esiste, che lui può essere sacrificato per l’emergenza rifiuti di Roma. Oppure andasse a dirlo, guardandolo negli occhi, ad uno di quei papà o di quelle mamme, magari a quella mamma incinta: “Il tuo bambino, già prima di nascere, può essere sacrificato”.
La cosa non torna, soprattutto se si pensa che esistono almeno altre due zone idonee a fare una discarica lontano dalle case, ma non si comprende per quale misteriosa ragione Zingaretti desidera ardentemente che la discarica si faccia proprio dentro Roma, seppur alla periferia, dove ci sono case a soli 70 metri da dove si sta scavando per accogliere i rifiuti che arriveranno già dal primo ottobre.
Non torna neanche il motivo per cui si vogliono mandare quasi tutti i rifiuti di Roma all’estero ed in altre regioni, ma una piccola parte si voglia portarla vicino a delle abitazioni… perché proprio lì? Quali sono i reali motivi? Esistono, inoltre, tre vincoli in quella zona, addirittura è stato vietato di mettere dei pannelli solari a causa di questi vincoli (per non deturpare il territorio)… perché invece per i rifiuti, pur esistendo soluzioni alternative e salutari per tutti, si vogliono portare proprio lì? Forse, questi, non deturpano il territorio? Perché, poi, il vice sindaco tranquillizza i cittadini affermando che la discarica non verrà allargata, ma sono stati acquistati terreni per allargarla? Le domande sono molte, ma a nessuna i cittadini hanno ricevuto risposta, se non il silenzio di Zingaretti o la sua uscita sulla follia del Ministro della Difesa Mario Mauro che aveva offerto un sito alternativo.
E’ impressionante, andando dove sta la discarica, passare accanto ad una scuola elementare e vedere, proprio accanto al sito scelto, un bel campo di viti e le pecore pascolare poco distante. Fa ancora più impressione sapere che quelle viti servono a produrre un vino DOC rinomato, quelle pecore per formaggi DOP, vanto del Lazio, venduti anche all’estero. Tremano i polsi nel venire a conoscenza che pochissimo spessore di terra separa le cave per i rifiuti dalle falde acquifere e che, essendo zona sismica, c’è il rischio che in futuro più di qualcosa piombi nell’acqua che serve le case circostanti e l’acquedotto di Roma. Carpe diem! Meglio correre ai ripari subito oggi per i rifiuti senza ragionare e senza preoccuparsi se un domani questo sarà causa di un’altra emergenza! Carpe diem e non importa se molte persone rischiano la propria salute o se molti mangeranno cibi inquinati!
Quanto stiamo rischiando, lo hanno compreso non solo i residenti di Falcognana, Spregamore e Castel di Leva (le frazioni direttamente coinvolte), ma anche i residenti del Comune di Marino, Santa Maria delle Mole, Albano, dei Castelli, Bracciano… tutti presenti alla manifestazione di ieri. Certo, perché questa è una cosa che coinvolge tutti, nessuno escluso e se qualcuno si sente escluso, gli chiedo se ha il coraggio di andare da uno di quei piccoli che ieri manifestavano e che, in prima fila, reggevano due dei tanti striscioni della manifestazione (“Mamma, papà… voi potete fermarli, per la mia vita”).
Qualcuno potrà obiettare che è meglio che si sacrifichino loro, che spostare il problema ad altre persone… eppure, nessuno di coloro che ieri manifestava, pensa a scaricare il problema su altri: lo striscione “La soluzione è 100% differenziata: + salute, + lavoro, + materie riciclate, + soldi per tutti” la dice lunga. Solo una settimana prima all’Auditorium del Santuario della Madonna del Divino Amore si è discusso di questo. Sono venuti diversi esperti ed è emerso come esistono soluzioni salutari e realmente redditizie per tutti. Per i più increduli, desidero far presente che, essendo Falcognana semplicemente alla periferia di Roma, quanto sta avvenendo, avrà un impatto sulla Laurentina, l’Appia, andando sino alla zona di S. Giovanni Laterano… a questo punto, forse, sarà meglio cambiare proprio città! Magari regione, tanto per non correre troppi rischi in futuro, anche perché in Lazio non esiste una politica seria del trattamento dei rifiuti, quindi, sembra, si continueranno a fare buche qua e là.
Concludo con il dire che forse non a tutti interessa che il primo e più importante santuario di Roma si trova a soli 2 Km dalla discarica, in fondo può interessare solo ad i pellegrini ed ai turisti, ma mi chiedo… che fine fanno quelle persone che vivono a soli 70 m? A 1 Km, 1,5 Km? Ieri però c’era chi non ha abbandonato le sue pecore ed è venuto a rischiare come tutti, vicino a chi è in periferia, il Rettore del Santuario. Alla fine della manifestazione, pronti a reagire, le forze dell’ordine con i loro scudi, dall’altra parte delle mamme con le carrozzine ed i bambini tenuti per mano, che, terminata la manifestazione, sono andate via, sperando in futuro migliore per i propri figli.
Lettera firmata