Dopo la seconda giornata il campionato di basket vede tre squadre in testa alla classifica: Caserta, Virtus Bologna e Roma (clicca qui per i risultati del secondo turno e la graduatoria). Tra le partite giocate spicca l derby lombardo tra Milano e Varese, vinto dall’Olimpia che ha preso il largo nel terzo periodo per poi gestire più o meno agevolmente. Per le scarpette rosse contributo positivo di David Moss, in campo nonostante una spalla in disordine, e anche da Curtis Jerrells (11 punti), il playmaker americano già oggetto di qualche dubbio dopo le prime prestazioni negative. Varese invece ha avuto tanto da Achille Polonara e più dal play di riserva, Andrea De Nicolao, che dal titolare Keydren Clark, complessivamente sottotono sinora. Ha perso Siena sul campo di Reggio Emilia, che ha condotto dall’inizio alla fine contro i campioni d’Italia, forse stanchi dopo l’impegno in Eurolega. Altra vittoria di rilievo è stata quella di Sassari, che sfruttando la verve di Drake Diener (31 punti) ha piegato Cantù dopo tre quarti di grande equilibrio. Per un’analisi della seconda giornata di campionato ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Flavio Tranquillo, telecronista di basket per SkySport.
Che peso si può dare alla prima vittoria di Milano? Relativo perché siamo alla seconda giornata. E’ vero che era una partita con tanta pressione per l’Olimpia, ma così come non era un dramma aver perso a Brindisi non farei fanfare per aver vinto contro Varese.
Moss, Langford e Gentile possono giocare assieme? Gli ultimi due giocano in maniera un pò accentratrice, è meglio alternarli? Il concetto di gioco accentratore ha poco a che vedere col basket, centra più con il calcio. E’ una questione di mentalità: se un giocatore di talento pretende di avere un certo numero di tiri a partita, possono nascere problemi per la squadra. Se invece i Langord e i Gentile capiscono che è la partita a determinare i loro tiri, non vedo problemi per la loro coesistenza offensiva.
urtis Jerrells ha dato qualche segnale positivo: si è parlato di problema in regia per Milano, è un’analisi che condivide? Dopo due-tre partite è difficile parlare di qualsiasi tema. E’ vero che Jerrells e Haynes non hanno brillato, e che interpretano il ruolo di playmaker non esattamente alla maniera degli anni ’80 o ’90, per intenderci. Del resto questo era quello che l’Olimpia cercava nella costruzione della squadra, la bontà delle scelte va verificata nel tempo, non discussa dopo due prestazioni sotto le aspettative.
A proposito di playmaker: Clark a Varese sembra appannato, si potrebbe utilizzarlo dalla panchina, promuovendo De Nicolao che invece vive un buon momento? Può essere un’idea ma come ce ne sono tante, che vanno dal tagliare Clark a tenerlo in campo 40 minuti a partita per dargli fiducia. Le possibilità sono diverse ma alla fine è coach Frates che decide, lui ha il polso della situazione. Non so se Varese voglia già tagliare Clark ma come nel caso di Jerrells: le prime prestazioni di un giocatore non possono esprimere un giudizio esaustivo. Poi è chiaro che il rendimento degli americani è sempre sotto osservazione, sia che una squadra vinca sia che perda.
La sconfitta di Siena a Reggio Emilia si può ricondurre alla fatica infrasettimanale in Eurolega? La fatica è un altro concetto che lascerei al calcio, o all’NBA che prevede anche quattro o cinque partite alla settimana. In queste situazioni la fatica può subentrare ed essere un fattore, nel caso di Siena non ne farei un alibi. Nella fattispecie non ho visto la partita di Reggio Emilia, e parlare di ciò che non ho visto è uno sport che non mi piace.
Una delle sfide più interessanti ha opposto Sassari a Cantù. Il campo ha dato il suo verdetto, in ottica regular season la Dinamo ha davvero qualcosa in più rispetto ai brianzoli? E’ davvero difficile da dire adesso, credo che per esprimere giudizi consistenti si debbano aspettare tre mesi di campionato. Vale per tutte le squadre: ad oggi c’è ancora tanta, troppa omogeneità. Del resto si pesca a piene mani da un mercato di americani abbastanza simili, è superficiale parlare di singoli che vengono dallo stesso pool di talento. Col tempo emergeranno i protagonisti e anche le squadre si potranno valutare meglio.
In questo marasma iniziale c’è un prospetto o un progetto di squadra che la intriga? Qualcuno che può essere il nuovo Dunston (ex centro di Varese), ovvero poco conosciuto e poi dominante? Di giocatori del genere ce ne sono una decina. Uno che mi interessa è Kim English, guardia americana di Siena che però con Reggio Emilia è rimasto a zero punti, mentre al debutto ne aveva segnati 13 solo nel primo tempo. Lui è la fotografia della situazione attuale: i segnali sono troppo parziali.
(Carlo Necchi)