In Regione Lombardia è stata appena approvata una legge che rivede profondamente il sistema del trasporto pubblico locale. Un tema importante per lo sviluppo di un territorio sia per i costi che comporta per le casse regionali (e non solo), sia per il riflesso che ha sulla mobilità quotidiana delle persone. Abbiamo raggiunto l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, per approfondire gli aspetti innovativi di questa legge.
Assessore, da cosa prende spunto questa riforma del Trasporto pubblico locale?
L’obiettivo principale è quello di una razionalizzazione che possa portare minori costi e maggiore qualità del servizio. Attualmente il Tpl (Trasporto pubblico locale) impegna 1.100 milioni di risorse pubbliche all’anno, con questa riforma abbiamo stimato di poter risparmiare, a regime, 145 milioni di euro senza che questo vada a discapito del servizio. Quindi questa non è solo una riforma a costo zero, ma che porterà dei benefici economici. E non solo: il vero obiettivo è quello di fornire ai cittadini un servizio sempre più efficiente, di qualità e in grado di rispondere alle rinnovate esigenze di mobilità.
Entrando nello specifico, in che modo questa legge consente di ottenere gli obiettivi indicati?
Innanzitutto a gestire il Tpl regionale saranno 5 agenzie corrispondenti a 5 differenti bacini (Bergamo; Brescia; Como-Lecco-Sondrio-Varese; Cremona e Mantova; Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia) in sostituzione dei 22 enti esistenti attualmente. Questo significa poter indire gare anche unitarie per ferro e gomma, massimizzare l’integrazione del trasporto pubblico su ambiti vasti in modo da rendere l’uso del mezzo pubblico facile per il cittadino, evitare sovrapposizioni e realizzare un coordinamento unitario tra corse urbane e corse interurbane. Ma c’è un altro fattore che segna una vera e propria svolta: l’abolizione del criterio della spesa storica e l’introduzione dei costi standard e del fabbisogno di mobilità.
Nella legge approvata si fa riferimento esplicitamente alla sostenibilità del trasporto pubblico, anche questa è una novità?
Una novità assoluta, è la prima volta che vengono scritte in una legge tutta una serie di misure e di indicazioni orientate ad affermare un modello di mobilità sostenibile, non solo di trasporto pubblico: dallo sviluppo per l’uso della bicicletta a incentivi per veicoli a basso impatto ambientale.
Questa semplificazione raggiungerà direttamente l’utente finale, per esempio tramite una differente tariffazione?
Una delle finalità principali della legge di riforma è proprio l’ottimizzazione del sistema tariffario, in particolare attraverso la progressiva attuazione dell’integrazione tariffaria regionale. Ma l’attenzione all’utente finale passerà anche attraverso un impegno costante per migliorare la qualità del servizio in termini di regolarità, affidabilità, comfort, puntualità e accessibilità. Vogliamo poter sviluppare un sistema di trasporto pubblico maggiormente rispondente alle esigenze di mobilità delle persone e di sostenibilità ambientale; favorire i centri di interscambio e l’integrazione modale e il trasferimento dal mezzo privato al mezzo pubblico; semplificare il sistema e migliorare gli strumenti di governo; assicurare le risorse necessarie per garantire l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’intero sistema.
Una riforma innovativa su cui c’è stata addirittura l’unanimità in Consiglio Regionale.
E’ il frutto di un percorso condiviso nato nel 2007 e concretizzato nel “Patto per il Tpl lombardo” del 2008 dove erano state definite, con tutti gli attori interessati, le linee guida evolutive delle politiche del Tpl lombardo. Partendo da questo documento, base di riferimento costante nell’elaborazione della nuova legge, il metodo del dialogo e del coinvolgimento ha permesso un lavoro costruttivo prima nelle commissioni, quindi in Consiglio Regionale; un lavoro di confronto che potesse portare al miglior risultato per i cittadini. Nella gestione delle Agenzie sono stati coinvolti tutti i soggetti, anche le organizzazioni dei consumatori e degli utenti, e ognuno ha portato il proprio contributo con l’obiettivo comune di rendere un servizio sempre più efficiente e di qualità. D’altro canto non bisogna dimenticare che già in questi anni gli utenti del servizio di trasporto pubblico sono cresciuti passando dai 430.000 del 2004 ai 670.000 di oggi, un incremento del 50% che contiamo ora di far crescere ulteriormente, con l’ambizioso obiettivo di 1 milione di utenti giornalieri. Con questa legge completiamo il passaggio dal “socialismo reale” del trasporto pubblico a un modello aperto di stampo industriale: nelle gare la preferenza sarà per un modello in cui l’aggiudicatario è responsabile a tutti gli effetti di tutti gli aspetti della gestione del servizio e quindi della qualità.