Grosso guaio per Wayne Rooney. Stavolta, però, non c’entra la sua persona, no. A metterlo nei pasticci è stata la sua famiglia, esattamente il padre e lo zio, che sono stati arrestati per una truffa legata al calcioscommesse. Lo ha rivelato il Mirror. Thomas e Richie Rooney, assieme ad altre sette persone, sono stati incastrati da un’inchiesta condotta dalla polizia del Merseyside e di Glasgow. L’arresto del padre di Rooney, Thomas, sarebbe stato eseguito a Liverpool, nella sua abitazione. Come si è arrivati a questa conclusione? Le forze dell’ordine hanno lavorato duramente per nove, lunghi mesi. Mesi di accertamenti, di indagini serrate. Tutto è partito da un’espulsione, ritenuta sospetta, del centrocampista del Motherwell Steve Jennings, anch’egli sottoposto ad arresto. Jennings, infatti, sarebbe ritenuto un personaggio-chiave dello scandalo. La commissione che indaga sulle scommesse si sarebbe attivata proprio dopo un rosso ai suoi danni, dopo che i bookmakers avevano riportato all’attenzione degli inquirenti un flusso anomalo di puntate sull’espulsione di un giocatore. Il match in questione era quello tra Motherwell e Hearts of Midlothian – valido per la massima serie scozzese – giocatosi il 14 dicembre dello scorso anno. Una volta tanto, dunque, il nome di Rooney finisce nei guai non per colpe proprie. L’attaccante inglese, nel corso di questi anni, ci ha abituati, con impressionante frequenza, ad ogni genere di bravate. Dalle risse nei pub alle avventure di sesso mercenario, con la povera Coleen – sua moglie – costretta ad ingoiare ogni genere di infedeltà. Per non parlare delle parolacce e delle blasfemie urlate in faccia alle telecamere, gli insulti agli arbitri e addirittura ad un tifoso via Twitter. ‘Roo’, come talvolta viene soprannominato dai tabloid, non si è fatto mancare nulla. Adesso questa storiaccia di calcioscommesse, in cui sono coinvolti fino al collo padre e zio. Un episodio molto brutto, che riaccende i riflettori sulla tremenda piaga delle scommesse. Una di quelle capaci di ammazzare, o quantomeno di infliggere un duro colpo allo sport. Le istituzioni sportive, in questi anni, hanno dimostrato di non avere i poteri necessari per fermare uno scandalo di tali proporzioni. Servirebbe forse più collaborazione con la giustizia ordinaria, oppure una diversa educazione ai valori sportivi.
Per noi solo una magrissima constatazione: che certe cose non succedono mica solo da noi…