Nell’ultima settimana che ci divide dalle primarie del 14 novembre, con cui il centrosinistra sceglierà il proprio candidato sindaco alle elezioni comunali di Milano, IlSussidiario.net ha voluto chiedere ai candidati quale visione della città vogliono proporre e quali progetti hanno a cuore. Le risposte dell’avvocato Giuliano Pisapia.
Che città ha in mente e cosa si augura per Milano?
Voglio che Milano torni a essere la città punto di riferimento per l’intero Paese. Voglio che torni a essere la città accogliente che non chiudeva la porta in faccia a nessuno, che ha permesso a tanta gente di realizzare i propri sogni. Da troppo tempo Milano si è chiusa su se stessa e non rappresenta più un modello al quale ambire.
Un amministratore ha il dovere di perseguire ciò che è bello? Quanto tempo pensa di poter dedicare da sindaco alla bellezza della città?
Abbiamo vissuto a Milano troppi anni di bruttura frutto di mala gestione, scarsa trasparenza e scelte sbagliate. Da amministratore dedicherò tutto il tempo possibile a ricostruire una cultura del bello, dell’ordine e della pulizia. Se la bellezza è lo splendore del vero dopo tanta menzogna un cambiamento è possibile.
Qual è la sua “bussola”, cosa la muove nella sua vita e nella sua dimensione personale?
Ho due punti saldi nella mia vita: la mia compagna Cinzia e un’incontenibile voglia di cambiare la mia città e il mio paese, renderlo un più giusto, più accogliente, più umano.
Se avesse a disposizione soltanto tre parole per identificare Milano, quali userebbe? Che immagine le viene in mente quando pensa a questa città?
Ad oggi è una fotografia sfuocata scattata da mani inesperte e prive di passione. Le tre parole per la Milano di oggi: chiusa, triste e sporca. Quando penso alla città non riesco a fare a meno di notare il contrasto tra quello che è stato, quello che è e quello che potrebbe essere.
Se penso alla Milano di una volta: viva, accogliente e aperta.
Perchè, secondo Lei, la sinistra è da tempo minoritaria nella capitale del riformismo e un po’ in tutto il Nord?
La sinistra, da tempo, vive una crisi d’identità profonda. È come se ci si vergognasse di dire quello che si pensa per paura di scontentare i cosiddetti “moderati”. Così facendo la sinistra – oltre a non riuscire a conquistare il voto moderato – ha perso anche il proprio elettorato. Un elettorato che non trovando mai risposte convincenti su temi fondamentali come il lavoro,la casa, l’immigrazione ha perso voglia, passione e interesse. Sono convinto che solo se si tornerà a essere chiari sulle questioni più care al popolo della sinistra, facendo scelte coraggiose, sarà possibile costruire un’alternativa credibile al centrodestra.
Famiglie, anziani, giovani. Quali sono i cardini della sua politica sociale?
Se eletto intendo promuovere l’elaborazione di un correttivo dell’Isee da applicare a tariffe e servizi comunali che riconosca il carico familiare anche per i conviventi – in base ai registri anagrafici e a quello delle unioni di fatto – con figli, anziani e disabili, e sostenga situazioni di difficoltà come padri separati e madri sole.
L’amministrazione comunale deve garantire assistenza domiciliare agli anziani in difficoltà la mia proposta è: un servizio di badanti e accompagnamento selezionato e garantito dal Comune, d’intesa con le associazioni.
Ai giovani vanno garantiti luoghi e spazi di aggregazione in cui condividere momenti ed esperienze.
Produttività e imprese: cosa deve fare un’amministrazione per incentivare lo sviluppo economico sul territorio?
Sono un sostenitore dell’incubatore d’impresa e del microcredito. Vanno incentivate le aziende e la nascita di nuove attività con aiuti finanziari, agevolati o a fondo perduto. Quanto ai settori da incentivare, sono quelli della nuova economia, come tecnologie, green economy e new media. Il sostegno va esteso in ogni caso alle piccole imprese e alle cooperative sociali. E non mi riferisco solo ai giovani che aprono un’attività per la prima volta.
Come si coniuga, secondo Lei, l’Expo 2015 con ciò che è bene e bello per i cittadini?
L’Expo potrà essere una grande occasione per rilanciare Milano nel mondo e per lasciare come sua eredità ai milanesi le strutture, le infrastrutture e il verde realizzati per l’esposizione. L’attuale amministrazione Moratti finora ha messo sul tavolo litigi, ritardi, miopia e progetti solo annunciati. Speriamo che non sia troppo tardi per Milano e per i milanesi.
Spesso si parla di sussidiarietà. Per lei è un valore? Ci indichi un esempio di sussidiarietà in azione.
Dove lo Stato non è in grado di arrivare, la sussidiarietà è un arricchimento per la nostra società. Conosco direttamente centinaia di associazioni di volontariato che incarnano questo ideale, dai volontari che in carcere aiutano il reinserimento dei detenuti a coloro che danno da mangiare da vestire a poveri e disadattati, l’elenco potrebbe durare pagine e pagine…