“I vincenti cercano soluzioni, i perdenti cercano scuse”. Il motto globale di Hiwin campeggia anche all’ingresso del quartier generale italiano, a Brugherio (foto sotto). Dal 2013 il colosso taiwanese ha deciso di puntare con determinazione sull’Italia. Una nuova conferma è in arrivo a Lamiera 2017: dal 17 maggio alla Fiera di Milano, lo stand Hiwin sarà ampio e centrale. La presenza importante a tutte le grandi manifestazioni fieristiche internazionali della macchina utensile – da Emo e Bimu – è un altro standard strategico del gruppo.
“Il nostro impegno qui è a lungo termine, l’Italia è il secondo paese industriale d’Europa”, dice a Il Sussidiario.net Paul Yang, chief operating officer di Hiwin Italia, ora anche associata ad Ucimu. “Nel primo trimestre 2017 stiamo registrando un buon andamento degli ordini, in parallelo con i trend evidenziati da Ucimu”, sottolinea Yang, “I risultati a breve sono fondamentali per verificare la nostra performance, ma lo sviluppo dei nostri progetti in Italia e la nostra strategia d’investimento hanno una proiezione poliennale”. La filosofia di Eric Y.T. Chuo, presidente e Ceo di Hiwin è chiara: “Produrre non è un obiettivo ma un servizio che risponde alle esigenze dell’uomo”. Per questo i capisaldi della mission Hiwin sono quattro. cura per i dipendenti; aumento dell’utile a beneficio degli azionisti; crescita continua, corporate social responsibility.
Nella base Hiwin nell’hinterland milanese operano oggi 72 addetti: 7 sono ingegneri italiani, assunti per dar forza alla ricerca di soluzioni customizzate per le imprese clienti. Sono entrati a far parte di un grande team globale di 500 tecnici altamente qualificati chiamati a far crescere l’eccellenza tecnologica Hiwin “nel controllo di tutto ciò che è in movimento”. Dalle viti a ricircolo di precisione fino ai sistemi robotizzati della gamma odierna (grazie anche alla consociata Hiwin Mikrosystem): dalla fondazione del gruppo – nel 1989 – fino ad oggi la ricerca applicata e la capacità produttiva e di marketing di Hiwin non ha mai rallentato. Dai sistemi industriali a quelli biomedicali, dalla biochimica al risparmio energetico, dalla fotonica ai trasporti: sono 3252 i brevetti chiesti da Hiwin fino al 2016. I risultati finanziari (16,1 miliardi di dollari di fatturato 2016, con una redditività del patrimonio del 9,56%) hanno nel frattempo spinto Hiwin a quinto posto nella Top 100 global Growth Enterprise per il 2016 indetto da Nikkei, gestore della Borsa di Tokyo (in classifica Hiwin precede Apple).
La Germania è l’hub europeo del gigante asiatico, ma l’Italia è una delle 13 subsidiary internazionali. E non sorprende per un gruppo che ha l’automazione e “industria 4.0” fra i punti di forza della sua offerta. “Le imprese italiane nostre clienti sono caratterizzate da una forte vocazione in-house: vogliono progettare prodotti o soluzioni produttive all’interno della propria organizzazione – spiega Yang – e hanno il gusto creativo tipico del Made in Italy anche nel design di macchinari complessi. Proprio per questo, oltre all’offerta di componenti di frontiera tecnologica e di prima qualità, apprezzano una proposta strutturata di assistenza per lo sviluppo di sistemi che non esistono. Sistemi che possono prendere forma grazie a una partnership con Hiwin: attraverso i suoi componenti ma soprattutto utilizzando i know-how continuamente accumulati dal gruppo”.
E’ questa la traiettoria strategica con cui è nata la nuova Divisione Sistemi, che a Brugherio fra breve acquisirà un elevato grado di autonomia, pur continuando a dialogare con Taiwan e l’hub tedesco. Assi lineari, assi rotativi, tavole rotanti, sistemi multiassi: “Presto saremo attrezzati con un nostro laboratorio di test e stiamo lavorando a progetti importanti nel settore automotive, nel packaging, nelle presse, nel taglio dei tessuti”.
Un prodotto-pilota nel catalogo Hiwin è certamente KK: un asse trafilato con elevate caratteristiche di rigidezza e precisione e consente ai progettisti delle aziende di concentrarsi sulle loro macchine, senza doversi preoccupare degli asservimenti. KK è infatti fornito completo di motore Hiwin. KK viene prodotto a Taiwan ma a breve la subsidiary italiana sarà autonoma nell’accessoristica. Variante con doppio carrello, adattatore per motori, uso di giunti, soffietti e sensori: tutto l'”abbigliamento” dell’asse, il suo sviluppo come componente “intelligente” al servizio di aziende evolute, verrà prodotto in Italia. Con investimenti non trascurabili: 8 milioni dal 2013 al 2016 e un programma di rafforzamento delle risorse umane fino a 100 unità nel prossimo biennio. “Non escludiamo attenzione per possibili acquisizioni”, sottolinea Yang.
Il mercato sta comunque rispondendo bene: “Sia grandi aziende che piccoli produttori stanno comprendendo il valore contenuto in in sistema finito, già assemblato ma dopo essere stato disegnato esattamente per le loro esigenze “. Dall’immagine Hiwin è definitivamente scomparsa l’espressione low cost e si sono invece conquistate spazio altre caratteristiche d’identità: “accuratezza” è una delle più rilevanti.
A Taichung, all’ingresso della Direzione Globale di Hiwin, otto colonne di pietra bianca sorreggono una cupola in vetro a forma di diamante, che assomiglia a un cielo stellato. la cupola simboleggia la gestione globalizzata e diversificata delle facoltà intellettive di Hiwin, lo stile di comando stabile e affidabile, lo spirito di chi è sempre alla ricerca di cose eccezionali. Sotto la cupola, dentro le colonne, c’è sempre di più Hiwin Italia.