Si è svolta al Giardino dei Giusti di Milano – una sezione del Parco Stella dedicata a chi nel mondo si è opposto con coraggio ai totalitarismi o ai crimini contro l’umanità – la cerimonia di dedicazione di un albero e di un cippo con scritto “trucidato dall’ISIS nel 2015 per aver difeso in Siria il patrimonio archeologico di Palmira, memoria cella civiltà umana” a Khaled al-Asaad, un archeologo e scrittore Siriano ucciso il 18 agosto scorso. L’iniziativa è di Gariwo, onlus presieduta dallo scrittore milanese Gabriele Nissim e impegnata nello sviluppo globale del progetto “Giardino dei Giusti”
La cerimonia è stata introdotta dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Desidero esprimere il mio apprezzamento per le iniziative promosse a Milano in ricordo di Khaled al-Asaad, appassionato studioso, che ha dedicato la propria vita per la difesa del patrimonio archeologico di Palmira. (…) Il ricordo della sua figura esemplare costituisce un’ulteriore occasione per mobilitare le coscienze (…) al rifiuto della violenza per corrispondere alle istanze di cooperazione e di pace tra i popoli, garantendo l’affermazione dell’ intera umanità”
Un messaggio sicuramente attuale alla luce dei fatti di Parigi della settimana scorsa, condiviso anche dal Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha voluto sottolineare come questi siano giorni difficili, che affidano alla responsabilità di ciascuno la domanda cruciale su come rispondere con coraggio all’ orrore e alla malvagità “Noi siamo Khaled” ha detto ai molti bambini di fronte a lui e a tutti i presenti.
Ha ricordato un uomo integro, un musulmano disposto a dare tutto se stesso per la libertà non solo sua ma del proprio paese e del mondo intero, un personaggio che merita l’albero a lui dedicato perché è proprio il simbolo di quella vita che ha perso ma che ha regalato a tutti noi perché “chi muore per la libertà di tutti vive nella memoria di ciascuno”. Motivo, dunque, di una unità necessaria per combattere qualunque forma di terrorismo.
“I nemici di Palmira sono gli stessi nemici di Parigi, di New York, di Madrid, di Londra, di Mumbai (…) di tutti i luoghi e da tutti i luoghi dove il terrorismo ha seminato morti. Sono quindi i nostri nemici, quelli che vogliamo contrastare. (…)La decisione di Khaled ci indica la strada per vincere il terrore e il terrorismo che non è una fatalità, si può vincere e si deve vincere anche a costo della vita.(…) Il terrorismo vive e prolifera sulla paura e sulla incapacità di creare dialogo” (Per il discorso integrale clicca qui)
Sulla stessa linea il Console Generale di Francia a Milano Olivier Brochet, che ha dichiarato “Non dimentico la ragione primaria della mia presenza ma purtroppo nel frattempo Parigi è stata una volta ancora vittima di un terribile attacco terroristico e sappiamo che gli assassini di Khaled al-Asaad sono gli stessi che hanno colpito Charlie Hebdo, il teatro Bataclan, i ristoranti dell’ XI arrondissement di Parigi, e lo stade de France” Il Console ha ricordato i 129 caduti ed i 350 feriti, che erano simbolo della Francia multiculturale del giorno d’oggi, un paese senza differenza sociale o religiosa che coltiva una gioventù alla costante ricerca di apertura al mondo e di un futuro di pace e passione alla vita.
“Ho qui una lista parziale di queste povere vite spezzate” ha aggiunto tra le lacrime “ Leggerle è un momento terribile e doloroso. Su queste pagine ci sono più di cento nomi che rievocano tanti destini rotti dalla barbarie. (…)Giovani di tutto il mondo che avevano dei sogni, dei progetti di vita, che amavano Parigi e la Francia. Tutto questo è ridotto a qualche linea irrisoria per descrivere tante persone amate, formidabili, piene di vita e di speranza. Qui davanti all’albero dedicato a Khaled al-Asaad, davanti a questo giardino dei giusti, mi inchino dolorosamente in memoria di tutte le vittime del terrorismo islamico a Parigi come a Palmira” e in tutti i Paesi del mondo. Per questo motivo il Console ha voluto apporre al cippo dell’albero di Khaled la lista delle vittime di Parigi.
A memoria di Khaled al-Asaad sono intervenuti anche il Presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, il presidente Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna, il presidente di Gariwo Gabriele Nissim e l’archeologo Paolo Matthiae, che ha raccontato di aver conosciuto il collega decapitato l’agosto scorso durante i suoi lunghi anni di lavoro in Siria quando, durante i weekend, si recava in visita a Palmira dove incontrava l’amico. Matthiae ha chiesto al pubblico “Come poteva lasciare Palmira quando ha capito che la sua città, in cui era pienamente immedesimato, sarebbe stata nelle mani delle bande nere di atroci e infami terroristi? Aveva piena consapevolezza del rischio a cui andava incontro ma (…) Palmira era lui stesso, Palmira doveva essere difesa”
La cerimonia si è chiusa nella speranza che non siano necessari altri martiri, e con l’augurio che l’albero dedicato a Khaled al-Asaad sia seme di un bene che contagi tutti, impegno ad una rinnovata e piena umanità.
(Vicky Bonarelli)