È positivo il bilancio 2016 dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione che ha registrato incremento per tutti i principali indicatori economici, ad eccezione dell’export. Quinta tra i produttori, dopo la revisione della serie storica dei dati, effettuata dall’associazione statunitense, l’Italia si è confermata terza tra gli esportatori e ha guadagnato un posto nella classifica di consumo dove si è posizionata quinta, a testimonianza della vivacità della domanda locale. Il trend positivo registrato dal 2014 proseguirà per tutto il 2017 anno in cui cresceranno produzione, export e consumo che, sostenuto anche dalle misure del Piano Nazionale Industria 4.0, trainerà sia le consegne dei costruttori sul mercato interno sia le importazioni. Nessun altro paese, tra i leader di settore, registrerà incrementi tanto significativi quanto quelli messi a segno dall’Italia.
“D’altra parte – ha aggiunto Massimo Carboniero – i provvedimenti contenuti nel Piano Nazionale Industria 4.0 hanno già prodotto i primi effetti come dimostrato dall’andamento degli ordini raccolti dai costruttori sul mercato italiano. Dopo il +22,2% del primo trimestre del 2017, l’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani sul mercato domestico nel secondo trimestre registra un incremento del 28,5% a conferma della tendenza ad acquisire nuovi macchinari e nuove tecnologie per la connettività degli impianti”.Un dato che Ucimo ha offerto in diretta al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, collegato da Roma. “Non posso garantire oggi che gli incentivi dl piano digitalizzazione saranno confermati nella legge di stabilità 2018 – ha detto – ma è chiaro a tutti che una strategia-Paese come Industria 4.0 mostra i suoi benefici reali nell’arco di un decennio”.
Secondo i dati elaborati dal Centro Studi e Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’indice degli ordini di macchine utensili raccolti nel secondo trimestre 2017, ha registrato un incremento del 17,2% rispetto allo stesso periodo del 2016, per un valore assoluto dell’indice pari a 136,2 (Base 2010=100). Il positivo andamento è stato determinato sia la buona performance degli ordini raccolti dai costruttori italiani all’estero sia dall’ottimo riscontro ottenuto sul mercato interno. Più nel dettaglio, l’indice ordini esteri è cresciuto del 13,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore assoluto dell’indice pari a 124.
Sul fronte interno, è proseguito il deciso trend di crescita dell’indice ordini risultato, nel periodo aprile-giugno 2017, in crescita del 28,5%, per un valore assoluto pari a 180,5. Su base semestrale, l’indice segna un incremento del 9,9%, per un valore assoluto pari a 162. Buono l’andamento degli ordini esteri cresciuti del 5,6% (valore assoluto 146,1); decisamente positivo l’indice ordini interni cresciuto del 24,8% rispetto ai primi sei mesi del 2016, per un valore assoluto pari a 208,4. “Nonostante ciò, neanche alla fine del 2017, ci dicono le previsioni, avremo recuperato tutto il terreno negli anni della crisi, ha puntualizzato Carboniero. Il rilancio della competitività delle PMI manifatturiere è appena avviato, occorre tempo perché esse recepiscano i provvedimenti e avviino i piani di investimento”. “Per questo potrebbe essere utile trasformare il Superammortamento in provvedimento strutturale, anche per adeguare gli attuali coefficienti di ammortamento che non corrispondono più alla reale durata dei beni. Inoltre, a fronte di un grande interesse delle aziende ad impegnarsi nella propria riorganizzazione in chiave digitale, sarebbe opportuno valutare l’inserimento dell’Iperammortamento anche nella prossima Legge di bilancio, prolungandone l’operatività di un anno rispetto agli attuali termini fissati”.
“Non si tratta di snaturare la misura – ha continuato il presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE – si tratta di dargli l’agio necessario a produrre gli effetti sperati, anche perché l’attivazione di processi di digitalizzazione e interconnessione produrrà nel medio e lungo periodo nuovi e continui investimenti a tutto beneficio dell’economia del paese e della competitività del manifatturiero italiano, favorendo anche l’inserimento di giovani risorse, in risposta all’esigenza delle aziende di disporre di nuove professionalità”. “Per questo – ha concluso Carboniero – consideriamo fondamentale il lavoro che sta svolgendo il Ministero dello Sviluppo Economico in materia di formazione, indispensabile perché la trasformazione attivata dalle macchine divenga reale. Ma ciò non è sufficiente. Occorre intervenire sulle politiche fiscali e contributive anzitutto con l’azzeramento del cuneo fiscale per i giovani lavoratori e una ulteriore riduzione per tutti gli altri occupati”.