Non si spezza la maledizione delle amichevoli per l’Italia: a Parma la Francia passa per 2-1 e infligge a Prandelli la quinta sconfitta consecutiva in amichevole (l’ottava totale della sua gestione) dopo Ucraina, Stati Uniti, Russia e Inghilterra. IL CT però può ritenersi soddisfatto per quello che la Nazionale ha fatto vedere in certi tratti della partita e per l’inserimento dei giovani, che non ha magari dato risultati decisivi ma sicuramente è stato positivo. La Francia coglie una vittoria di prestigio e si conferma una delle nazionali più in forma del momento: dopo aver fermato la Spagna, ora viene a espugnare il Tardini, un risultato che vale poco ma che dà tanto morale e aumenta l’orgoglio.
E’ stata decisamente una bella partita. Di fronte a uno stadio pieno Italia e Francia non si sono risparmiate, dimostrando ancora una volta che questa sfida non è un’amichevole nemmeno quando di fatto lo è. Ritmi alti – con qualche pausa fisiologica – volontà di vincere, pressing alto, giocate interessanti e occasioni da gol: per essere un impegno a cavallo tra due turni di campionato, non ci possiamo certo lamentare, anzi. In generale le due squadre si sono fronteggiate alla pari: forse per numero di occasioni da gol gli Azzurri avrebbero meritato qualcosina in più, ma la Francia è stata abile a rispondere colpo su colpo e a sfruttare le opportunità capitatele.
Non si può ovviamente giudicare l’Italia rispetto a quella che sarà in vista dei Mondiali: troppi esperimenti, sei cambi nella ripresa, soluzioni che probabilmente non rivedremo. Prandelli però ha trovato buone risposte dai giovani lanciati (soprattutto El Shaarawy) e ha testato con successo alcune coppie importanti (Maggio-Candreva sulla destra), e probabilmente è uscito dal Tardini (che è stato casa sua) con più certezze che dubbi. Resta il rammarico di non aver visto Osvaldo e Balotelli, ma forse già a febbraio in Olanda ci toglieremo lo sfizio.
Ripetiamo: meno dell’Italia sul piano delle occasioni create e del possesso palla, ma i Bleus di Deschamps si confermano squadra in salute e che sta lavorando molto bene dopo il mezzo fallimento estivo in Ucraina. I nuovi volti intrigano, i veterani fanno la loro parte, e per la prima volta si vede una squadra che pressa e distrugge il gioco altrui invece di curarsi solo dei tocchi di fino e delle azioni in velocità. A ben guardare questa sera è mancato un bomber – Giroud inadeguato – ma l’ex giocatore e allenatore della Juventus ha Benzema, qui non convocato per un fastidio muscolare: con lui, questa nazionale può spiccare il volo.
Un’amichevole non richiedeva certo pugno di ferro e voce grossa con i giocatori, e quindi il lavoro in sè è stato poco e di routine. Tuttavia non si è capito come abbia potuto non comminare un’ammonizione a Koscielny che per almeno cinque volte ha steso Balotelli da dietro.
Deve effettuare una sola parata importante, su Menez lanciato a rete in velocità: lo aspetta, non va giuù e devia in angolo. Per il resto è sicuro nelle uscite e nel resto del lavoro.
Presente in fase offensiva, spinge tanto e mostra una buona intesa con Candreva. Dietro balla un po’: Ribery gli va via troppe volte, dalla sua parte i francesi creano i pericoli maggiori.
Attento e sicuro nelle coperture, ma rimane la macchia sul gol di Valbuena che gli passa di fianco con troppa facilità. Prima era stato impeccabile, ma questa sbavatura costa almeno mezzo voto perchè costa un gol.
Gioca tutto il secondo tempo e ancora una volta fa vedere di essere diventato un difensore assennato, con piedi buoni per l’impostazione e sempre concentrato)
Partecipa alla frittata collettiva sul secondo gol: concorso di colpe. Però non molla mai, cerca sempre di salire palla al piede e non commette errori di sorta.
Nel primo tempo l’Italia non gioca mai su di lui, ed è un peccato perchè quando viene coinvolto mette al centro un paio di cross interessanti.
L’assist con cui manda in porta Balotelli è pregevole anche perchè di prima intenzione. Cerca sempre di farsi trovare nel vivo dell’azione, ormai in questa squadra ha preso sicurezza.
( Non si vede mai: era chiamato a una prova importante, l’impressione è che non l’abbia superata. Ma è giovane, e Prandelli punta su di lui)
Era l’uomo più atteso: sostanzialmente se l’è cavata, buona personalità nel farsi sempre trovare per l’impostazione, più timido in fase di copertura, sul gol di Valbuena fa la figura del paletto da sci.
( Per una sera è lui a subentrare a qualcuno: eppure non lascia il segno, perde subito due palloni banali e non trova mai la verticalizzazione ispirata e decisiva)
Macina chilometri su chilometri, ma quello che resta è tanto fumo: mai nel vivo del gioco, si sbatte nel tentativo di trovare una posizione che non troverà mai.
( Subito nel vivo del gioco, si vede che ha voglia di incidere: recupera palloni e sgomita da mediano, poi timbra una traversa clamorosa e sfortunatissima nel finale)
Pecca un po’ nelle conclusioni dalla distanza, suo marchio di fabbrica, ma per il resto ci mette grinta, fiato, volontà e scappa via sempre a destra, facendo sudare un osso duro come Evra. Una bella scoperta anche con l’azzurro Nazionale.
( Ci mette personalità e voglia di fare, ma ne viene fuori pochino: la fisicità di Reveillere e Sakho è troppo, affonda tra i flutti della difesa Bleu)
Partenza sprint: si muove dappertutto, destra e sinistra, protegge palla, dopo 10 minuti centra l’incrocio dei pali, dopo 35 una sponda volante apre la strada al gol di El Shaarawy. Cala nella ripresa, ma prende anche tantissime botte.
Tredicesimo gol stagionale, e primo in Nazionale: momento magico. Rete a parte si vede pochino, fa tanto movimento e ha buona intesa con Balotelli, ma poche volte riesce a convergere per fare male.
( Ha subito sul sinistro la palla buona: tiro cross a metà strada, e palla larga. Poi tocca tanti palloni ma ne concretizza pochi. Resta però nel vivo della manovra)
All. PRANDELLLI 6.5 La sua Italia sperimentale piace: non viene premiato dal risultato, ma fa vedere che questa squadra può giocarsela con le migliori, e addirittura ha margini di miglioramento perchè l’età media è giovane. Manca forse una punta vera (Balotelli non è un bomber) ma il 4-3-3 è interessante.
La parata che compie nel finale vale da sola tutta la partita. Può fare poco sul gol di El Shaarawy, sicuro nelle uscite. Non si capisce perchè non giochi nel Tottenham.
Uomo mercato la scorsa estate, da qualche tempo vive un’involuzione: spinge, ma spesso a vuoto, e dietro è distratto. Gli va bene che l’Italia non attacchi mai dalla sua parte.
( Fa vedere cosa sia l’esperienza: capisce che Valbuena è ispirato, e allora rimane sulle sue ma sbarra la strada a chiunque transiti dalla sua parte)
Picchia tanto, e meriterebbe decisamente il giallo: ma alla fine prende le misure a Balotelli, che nella ripresa non morde più. Con un leader al fianco sarebbe un difensore top.
Il leader di cui sopra non è Sakho: il centrale del PSG ha 22 anni e tutto il tempo per esplodere, ma al momento attuale paga troppe indecisioni. La stoffa c’è comunque, e a tratti emerge.
EVRA 6.5 Impensabile che da Marsala nessuna italiana l’abbia notato. Soffre Maggio e Candreva, ma tre finali di Champions League gli hanno insegnato qualcosa: alla fine ne esce con carattere, ed è suo l’assist del gol vittoria.
Uno dei tanti uomini mercato presenti nella Ligue 1, piace per l’irruenza agonistica che mette in tutte le sue giocate e per come recupera i palloni che perde. La qualità difetta. ()
Altro giocatore che piace molto in Italia: non avrà il piede e la visione di Pirlo, ma con lui la Francia gira davvero bene. Giocate anche elementari, ma sempre funzionali. Una bella scoperta per Deschamps. ()
Dei tre centrocampisti è forse quello più in affanno, ma alla fine se la cava comunque bene. Non si inserisce mai, pensa a distruggere il gioco avversario e la pressione che mette su Pirlo funziona.
Il gol che si inventa non è casuale: nella sua carriera ce ne sono altri molto simili: Moto perpetuo, timing svizzero per la giocata, folletto imprendibile. Uno dei giocatori più sottovalutati d’Europa. ()
Inadeguato. A Montpellier dicevano che fosse un attaccante di sistema; infatti, fuori dagli schemi di Girard incide poco (anche nell’Arsenal). Stasera tocca tanti palloni e le sue giocate positive sono preoccupantemente vicine allo 0.
( A proposito di palloni toccati: lui al primo fa secco Sirigu, con grande senso della posizione. Resta l’unica azione nella quale riesca ad entrare, ma il suo mestiere l’ha fatto in pieno)
6.5 Meno ispirato che in altre situazioni, però quando tocca il pallone lui è sempre un brivido per i difensori: un paio di accelerazioni sono da urlo, si accende a corrente alternata, ma a volte basta anche così.
( E’ andato via da Roma perchè troppo incostante, ma resta che è un gran talento: il gol di Gomis lo crea lui accelerando all’improvviso, poi fa un coast to coast in cui prende chilometri a tutti e sfiora la rete personale. Fosse continuo la metà di quello che è, sarebbe ai livelli di Cristiano Ronaldo senza blasfemie)
In cinque mesi ha cambiato la Francia: questa è una squadra che ha voglia di fare il risultato e se lo va a prendere con autorità. Da qui al Mondiale è lunga, ma può dirsi sulla buona strada. Il modulo convince, la flessibilità c’è, e consideriamo che non aveva Benzema e Nasri (per scelta disciplinare). Con loro due, questa Nazionale è una seria candidata ad alzare la Coppa nel 2014.
(Claudio Franceschini)
35′ El Shaarawy (I), 37′ Valbuena (F), 67′ Gomis (F)
Sirigu; Maggio, Barzagli (46′ Bonucci), Chiellini, Balzaretti; Montolivo (50′ Florenzi), Verratti (50′ Pirlo), Marchisio (50′ Giaccherini); Candreva (70′ Giovinco), Balotelli, El Shaarawy (73′ Diamanti). All. Prandelli
Lloris; Debuchy (46′ Reveillere), Sakho, Koscielny, Evra; Matuidi, Capoue (84′ Gonalons), M. Sissoko (91′ Tremoulinas); Valbuena (73′ Gourcuff), Giroud (64′ Gomis), Ribery (64′ Menez). All. Deschamps
Arbitro: Undiano Mallenco (Spagna)
Ammoniti: Balotelli (I)
Recupero: 1′ primo tempo, 3′ minuti secondo tempo