Un tavolo di lavoro per riprendere il filo delle politiche sociali. E’ la linea di Palazzo Marino che dopo l’Assemblea Pubblica di ieri all’auditorium San Fedele, si appresta a costruire il Piano di Zona, un documento triennale, da presentare entro il 31 luglio, condiviso dall’amministrazione comunale e dagli operatori del terzo settore. Una mappa, insomma, per stabilire gli interventi per le persone e le famiglie in difficoltà. Il metodo, secondo l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, sarà quello della condivisione e della concertazione, avvalendosi dell’aiuto di gruppi di esperti sulle politiche sociali, tavoli tematici, eventi e iniziative anche telematiche con consultazioni via web, gruppi d’ascolto nei consigli di zona. E ancora: un Forum cittadino del terzo settore, costituitosi dieci giorni fa, facendo seguito a quelli di Provincia e Regione e un tavolo di confronto per gli under 30, dove i più giovani potranno condividere i loro progetti per il futuro. Abbiamo sentito in esclusiva per Il Sussidiario.net, l’assessore del Comune di Milano alla Sicurezza, Coesione sociale, Volontariato Marco Granelli.
Assessore, sono molti i progetti in campo: chi farà la sintesi di tutte queste voci?
Abbiamo attuato un comitato di regia che è costituito dal mio assessorato, quello delle Politiche Sociali dell’assessore Majorino e quello di Maria Grazie Guida, vicesindaco e assessore all’Educazione. Un coordinamento dei dirigenti e un tavolo dove sono invitati soggetti del terzo settore e dei sapere sul sociale.
Come valorizzare le realtà esistenti?
La valorizzazione dell’esistente parte dalle giornate di confronto che organizzeremo sui problemi, sui bisogni e sulle aspettative dei servizi che sono già in campo. Poi tutti i gruppi di lavoro e i tavoli tematici che riguardano i soggetti che oggi gestiscono attività e servizi.
Qual è il nesso di questo percorso con la sussidiarietà?
Siamo interessati a costruire un sistema di risposta che veda coniugati i servizi comunali e i soggetti del terzo settore, anche negli ambiti più informali, che in questi anni hanno raccolto esperienze significative e i soggetti chiamati “profit”, come ad esempio Ikea, che anche in occasione della due giorni che abbiamo fatto a dicembre, “La Milano possibile”, hanno dato grande disponibilità a mettere la loro esperienza a disposizione di Milano. Questo significa creare un sistema condiviso di risposte che non rappresentino il programma dell’assessorato ai servizi sociali ma la messa in rete di tutte le forze possibili.
E le risorse?
Abbiamo ribadito anche ieri che è nostro interesse mantenere le risorse sul sociale ma anche riuscire ad attivare le risorse della città con un dialogo aperto con il sistema fondazioni, con il no profit perché si realizzi un piano che coinvolga tutti gli aspetti della città, non solo del Comune o dell’Amministrazione.
L’erogazione dei fondi dipende interamente dal Comune di Milano?
Le risorse sono di due tipi: del Comune e del Fondo Nazionale che vengono erogate e distribuite dalla Regione Lombardia che, in realtà per Palazzo Marino, rappresentano solo il 10%.
Sono previsti tagli per questo tipo di fondi?
Purtroppo c’è stato un taglio del Fondo Sociale dell’anno scorso, previsto dalla nuova Finanziaria. La riduzione è stata di circa 15 milioni di euro.
Come si coniuga il nuovo Piano di Zona che, verrà presentato entro il 31 luglio ma che sarà attuato ancora più in avanti, con i problemi attuali. Molti attori del terzo settore hanno bisogno di aiuto subito.
Abbiamo preso il treno in corsa e stiamo lavorando per mantenere vivi i servizi e, nel confronto in Giunta, abbiamo scelto di non tagliare i fondi per questo tipo di attività. Abbiamo ripartito i contributi distribuiti a pioggia e li abbiamo concentrati su alcune organizzazioni che lavorano sulle povertà estreme come San Vincenzo, le attività dei Frati Francescani o il Banco Alimentare.