Borsa Italiana ha scelto la cooperativa sociale In-Presa di Carate Brianza come “charity partner” per i prossimi tre anni. Una decisione che è stata resa nota dalla London Stock Exchange Group Foundation, che rappresenta il canale esclusivo per la filantropia e le donazioni di tutte le società del gruppo della Borsa di Londra da cui dipende anche Piazza Affari. In-Presa è stata scelta all’interno di una rosa di candidati dopo un sondaggio tra i dipendenti del gruppo. L’annuncio è stato dato nel corso del primo Charitable Trading Day che si è tenuto martedì al Palazzo Mezzanotte. Negli anni scorsi la London Stock Exchange Group Foundation è stata partner di Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) e di Fondazione Banco Alimentare. Ilsussidiario.net ha intervistato Davide Bartesaghi, amministratore delegato della cooperativa sociale In-Presa, che si occupa di sostenere nell’apprendimento ragazzi che vivono le più svariate forme di disagio.
Bartesaghi, da dove nasce questo riconoscimento nei confronti di In-Presa?
Borsa Italiana ha deciso di istituzionalizzare le sue attività di charity, scegliendo una realtà non profit su cui concentrare il suo impegno in modo da non disperderlo, sostenendolo per i prossimi tre anni a partire da un percorso condiviso. E’ stata realizzata una prima selezione, da cui è emersa una rosa di associazioni, che è stata quindi proposta ai dipendenti di Borsa Italiana i quali hanno scelto quella che hanno ritenuto come più meritevole di diventare “charity partner”. A essere premiata attraverso questo percorso è stata In-Presa, che ora da un lato riceverà dei finanziamenti da parte di Borsa Italiana, ma soprattutto avrà la possibilità di compiere una serie di passi insieme. La Borsa ci metterà a disposizione sedi per incontri e professionalità, e i suoi dipendenti potranno venire a svolgere attività di volontariato nella nostra cooperativa. Si tratta di una collaborazione tra terzo settore privato e mondo della finanza, su un periodo medio che ci permette di sviluppare un progetto di ampio respiro ancora tutto da inventare.
Quali sono le motivazioni per cui la scelta è caduta proprio su In-Presa?
La prima motivazione è il fatto che In-Presa è piaciuta ai dipendenti di Borsa Italiana. La nostra mission inoltre è allineata all’obiettivo che Borsa italiana si è data con questo progetto: sostenere ragazzi che vivono in situazioni di disagio, introducendoli al mondo del lavoro. Si tratta esattamente di ciò che realizziamo noi, e questo credo che abbia aiutato. Loro hanno dato questa impostazione, che è molto legata all’identità stessa di Borsa Italiana: un’attività del no profit strettamente intrecciata ai temi del lavoro e dell’economia.
Quali sono le altre collaborazioni di Fondazione Impresa con il settore pubblico e le società private?
I nostri corsi di formazione professionale sono sostenuti da Regione Lombardia. Abbiamo inoltre sviluppato delle aziende che nascono dall’idea di coinvolgere il privato in quello che facciamo. Ciò non avviene in un’ottica di beneficenza, ma di costruire qualcosa insieme. Uno dei nostri progetti per esempio è realizzato in collaborazione con il gruppo Accor, gestito dalle catene Novotel.
In che modo è nata questa collaborazione?
L’anno scorso Novotel ci ha affidato la costruzione e la realizzazione di menu per la loro offerta di catering. Dal momento che Fondazione Impresa svolge un corso per aiuto cuoco, ci è stato chiesto di formulare una proposta di menu del territorio a chilometro zero. I nostri ragazzi hanno studiato le tradizioni e le ricette del territorio e realizzato i menu.
Quindi che ne è stato dei loro menu?
La commissione di Novotel ha assaggiato i piatti, li ha valutati dal punto di vista della produzione industriale, ci ha sottoposto delle correzioni e richiesto delle modifiche. Dopo una nuova rimessa a punto, oggi questi menu sono inseriti all’interno dell’offerta di Novotel. E’ un esempio del fatto che il terzo settore, impostato in un certo modo, può collaborare alla pari con l’industria privata. Non quindi in una situazione di chi ha semplicemente bisogno di una stampella per camminare, ma di chi facendo bene quello che fa può portare un contributo del quale può giovarsi anche il privato. Tanto è vero che, se quando li incontriamo, li ringraziamo per il fatto di sostenerci, ci correggono subito dicendo: “Noi non stiamo facendo beneficenza, stiamo portando avanti una partnership”. E questa è una cosa che ci gratifica molto.
In-Presa è attiva anche nel settore industriale?
Sì. Tre anni fa un’azienda che si occupa di eolico ci ha commissionato una pala da utilizzare come prodotto dimostrativo nelle fiere. I nostri ragazzi si sono cimentati su questa commessa che proveniva da un privato. La situazione era quindi diversa dalla classica prova che si svolge in laboratorio con gli insegnanti, in quanto si trattava di una vera e propria commessa da parte di una società esterna. La persona che ci ha affidato questo incarico inizialmente non credeva che i nostri ragazzi sarebbero stati in grado di realizzarlo. Ed è stato invece bellissimo sentire le sue parole di stupore e ammirazione quando ha visto il risultato che gli abbiamo portato.
(Pietro Vernizzi)