E’ già stata sorpassata dalla linea 5 e ora, dopo anni di mancati finanziamenti e promesse di apertura dei cantieri, la linea 4 della metropolitana milanese, o meglio la tratta Linate-Forlanini che dovrebbe essere pronta entro il 2015, rischia di saltare l’appuntamento con l’Expo. In ritardo, dunque, ancor prima di partire. I lavori che sarebbero dovuti partire a maggio, verranno con tutta probabilità rimandati almeno dopo il 3 giugno, data conclusiva della visita di Benedetto XVI; il Pontefice, in visita nel capoluogo lombardo dal 31 maggio sino al 3 giugno, appunto, atterrerà allo scalo di Linate e per garantire la sicurezza e una viabilità fluida per l’auto papale, si è deciso di rinviare l’apertura dei lavori. Per non parlare di tutte le altre fermate previste e che dovrebbero congiungere l’aeroporto cittadino al quartiere Lorenteggio: una sorta di “via crucis” lunga ventuno fermate. E che non è ancora nemmeno iniziata. Le aree sono state consegnate da Palazzo Marino e Sea a Impregilo, la società che dovrebbe svolgere i lavori, il 6 marzo: da allora non si è visto nemmeno un operaio. Su questa vicenda abbiamo sentito Andrea Giuricin, fellow dell’Istituto Bruno Leoni, esperto di trasporti.
Impregilo ha chiesto altri cento milioni per terminare i lavori, ma il Comune è disposto a concederne solo cinquanta, come potrà reperire i fondi necessari?
Bisognerebbe formalizzare in Giunta uno strumento per reperire i fondi, magari allungando i tempi di affidamento del progetto ai privati. Altrimenti si rischia che la linea 4 faccia la stessa fine della metropolitana C di Roma.
Impregilo non ha nemmeno scelto le ditte subappaltanti.
In questo caso, il Comune dovrebbe metter in campo controlli extra per verificare davvero in quanto tempo e a quali imprese verrebbero affidati i lavori. Nel momento in cui viene appaltato un cantiere di questa entità l’Amministrazione Comunale dovrebbe far rispettare le condizioni del contratto.
Rimane, comunque, la dead-line del 2015.
L’Expo doveva essere un vantaggio e invece, alla fine, è diventato un limite: ancora una volta si rischia di fare la fine di Italia ’90, quando molte strutture dovevano essere pronte per l’inizio dei Mondiali, ma ancora molte opere restano incompiute per le vie di Milano. Oppure i Mondiali di nuoto di Roma. Sembra di essere un Paese in cui le grandi opere non vengono quasi mai portate a termine.
Qual è l’empasse secondo cui le opere di questo tipo non vengono terminate?
Per lavori da diverse centinaia di milioni di euro ci vorrebbe un intervento del Governo: un finanziamento supplementare, in questo caso, per il Comune di Milano.
Un commissariamento potrebbe, secondo lei, essere una soluzione?
In Italia, i commissariamenti non hanno mai portato a risultati soddisfacenti, si pensi all’esempio dei Mondiali di nuoto. Vengono aperti cantieri e sistematicamente chiusi per la presenza di reperti archeologici: a me sembra una scusa. Pensiamo per esempio ad Atene che immagino sia ricca di reperti, ma dove le metropolitane sono ben presenti. In realtà, il solo motivo per cui i cantieri non terminano è la mancanza di fondi. L’unica opera di una certa rilevanza, a Milano, è stato l’allungamento della Linea 3 e la partenza dei lavori per la Linea 5.