E’ già Clasico, il 23 agosto: se siete tifosi di Barcellona o Real Madrid, o ad ogni modo amate il calcio spagnolo, non potete desiderare di meglio. Certo, la stagione è appena cominciata, la forma migliore è ancora lontana e la Supercoppa di Spagna non è la Champions League; ma in campo, nell’andata del Camp Nou (ore 22:30) c’è una rivalità che prevarica tutto questo, e rende l’appuntamento una partitissima, al di là dei tentativi di spegnere il fuoco da parte delle due parti. E’ inutile tornare sulle innumerevoli sfide degli ultimi anni, sugli schiaffi che il Barcellona ha rifilato alle Merengues e sulla vittoria del Real Madrid al Camp Nou che ha spezzato il dominio blaugrana nella Liga e negli scontri diretti: è Barcellona-Real Madrid, tanto basta e sbaglierebbe chi pensasse che sia unicamente Messi contro Cristiano Ronaldo, pur se il dilemma cosmico su chi sia il migliore avrà una scia almeno fino all’assegnazione del Pallone d’Oro. Le rose non si sono granchè modificate: qualche aggiustamento qua e là per i catalani, ancora niente per i Blancos che aspettano con impazienza Luka Modric, che però ancora non c’è. Arbitra Clos Gomez: a lui il compito di mantenere un clima di calcio giocato, e lo diciamo perchè non sarà facile: lo scorso anno finì con Mourinho che infilò un dito nell’occhio a Vilanova, il quale replicò con una sberla alla nuca dello Special One. Vinse il Barcellona, per la cronaca, e oggi Tito non è più il secondo di Guardiola, bensì l’allenatore di una squadra orfana del tecnico che dopo aver vinto tutto come giocatore si è preso 15 trofei nel giro di quattro stagioni. Dall’altra parte il Real Madrid, che ha vissuto un complesso di inferiorità dettato dai risultati, ma l’anno scorso si è rifatto con gli interessi. Peccato non ci sia stata l’attesissima finale di Champions League: ne avremmo viste delle belle. Dunque, questa sera si comincia: è la prima di almeno quattro partite, e chissà che non ci siano altri incroci in Copa del Rey o, appunto, in Europa.
Il Barcellona non ha più Guardiola: Pep si è preso un anno sabbatico, come arcinoto. Al suo posto, Tito Vilanova, il fidato secondo. I due si conoscono da più di 20 anni e hanno lavorato insieme per cinque: che il progetto tecnico rimanesse lo stesso, non c’erano dubbi. Casomai, era da vedere come la squadra avrebbe reagito all’addio di un leader che ha portato il Barcellona sul tetto del mondo come vittorie e come gioco. Se il buongiorno si vede dal mattino, dalle parti del Camp Nou possono stare tranquilli: l’esordio nella Liga ha detto 5-1 contro la Real Sociedad, con tre gol nei primi 16 minuti, la doppietta di Messi e il ritorno nel tabellino dei marcatori di David Villa, che era fermo per infortunio dallo scorso dicembre. Niente di nuovo sotto il sole: il Barça macina gioco, e segna a raffica. Certo, era solo la prima giornata: davanti c’è tutta una stagione. Intanto, arriva il Real Madrid: test importante, ma Vilanova non sembra accorgersene: “Guardiola ha portato questa squadra a essere una delle quattro o cinque più rilevanti della storia, poi ognuno è libero di pensarla come crede”, dice in riferimento a una frase di Mourinho (ci torneremo). E poi: “Loro sanno come giochiamo, noi sappiamo come giocano. Nessuna novità. Non mi gioco niente, ma vorrei vincere”.
Per farlo si affida ai soliti noti, anche perchè dal mercato sono arrivati solo in due: Jordi Alba, protagonista di un grande Europeo, e Alex Song, sbarcato solo due giorni fa in Catalogna per 19 milioni di Euro (“Non è pronto, ma forse lo porto in panchina”). Rispetto alla prima di campionato va a sedersi Mascherano: torna la coppia di difensori centrali formata da Piqué e Puyol, quella storica di Guardiola. Sulle fasce vanno Dani Alves e il succitato Jordi Alba. A centrocampo, panchina per Fabregas, dentro invece Iniesta a ricomporre il trio delle meraviglie con Xavi e Sergio Busquets (Song gli toglierà il posto? Da valutare). Come sempre, è davanti che il Barcellona ha più scelte: questa sera quella di Vilanova è orientata all’utilizzo di Sanchez a sinistra con Pedro a destra, lasciando in panchina Tello che ha giocato 90 minuti domenica (ma il tecnico punterà molto su di lui). Naturalmente, nell’ipotetico centro del reparto (un centro che in realtà non c’è) non può mancare Leo Messi, 82 gol in stagione lo scorso anno, due nella prima partita ufficiale del 2012/2013.
Il Real Madrid invece ha iniziato male nella Liga: 1-1 contro il Valencia, casalingo. Se andiamo a vedere nel passato recente, però, non è che le Merengues siano troppo abituate a esordi roboanti: la prima ufficiale di Mourinho sulla panchina del Bernabeu fu un pareggio a reti bianche. La partita contro il Valencia ha ricalcato quella dello scorso anno, che era finita 0-0 con i miracoli del portiere avversario (allora Guaita, stavolta Diego Alves). Niente paura: il Real Madrid è un diesel, carburerà anche perchè ha gli uomini per farlo. Lo Special One, intanto, ha voluto mantenere un atteggiamento distaccato: “Il Barcellona è il Barcellona. Non è Guardiola o Vilanova, è solo il Barça, quello di sempre, con la sua qualità e i suoi grandi giocatori”. Quasi non ci si crede a sentire un Mourinho così pacato, ma lui spiega: “Questo trofeo non incide sulla stagione, l’ho vinto con il Chelsea e ho perso la Liga, l’ho perso con l’Inter e ho fatto il Triplete”. A dire la verità, l’unico punto sul quale il portoghese pare riscaldarsi è quando gli chiedono se sia pronto a spezzare l’egemonia europea del Barcellona. Sentite: “Quale egemonia? Per me, egemonia è quando si vincono due Champions League in fila. In portoghese questa parola ha un significato preciso, non so in spagnolo”.
Non cambia nulla rispetto alla formazione dello scorso anno, quella che dopo tre stagioni ad arrivare dietro al Barcellona ha vinto la Liga. Rinforzi non ne sono arrivati, anzi è partito Sahin, destinazione Arsenal (prestito). In attesa di Modric, dunque, spazio ai soliti: in porta Casillas, linea difensiva con Arbeloa e Coentrato esterni, Sergio Ramos e Albiol centrali (“non rischio Pepe”, ha detto Mourinho: infatti, non va neanche in panchina). La cerniera di centrocampo è formata da Xabi Alonso e Khedira, davanti Di Maria, Ozil e Cristiano Ronaldo a fare da supporto a Higuain: la stagione l’ha iniziata il Pipita come titolare, e ha già timbrato il cartellino. Sarà così anche in seguito? Benzema non sarebbe troppo d’accordo. Kakà, intanto, non è stato convocato: segnale chiaro da parte di Mourinho, che di fatto allontana il brasiliano dal Bernabeu. C’è il Galatasaray nel suo futuro? Il Milan spera di no.
Victor Valdes; Dani Alves, Piqué, Puyol, Jordi Alba; Xavi, Sergio Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Sanchez. All. Vilanova
A disp: Pinto, Macherano, Adriano, Song, Fabregas, Tello, David Villa
Indisponibili: Abidal, Thiago Alcantara
Casillas; Arbeloa, Raul Albiol, Sergio Ramos, Fabio Coentrao; Xabi Alonso, Khedira; Di Maria, Ozil, Cristiano Ronaldo; Higuain. All. Mourinho
A disp: Adan, Varane, Marcelo, L. Diarra, Granero, Callejon, Benzema
Indisponibili: Pepe
Arbitro: Clos Gomez