«Essere scelti per ospitare i Giochi Olimpici è senza dubbio una grandissima responsabilità che Roma merita, e per la città potrebbe davvero essere una grande occasione. Migliaia di persone arriveranno nella capitale, che sarà presentata nel suo massimo splendore attraverso un restyling che attirerà senz’altro tantissima gente». IlSussidiario.net ha intervistato Giovanni Benvenuti, detto Nino, uno dei migliori pugili italiani di sempre e campione olimpico proprio nei Giochi di Roma del 1960. Nel corso dello stesso evento, a cui partecipava anche il leggendario Muhammad Ali, gli fu assegnata la prestigiosa coppa Val Barker, destinata al pugile tecnicamente migliore del torneo. «Quella del 1960 fu un’Olimpiade di grandissimo livello, in cui il pugilato ebbe una grande importanza e in cui l’Italia conquistò tre medaglie d’oro, tre d’argento e una di bronzo. Spero che il pugilato possa ancora regalarci tante emozioni e tante medaglie».
Dopo la conquista dell’oro olimpico a Roma nel 1960, come è cambiato il suo rapporto con la capitale?
È una città che ho sempre adorato e che dal 1960 ho imparato ad amare, tanto che ho deciso anche di abitarci. Ma ricordo che aveva lasciato tracce indelebili in tutti gli atleti che parteciparono a quei Giochi.
In che modo?
Parlando con coloro, che poi hanno anche partecipato ad altre Olimpiadi da atleti, dirigenti o semplicemente spettatori, ricordo che tutti esprimevano una grande emozione per ciò che avevano visto e vissuto, per la bellezza della città, per il clima, per l’amore della gente e l’accoglienza. Per tutti loro venire a Roma fu una cosa favolosa, tanto che in molti mi dicevano: “Magari non vincerò niente, ma potrò dire di essere stato a Roma”. Questo secondo me influì anche sul rendimento.
In che senso?
Non a caso in quella Olimpiade gli atleti combatterono e gareggiarono al meglio delle loro capacità, e tantissimi record vennero abbattuti. E questo è proprio merito di Roma, che porta a voler primeggiare, a essere davanti, a essere il numero uno, perché vincere a Roma è tutta un’altra cosa.
Quanto crede che sia forte la candidatura di Roma?
Spero tanto, ma l’Italia vanta una grande accoglienza e secondo me è una città veramente adatta ad ospitare i Giochi. Anche il fatto di avere già tante strutture pronte all’uso non è un vantaggio da poco.
Crede invece che la costruzione di nuove strutture potrebbe causare qualche problema in futuro?
Sì, la costruzione di troppi nuovi impianti potrebbe in effetti causare qualche problema, visto i costi di gestione molto alti. Inoltre dopo le Olimpiadi una città non può avere le stesse esigenze come durante la manifestazione, quindi si rischia di dover pagare senza neanche utilizzarli. Roma però possiede già tantissimi impianti che verranno sicuramente restaurati e utilizzati, e questo permetterà un minore investimento, anche perché organizzare un’Olimpiade ex novo sarebbe un impegno economico impensabile.
Le Olimpiadi potrebbero davvero rilanciare il turismo della capitale o vedremo solo più gente in quelle due settimane?
I Giochi offrono lo spunto al turista, ma assisteremo a un maggiore afflusso di persone anche per parecchio tempo dopo. I genitori che hanno assistito alle Olimpiadi lo racconteranno ai figli che saranno i futuri turisti della città. Inoltre non conosco nessuno che non voglia visitare Roma e il nostro Paese, con questo clima e questo cibo. Ho sempre girato tantissimo il mondo e non sa quante volte mi hanno invidiato il fatto di essere italiano e di vivere nella capitale.
Quanto sarà difficile invece sconfiggere Tokyo?
Superare Tokyo sarà molto impegnativo e gli orientali sono molto preparati e imprevedibili. Però continuo a credere che Roma sia nettamente favorita su tutte le altre città candidate. Dobbiamo veramente cercare questa Olimpiade con le unghie e con i denti, perché non posso neanche immaginare i Giochi da un’altra parte. Questo evento darebbe un contributo all’economia, alla ricchezza e all’immagine non solo di Roma, ma di tutto il Paese, e sono sicuro che qualunque italiano voglia assistere a questo fantastico momento.
(Claudio Perlini)