“L’età dei genitori è sempre più alta, e questo aumenta la possibilità di avere bambini affetti dalla Sinfrome di asperger”, è quello che dichiara Tony Atwood, psicologo clinico intervenuto oggi a Roma a un convegno su questa particolare malattia, e organizzato all’Università La Sapienza da un gruppo di genitori afflitti da questa malattia, che fa parte della “famiglia” dell’autismo ma se ne discosta per alcune caratteristiche.
Secondo Atwood, l’aumento dell’età media dei genitori aumenterebbe di 6 volte la probabilità che i figli nascano con questa sindrome. Gli individui affetti da questa sindrome sono caratterizzati da una cronica compromissione delle interazioni sociali, comportamenti stereotipati e ripetitivi, attività e interessi molto ristretti, e viene considerata una forma di autismo “ad alto funzionamento” poiché non presenta ritardi dello sviluppo cognitivo e del linguaggio.
Correlati alla sindrome di Asperger tuttavia sono vari disturbi, quali la fobia sociale e il disturbo schizoide di personalità, oltre ad una co-morbilità, ossia disturbi concomitanti alla sindrome stessa, come depressione, ansia e disturbo ossessivo compulsivo. Fino ad ora l’eziologia di questa sindrome, ossia i motivi che ne determinano l’insorgenza, erano sconosciuti, ma è possibile che lo studio di Atwood apra nuove prospettive.