«La situazione di Roma è migliore di quella di Milano, ma non ancora sufficientemente buona da rientrare nei limiti delle normative italiani. Sono quindi necessari alcuni interventi in una città che ha livelli di particolato fine che eccedono i limiti di legge e, nella stagione estiva, dei livelli di ozono piuttosto elevati». Il Professor Antonio Ballarin Denti, direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, commenta nell’intervista per IlSussidiario.net il piano anti-smog per migliorare la qualità dell’aria della capitale. Sono previsti diversi tipi di interventi come l’utilizzo delle targhe alterne, le cosiddette “domeniche a piedi” e il divieto definitivo di circolazione nell’anello ferroviario per alcuni veicoli. «È sempre opportuno ricordare – continua a spiegare il Professor Ballarin Denti – che l’inquinamento soprattutto di polveri fini è dovuto in grandissima parte alla circolazione dei veicoli. Quindi il criterio primo di ogni politica di abbattimento delle emissioni dovrebbe consistere nella diminuzione dei veicoli circolanti, soprattutto di quelli più inquinanti. Quindi da una parte diminuire il volume del traffico, e dall’altra favorire i veicoli più “puliti”».
Ma queste misure portano davvero a una riduzione dello smog?
Questi strumenti attuativi sono già stati sperimentati più volte, e devo dire con successi sempre molto limitati. La misura delle targhe alterne ha come limitazione il fatto che la maggior parte delle famiglie possiede due automobili, quindi è facile immaginare che almeno uno dei due veicoli abbia la targa “giusta” per poter circolare. Non si registra quindi un vero calo effettivo, e in più non è facile garantire dei controlli a tappeto su un numero di veicoli così elevato, e di conseguenza circolano anche molte auto che non potrebbero farlo. Questo provvedimento si rivela quindi poco efficace, creando inoltre veri disagi a chi possiede un solo veicolo.
Cosa pensa invece delle “domeniche a piedi”?
Questa misura è in realtà poco efficace in quanto nei giorni festivi il traffico è già estremamente più ridotto dall’assenza dei pendolari e dei lavoratori. Inoltre non c’è traffico commerciale e dei cantieri, quindi il livello di inquinamento è già molto più basso e un provvedimento attuato per una sola giornata non si rivela poi così utile. Nonostante questo, personalmente ritengo che la domenica senza automobili porti comunque i suoi frutti, perché non tocca le esigenze economiche e commerciali dei cittadini, educandoli a vivere meglio, in una città bella come Roma, in cui girare a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici in una situazione di minor rumore, maggiore tranquillità e sicurezza, migliora senza dubbio la qualità della vita.
Che problemi può causare alla salute l’alto tasso di inquinamento?
Numerosi studi hanno dimostrato che il particolato fine produce un aggravamento della situazione respiratoria, soprattutto per chi ha problemi di questo tipo, come bronchiti croniche degli anziani o quelle infantili. Inoltre soffre chi ha problemi di asma, chi ha difficoltà respiratorie in generale e chi ha problemi cardiorespiratori. Queste persone presentano una riacutizzazione della loro situazione in funzione della quantità di inquinamento, che più è alto, più è alto il rischio di ricoveri ospedalieri, assunzione di medicinali e perdita di giorni di lavoro a causa proprio di questi problemi di salute.
Quali altre città europee potremmo prendere come modello?
Le principali città europee hanno una politica basata principalmente su tre fattori: un disincentivo del mezzo privato, attraverso una tassa chiamata “concession charge”, da pagare se si vuole entrare nel centro della città, la limitazione dei veicoli più inquinanti nelle “zone verdi”, come a Berlino, o la creazione di vaste zone pedonali, come per esempio a Monaco o a Bruxelles. Tutto questo viene però accettato dai cittadini se esiste un trasporto pubblico veramente efficace, veloce, moderno e confortevole.
Che in Italia è difficile da trovare…
Solo per fare degli esempi, Monaco è grande come Milano ma ha sei linee metropolitane, mentre Berlino è grande come Roma, ma ha venticinque linee della metropolitana, comprese quelle che attraversano la città, contro le due della capitale. Quindi mi sembra ovvio che i cittadini e i pendolari prendano la macchina, in assenza di un servizio pubblico urbano ed extraurbano adeguato.
L’uso delle automobili ecologiche potrebbe risolvere in parte il problema?
Certamente oltre a questi provvedimenti “di emergenza” come quelli previsti per Roma, bisognerebbe ricorrere a progetti a lungo termine, come un miglior trasporto pubblico o veicoli meno inquinanti che potrebbero essere sicuramente utili. Bisogna però ricordare, e in pochi lo sanno, che circa metà dell’inquinamento generato dal traffico non proviene dal tubo di scarico della marmitta dell’automobile, ma dal risollevamento del particolato deposto sulle superfici stradali ad opera delle correnti d’aria generate dal moto del veicolo. Quindi paradossalmente, se usassimo le auto elettriche, non avremmo una riduzione di inquinamento così notevole come qualcuno potrebbe aspettarsi.
(Claudio Perlini)